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Psicofarmaci ai bambini, polemiche su Disordini la fiction di RAI3

di Nostrofiglio Redazione - 15.11.2013 - Scrivici

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Secondo l'associazione Giù le mani dai bambini, si prescrivono psicofarmaci con troppa facilità ai bambini e adolescenti con problemi di comportamento o disagi. La questione è anche approdata in parlamento con un’interrogazione di Paola Binetti

L’associazione Giù le mani dai bambini dichiara guerra a “Disordini”, la docu-fiction su RAI 3 che tratta di problemi comportamentali dei minori. Il programma, si legge in un comunicato di Giù le mani dai bambini, è viziato da una grave inesattezza di fondo e cioè si basa sulla teoria “dell’origine organica e genetica dei disturbi di comportamento” e quindi si prescrivono farmaci per la cura con una certa facilità. Nessuna considerazione viene data ai problemi legati all'ambiente.

“Il progetto televisivo, pregevole in astratto, parte dall'osservazione che il disturbo mentale spesso fa paura, al punto che diventa difficile persino ammetterne l’esistenza: troppo spesso anziché affrontare il problema, in particolare se colpisce i propri figli, si tende a nascondere questi disagi adolescenziali,” si legge nel comunicato.

Poi però si cade in una grave inesattezza. "L'intera sceneggiatura della fiction è condizionata dal fatto che il medico consulente RAI si riconosce unicamente nella teoria dell’origine organica e genetica dei disturbi di comportamento, al punto da suggerire fin troppo spesso come terapia di prima linea il trattamento farmacologico per la presa in carico dei problemi dei suoi assistiti – dichiara Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale del comitato . In definitiva, il programma si traduce - inconsapevolmente o no resta da stabilirlo - in una promozione indiretta per l'uso di psicofarmaci in età evolutiva, con buona pace dell'indipendenza che il Servizio pubblico radio-televisivo dovrebbe avere dagli interessi - enormi - del marketing delle multinazionali del farmaco in Italia, un paese che - è bene ricordarlo - è il 5° mercato farmaceutico al mondo”.

E continua: “Non esiste alcun accordo all'interno della comunità scientifica internazionale sul fatto che le variazioni di temperamento dei bambini o le difficoltà di comportamento o di inserimento a scuola degli adolescenti derivino da problemi di carattere organico, né tantomeno che gli psicofarmaci siano una soluzione efficace, anzi, molte delle ricerche che vengono abitualmente citate a conforto della necessità di somministrare psicofarmaci ai minori come prima soluzione al loro disagio sono di scarsa qualità e con prove di grave pregiudizio editoriale, ed è davvero discutibile che in un programma del Servizio Pubblico Radiotelevisivo questo venga invece presentato come l’unico punto di vista esistente, con il rischio gravissimo di indurre convincimenti del tutto falsi tra i telespettatori RAI e tra le famiglie, e di favorire quindi un business – quello della vendita di psicofarmaci ai più piccoli – da oltre 20 miliardi di Euro all’anno".

Sulla polemica è intervenuto anche Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva: “La trasmissione pare giustificata dal presunto aumento di malattia mentale nel 20% dei soggetti in età evolutiva, da curare – secondo la DocuFiction - primariamente con psicofarmaci, più che essere affrontata in relazione ai problemi legati all’ambiente".

"Un adolescente sano può presentare manifestazioni che possano essere male interpretate, molto spesso sono solo segni di ribellione o di rabbia, di certo non si possono formulare diagnosi superficiali basandosi magari su questionari rivolti agli insegnanti. Non ripetiamo ciò che è accaduto nella vicina Germania, dove si è passati dalla somministrazione nel 1993 di circa 30 chili di psicofarmaci ai bambini, ai 1.870 chili nel 2011, e ricordiamoci che negli Stati Uniti sono state condannate case farmaceutiche e famosi accademici per aver ammesso di aver ricevuto milioni di dollari dai produttori, e anche il padre scientifico dell’ADHD (la sindrome dei bambini agitati e distratti) Leon Eisemberg ha confessato che essa è nient’altro che una malattia fittizia".

La discussione è anche approdata in Parlamento, con un’interrogazione di Paola Binetti (deputata Pd e neuropsichiatra infantile) al ministro della sanità Beatrice Lorenzin e al ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato, depositata anche in Commissione

“E' eclatante ad esempio la puntata della Fiction dedicata all’iperattività e deficit di attenzione, dove già dai primi incontri con la famiglia il medico prescrive potenti metanfetamine a un ragazzino con problemi di comportamento e di resa scolastica, insistendo a più riprese con la famiglia affinché somministri lo psicofarmaco,” osserva Binetti.

“Non si tratta qui di demonizzare l'uso di farmaci psicoattivi, ma di comprendere una volta per tutte che i problemi dei minori e dei bambini in particolare possono avere molte cause, anche afferenti l'ambiente e il sistema educativo, e che lo psicofarmaco non dovrebbe mai essere la disinvolta soluzione per risolvere in prima battuta un disagio comportamentale.

La più autorevole rivista medico-scientifica del mondo, il British Medical Journal, ha pubblicato pochi giorni fa un importante editoriale nel quale denuncia i rischi di ipermedicalizzazione dei problemi di comportamento dei minori, mettendo in guardia dal pericoloso incremento nell’uso di psicofarmaci su bambini e adolescenti, e la RAI invece in qualche modo lo favorisce?

Stupisce chi è investito dell'importante missione istituzionale di "fare cultura" nel nostro Paese faccia propria in modo acritico la tesi che caldeggia l'uso disinvolto di psicofarmaci sui minori", conclude la Binetti.

Il testo dell'interrogazione Molea/Binetti

La lettera aperta al Direttore Generale RAI

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