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Povertà in Italia: raggiunge il 6,9% delle famiglie

di Luisa Perego - 26.06.2018 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Nel 2017 in Italia si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778mila famiglie. E' il valore più alto registrato dall'Istat dall'inizio delle serie storiche, nel 2005. L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie. Anche la povertà relativa cresce e nel 2017 riguarda 3 milioni 171mila famiglie residenti. Sono i dati appena comunicati dall'Istat

In questo articolo

Oltre 5 milioni di italiani vivono in povertà assoluta. E più di 9 milioni in povertà relativa.

E' quanto emerge dalle stime appena pubblicate dall'Istat, l'istituto di statistica nazionale, sulla situazione in Italia nel 2017. La povertà è più diffusa tra le famiglie con più di due o tre figli e soprattutto tra i giovani.

La differenza tra povertà assoluta e relativa


Le stime diffuse dal report Istat si riferiscono a due diverse misure della povertà: assoluta e relativa. Sono due definizioni per due concetti elaborati con metodologie diverse, utilizzando i dati dell’indagine campionaria sulle spese per consumi delle famiglie.

La povertà assoluta, come spiega l'Enciclopedia Treccani, viene misurata attraverso indicatori assoluti di reddito, e le soglie di reddito di uno o due dollari al giorno risultano essere le più utilizzate dagli organismi internazionali. Il suo utilizzo anche se elementare permette un confronto rapido a livello internazionale e nel tempo della dinamica della povertà.
Le misure della povertà relativa, invece, "passano attraverso l'utilizzo di valutazioni della disuguaglianza nel reddito all'interno di ciascuna situazione di riferimento (Paese, regione, area geografica, gruppo sociale ecc.)".

Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui.

L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%). Il motivo? L’inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005.

Nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%).

L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.

L’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento.

A testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale, la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%).

La povertà relativa cresce

Anche la povertà relativa cresce rispetto al 2016.

Nel 2017 riguarda 3 milioni 171mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente).

Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.

L’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37,0%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31,0% del 2016.

Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).

Il commento di Save the Children

“Il contrasto alla povertà minorile deve essere messo al primo posto nell’agenda del governo. I dati diffusi oggi da ISTAT indicano che la povertà minorile in Italia è una vera emergenza, la fascia d’età fino ai 17 anni è infatti in assoluto la più colpita. Più di un milione e duecentomila bambini e adolescenti non hanno l’indispensabile per una vita quotidiana dignitosa e più del 20% delle famiglie con tre o più figli minori si trova in questa condizione di grave povertà. Anche se c’è una lievissima diminuzione sul totale dei minori in povertà assoluta, che passa dal 12,5% del 2016 al 12,1% del 2017, è chiara la necessità di un cambio di passo per affrontare quella che è una vera piaga del nostro Paese,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

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