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Resistenza agli antibiotici: "A rischio anche i neonati"

di Lorenza Laudi - 28.09.2017 - Scrivici

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Fonte: alamy
Sulla scia dell’allarme dell’Oms, anche la Società Italiana di Neonatologia interviene sul tema resistenza agli antibiotici, durante il XXIII Congresso Nazionale. Focalizzando l'attenzione anche sui neonati. L’Italia è tra i Paesi più a rischio a causa dell'eccessivo uso di antibiotici che ha come conseguenza l'aumento di batteri resistenti.

In questo articolo

La resistenza agli antibiotici è un problema concreto per tutti. Anche per i più piccini. A lanciare l'allarme sono i neonatologi della SIN, Società italiana di neonatologia, che in questi giorni a Milano sono riuniti in occasione del 23° congresso nazionale.

Nel mondo ogni anno circa 700.000 persone muoiono a causa di microorganismi multiresistenti (Hampton 2015). Questa cifra è destinata ad aumentare. Si stima infatti che nel 2050 i decessi saranno 10 milioni all'anno superando anche quelli per neoplasie (8 milioni all’anno circa) (fonte: The Review on Antimicrobial Resistance, J.O’Neill; Hampton 2015).

E una recente analisi dell’Oms mostra la grave mancanza di nuovi antibiotici per combattere la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, classificando le infezioni antibiotico-resistenti come la più grande minaccia per la salute.

Questo pericolo non risparmia nessuno, neppure i più piccini.

Come affrontare la problematica?

Con un maggiore impegno da parte delle case farmaceutiche nell’attività di ricerca e il rafforzando la prevenzione, soprattutto attraverso un uso responsabile degli antibiotici. L'uso eccessivo di antibiotici in Italia ci porta tra i Paesi più a rischio a cause del conseguente aumento di batteri multiresistenti.

La stessa Sin afferma che: "La scelta di prescrivere o non prescrivere gli antibiotici da parte del pediatra può essere a volte molto difficile. In generale si può dire che se da un lato è vero che è necessario ed urgente ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, e l’ideale sarebbe poter sempre iniziare un trattamento antibiotico sulla base di esami colturali, a volte, quando i dati clinici e di laboratorio lo richiedono, deve essere messa in atto una terapia empirica".

“È necessario innanzitutto che l’utilizzo degli antibiotici venga attentamente valutato in modo da evitare una eccessiva prescrizione e un uso, a volte, non corretto con conseguente aumento di microrganismi multiresistenti. – continua la Società Italiana di Neonatologia. Specialmente negli ospedali dovrebbero essere attuate tutte le strategie preventive per ridurre il rischio infettivo con particolare attenzione al lavaggio delle mani e all’utilizzo di programmi di “Antibiotic Stewardship”.

Questi “superbatteri” possono diffondersi molto rapidamente da ospedale a ospedale e diventano resistenti agli antibiotici in tempi brevi. Su 4 milioni di decessi in epoca neonatale che avvengono ogni anno nel mondo, poco più di un quarto è causato da patologie infettive spesso causate da microrganismi multiresistenti.

Secondo la SIN per far fronte al problema delle antibiotico-resistenze occorre innanzitutto il riconoscimento dello stesso da parte degli organi di controllo e dei governi. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha già confermato questa emergenza come una priorità di sanità pubblica, inserendola nel piano nazionale della prevenzione 2014-2018. In secondo luogo bisogna avviare partnership tra pubblico e privato per la scoperta di nuovi antibiotici. Terzo aspetto è la prevenzione delle infezioni con misure igieniche adeguate e l’utilizzo di programmi di “Antibiotic Stewardship”.

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