I figli dei quartieri più poveri vivono meno a lungo, vanno peggio a scuola, rischiano di avere maggiori problemi mentali e incappano in gravidanze premature. Colpa dell'ambiente in cui crescono? Anche, ma si aggiunge una rilevante componente genetica.
A dirlo è la ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour dal team guidato da Daniel Belsky, epidemiologo della Columbia Mailman School of Public Health, e Candice Odgers, della University of California, Irvine Department of Psychological Science.

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Lo studio
Per giungere a simili conclusioni gli scienziati hanno incrociato dati genetici, geografici e statistici (riguardanti educazione e livello di salute) provenienti dall'Environmental Risk (E-Risk) Longitudinal Twin Study - comprensivo d'informazioni su 2232 gemelli nati in Inghilterra e Galles tra il 1994 e il 1995 - e dal National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health, che invece riguardava 15,000 giovani americani analizzati dalla scuola secondaria fino all'età adulta.
Tali dati sono poi stati inclusi in uno studio di associazione genoma-wide (Polygenic Scoring) per determinare il contributo dei geni dei soggetti studiati nello sviluppo di malattie e deficit fisici.
Ebbene, al termine dell'intera elaborazione dei risultati, è apparso evidente come i ragazzi che erano cresciuti in contesti ambientali più disagiati erano anche quelli maggiormente esposti a malattie, problemi mentali e basso livello di scolarizzazione.
Questa correlazione - secondo gli autori della ricerca - potrebbe essere dovuta all'accumulo di diverse generazioni di giovani che - essendo a "più alto rischio genetico" in campi come il successo scolastico o le gravidanze premature - hanno dato origine a una prole destinata a portarsi dietro il fardello sociale e genetico.
Fortunatamente, quello socio-genetico è soltanto un frammento delle variabili che possono determinare il destino di un individuo, quindi non solo la vita di un giovane non è determinata già alla nascita in base al contesto di crescita, ma l'introduzione di nuove politiche sociali per migliorare i quartieri più degradati potrebbero rendere meno pesante la situazione per i ragazzi di domani.