Qualche giorno fa in un asilo di Sonnino, paesino in provincia di Latina, entra una madre a prendere suo figlio, con il volto coperto dal burqa.
E tra le mamme degli altri bambini scoppia la polemica: quel velo che copre il volto spaventa i loro piccoli, senza considerare che "sotto il lungo vestito potrebbe nascondersi chiunque, anche un malintenzionato che avrebbe libero accesso nella scuola".
Un caso analogo era accaduto un paio di anni fa ad Arluno
Tornando a Latina, la soluzione al problema è presto arrivata: la donna magrebina ha accettato di scoprire il volto quando arriverà a scuola per accompagnare e riprendere il proprio figlio. Il caso insomma si è chiuso, ma perché i bambini si sarebbero spaventati? E qual è l’atteggiamento corretto da parte di noi genitori?
“Sicuramente per i nostri bambini si tratta di un fatto inusuale, al quale non sono abituati e, come qualunque cosa nuova, potrebbe incutere in loro timore” fa notare la psicologa Anna Maria Roncoroni.
“Non vedere il volto di una persona può far credere di avere di fronte a sé un ‘mostro’, un ‘cattivo’. Per superare questi sentimenti è fondamentale la nostra mediazione: se il genitore stesso mostra un atteggiamento di diffidenza o di agitazione davanti al bambino, alimenterà la reazione negativa del figlio.
Viceversa è importante spiegare con semplicità e serenità che si tratta di un fatto culturale, legato a una religione diversa dalla nostra: le persone che indossano il burqa non sono sbagliate o pericolose, è solo che la loro religione richiede di tenere coperto il volto. Una risposta breve ma chiara, che il più delle volte basta per dissipare ogni timore”.
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