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Separazione, come gestirla quando ci sono bambini

di Antonella Galli - 12.11.2008 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Robert E. Emery è considerato uno dei più autorevoli esperti sulle dinamiche che si scatenano in una coppia quando si separa e di quelle dei figli coinvolti. Con lui abbiamo cercato di tracciare una 'mappa' che possa servire ai genitori per orientarsi in un momento molto complicato della loro vita.

Il groviglio di stati d’animo che travolge la coppia che si separa si può e si deve controllare, perché solo in questo modo“si riuscirà a far comprendere ai propri figli che il legame con loro è ancora ben saldo e li si aiuterà ad affrontare in maniera positiva un evento che per loro resta comunque un dramma, spesso incomprensibile". E' quanto sostiene Robert E. Emery, professore di psicologia e mediatore familiare, considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale tanto delle dinamiche che si scatenano in una coppia che si scioglie, quanto di quelle che investono i bambini che, loro malgrado, vengono coinvolti in questa separazione.

Lo abbiamo incontrato a Milano, dov’è giunto per presentare il suo ultimo libro - La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme (Franco Angeli Editore) - e per partecipare a un seminario internazionale - “La verità sui figli e il divorzio: come sostenere le relazioni familiari” - che si svolge oggi, 12 novembre, all’Università Cattolica.

Con il suo aiuto, abbiamo tracciato una “mappa” che possa servire ai genitori per orientarsi in un momento della loro esistenza molto complicato.

L’amore è l’arma migliore da mettere in campo per far “funzionare” un divorzio

  • I bambini non vanno lasciati nel dubbio del silenzio. Bisogna dire ai propri figli ciò che sta accadendo. Ovviamente, le spiegazioni devono essere il più possibile chiare, semplici, concrete e adeguate all’età dei bambini. Soprattutto i più piccoli, non hanno bisogno di avere tutti i dettagli tecnici e legali quanto, piuttosto, di essere rasserenati sulle conseguenze pratiche che la separazione porterà nella loro vita quotidiana. Dove andranno a vivere, quanto tempo passeranno con ciascuno dei genitori, se nella nuova casa avranno la loro stanza…

  • I bambini hanno bisogno di essere rassicurati: quello che sta accadendo non è colpa loro. Non si devono sentire responsabili della decisione degli adulti.

    E ancora, devono avere ben chiaro che mamma e papà continueranno tutti e due ad amarli per sempre.

  • I bambini devono sentirsi liberi di poter provare lo stesso amore per entrambi i genitori. Non bisogna metterli nell’incresciosa situazione di dover “scegliere” da che parte stare, di dover decidere con chi - e contro chi… - schierarsi. Le parole e gli atteggiamenti hanno un grande peso: davanti ai propri figli non bisogna mai criticare l’altro, giudicarlo in maniera pesante o offensiva né, tanto meno, fare commenti o allusioni a sue eventuali relazioni extra coniugali.

  • Ogni bambino reagisce a modo suo alla notizia della separazione dei genitori, a seconda dell’età, del carattere, della personalità. Alla tristezza iniziale, comune a tutti, può far seguito una grande rabbia o, per contro, una sorta di apatia che sembra non celare alcuna emozione. Altri, ancora, si trasformano in bambini “impeccabili” pensando che, in questo modo, riusciranno in qualche modo a salvare la situazione familiare. Indipendentemente da quale essa sia, però, la reazione va accolta, compresa e consolata.

  • Stare vicino ai propri figli non significa viziarli o concedere loro qualsiasi cosaperché ci si sente responsabili per ciò che stanno provando. All’inizio, il senso di colpa è quasi inevitabile. Non deve essere una scusa, però, per non disciplinarli in maniera corretta. I bambini non devono sentirsi “liberi” di poter fare ciò che vogliono: hanno bisogno di limiti. Sempre e comunque.

  • I genitori non devono mostrare la propria rabbia e il proprio dolore in maniera intensa ed esasperata ai bambini. Una separazione porta con sé, inevitabilmente, emozioni molto intense, spesso difficili da controllare. Ma i bambini non sarebbero in grado di comprendere perché i genitori si comportano in questo modo. E si spaventerebbero moltissimo.

  • I genitori non devono lasciarsi guidare dai loro stati d’animo ma mettere sempre al primo posto le esigenze e le necessità dei figli. Bisogna reagire alla rabbia e ai litigi.

    E cercare di mettersi nei panni dei più piccoli, per sforzarsi di capire ciò che provano davvero, anche quando non hanno il coraggio di dirlo apertamente.

  • I genitori devono essere in grado di mantenere fra di loro una relazione cooperativa e di darsi l’un l’altro il rispetto che si dà normalmente a un partner d’affari. Perché in effetti, sono “partner” nell’“affare” di essere genitori. E dovranno continuare a svolgere il “lavoro” fondamentale di crescere i loro figli nel modo migliore.

  • A volte, dopo la separazione, i genitori si ricostruiscono una nuova vita sentimentale, danno vita a una nuova famiglia. Questi passaggi vanno affrontati lentamente. Procedere con la giusta calma è fondamentale sia per i genitori - sicuramente molto vulnerabili - che per i figli. I bambini hanno bisogno di tempo per accettare di vedere mamma o papà con un nuovo compagno a fianco. E ancor di più per metabolizzare l’idea che questa persona possa, prima o poi, assumere un ruolo “genitoriale”.

Chi è Robert E. Emery: professore di psicologia e direttore del Center for Children, Families and the Law dell’Università della Virginia, lavora da oltre vent’anni come terapeuta e mediatore familiare. Le sue ricerche scientifiche e sperimentali sul tema del divorzio, nonché i suoi libri e i suoi tanti articoli, gli hanno fanno conquistare notorietà a livello internazionale. E oggi Emery può essere sicuramente considerato uno fra i più autorevoli esperti delle dinamiche che si scatenano in una coppia che si scioglie edi quelle che investono i bambini che, seppur loro malgrado, vengono coinvolti in questa separazione.

Alla Cattolica di Milano un centro per aiutare bambini e genitori

Un “luogo emotivo” dove ad avere la priorità è la parola che, lasciata libera di manifestarsi attraverso la scrittura, il racconto, il disegno, aiuta i bambini che devono confrontarsi con la separazione di mamma e papà a esprimere ciò che provano davvero dentro di sé.

È questo lo scopo dei “Gruppi di parola” del Servizio di Psicologia Clinica per la Coppia e la Famiglia dell’Università Cattolica di Milano, condotti da psicologi e mediatori familiari esperti nell’ascolto di figli di genitori separati. Durante gli incontri, i piccoli partecipanti (fra i 6 e i 12 anni d’età) trovano un modo nuovo per dialogare con la famiglia. Scoprono che non devono provare vergogna ne sentirsi “colpevoli”.E nel confronto con i loro pari, riescono a non sentirsi più tanto soli.

Per informazioni, Università Cattolica di Milano, Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia, via Nirone 15, Milano, tel. 02.72345961, e.mail: segreteria@serviziocoppiafamiglia.it, sito Internet: www.serviziocoppiafamiglia.it.

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