La scuola italiana è prigioniera di un grande equivoco per cui, una volta indetto uno sciopero, le lezioni rischiano di essere disertate anche se nessun membro del corpo docente ha effettivamente partecipato alla protesta.
Per colpa di questa situazione, negli istituti italiani si sono registrati oltre 40 scioperi, con una media di due al mese. Come è possibile tutto ciò?
TROPPI SINDACATI, TROPPA INCERTEZZA
In Italia non vi è limite alla rappresentatività, e questo significa che anche sigle sindacali che tutelano lo 0,1% del personale scolastico hanno piena facoltà di indire uno sciopero.
Per carità, lo sciopero è un sacrosanto diritto e un uno dei mezzi nelle mani dei lavoratori per far sentire la propria voce, ma una dinamica così selvaggia rischia di ostacolare inutilmente il percorso d'apprendimento dei nostri figli.
Sono infatti 141 le sigle sindacali nel nostro Paese e se qualcuna di esse ritiene necessario uno sciopero, ogni Preside o Direttore Scolastico è costretto dalla legge ad avvisare le famiglie di eventuali disagi nel corso del giorno prestabilito, non potendo nemmeno specificare (né richiedere ai docenti) se e quanti insegnanti aderiranno a tale protesta.
Tutto ciò genera una situazione incerta e assurda per cui, soprattutto nelle scuole primarie, una famiglia può essere costretta per difficoltà logistiche a lasciare a casa il piccolo, anche se poi nessuno dei suoi insegnanti sciopererà!
Così facendo, i ragazzi avranno perso preziose ore di lezione, e i lavoratori non otterranno chissà quali riscontri dalle Istituzioni proprio a causa della scarsa rilevanza di queste sigle sindacali sul territorio nazionale.
Fonte: corriere.it

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