Sami Modiano incontra i ragazzi
Lo scorso venerdì 20 gennaio 2023, a Palazzo Giustiniani, nella Sala dove venne firmata la Costituzione, Sami Modiano ha incontrato gli studenti del Liceo scientifico Morgagni di Roma e ha risposto alle domande di SenatoTV riportando la sua testimonianza dell'Olocausto.
Ecco parte di quello che ha raccontato ai ragazzi.
"Ero un bambino. Andavo bene a scuola, mi piaceva. E poi, quando mi sento chiamare dal mio insegnente e che mi dice di presentarmi davanti alla cattedra, vado tutto contento. Mi immaginavo e credevo che mi avrebbe interrogato. Ero tutto felice, perché mi ero preparato al compito. Lui mi dice 'Sami Modiano, sei espulso dalla scuola'. Mi mette la mani in testa, mi asciuga le lacrime. 'Vai a casa, papà ti spiegherà'".
E' una colpa essere Ebrei? E' la domanda di Sami Modiano. Da quel momento in poi non ha più potuto andare a scuola. E' stato l'inizio della sua vita.
Poi li hanno mandati nel campo di Birkenau, lui e suo papà. Li hanno numerati, tatuati sul braccio. Uno dopo l'altro. Prima suo padre, poi lui. "E questo papà io avevo ancora la fortuna, il primo mese, di andare a trovarlo nella baracca numero 15. Lui mi aspettava. Dopo una chiacchierata, una carezza, mi diceva di andare a riposarmi.
Era la routine di questo ingranaggio, di questa fabbrica della morte, fino a quando non sarebbe venuto il momento della morte. E dopo un mese, aveva saputo che qualche giorno prima mia sorella Lucia ci aveva lasciato. Mi disse ' Avvicinati'. Mi guardava, mi fissava e non parlava. E io lo guardavo e poi ho detto 'Scusa papà, mi vuoi dire qualche cosa?'
'Sì, domani non venire a trovarmi perché non ci sarò. Domani mi presento all'ambulatorio'."
Andare all'ambulatorio significava non stare bene, andare a farsi 'curare' per sempre.
Non fare più ritorno.
La marcia della morte
"Mi ricordo qualche giorno prima del 27 gennaio: ho dovuto fare la "marcia della morte" come hanno fatto molti. Ero un ragazzo di 14 anni. Ero distrutto, agonizzavo. Però qualcuno ha voluto che rimanessi in vita.
Sono caduto durante la "marcia della morte", ma non ho ricevuto il colpo di grazia. Per quale motivo? Non lo so. Perché l'ordine preciso era di dare il colpo di grazia, perché nessuno doveva testimoniare ai russi. E poi, come ho detto sempre, sono uscito vivo ma sono uscito vivo chiedendomi il perché. E, grazie a Dio, dopo tanti anni, ho capito che dovevo essere un testimone per raccontare quello che è stato. Vi ringrazio di essere venuti, anche voi sarete dei testimoni."
Il video con la testimonianza di Sami Modiano
In occasione del Giorno della memoria, il Senato ha pubblicato sul proprio sito questo video inedito di Sami Modiano dal titolo: 'La lacrima di un sopravvissuto'.
Sami Modiano, la sua storia
Sami Modiano è nato nel 1930 nell'isola di Rodi, all'epoca provincia italiana. Quando vengono promulgate le leggi razziali fasciste nel 1938 era in terza elementare ed essendo ebreo venne espulso.
La situazione a Rodi durante la Guerra rimase tranquilla, fino all'armistizio dell'8 settembre 1943. A quel punto i Tedeschi invasero Rodi e prelevarono tutti gli Ebrei presenti.
Sami Modiano venne mandato al campo di Birkenau. In quel campo perse la sua famiglia. Prima la sorella e poi il padre, che decise volontariamente di consegnarsi dopo aver saputo della perdita della figlia.
Sami tenne duro e scampò diverse volte alla selezione. Fino al 1945. Le truppe sovietiche erano a poca distanza dal campo e i Tedeschi presero i superstiti di Birkenau e li fecero camminare fino ad Auschwitz. Sami Modiano cadde ma venne risollevato da dei compagni sconosciuti che lo mimetizzarono tra i cadaveri. Quando si risvegliò vide una casa in lontananza, la raggiunse e il giorno dopo venne salvato dalle truppe sovietiche.
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