Tornato alla ribalta dopo il caso della violenza nell'asilo di Milano, il zona Bicocca, il tema sicurezza per quelle strutture a contatto con soggetti vulnerabili e particolarmente bisognosi di cure, è più acceso che mai.
Numerose sono le proposte di legge a riguardo che però sono ancora in attesa di discussione o di revisione, ma le madri (e non solo) d'Italia spingono perché il problema venga risolto con celerità.
Secondo tale ottica ha preso piede il progetto "Sì alle telecamere", una petizione lanciata dall'omonimo sito e ripresa con successo su Facebook che propone con decisione l'installazione di telecamere e impianti di registrazione per meglio tutelare l'incolumità di bambini e anziani indfesi, nonché di rivedere radicalmente i criteri di controllo e assunzione del personale autorizzato a lavorare in questo tipo di strutture.
L'iniziativa è partita da un nucleo di mamme emiliane, ma il consenso sta divenendo sempre più trasversale
LE RICHIESTE: test psicologici, obbligo di formazione, telecamere
Nello specifico, il programma elenca:
- Selezione del personale con test psicologici, colloqui con psicologo, e verifica delle proprie eventuali pendenze penali;
- Obbligo di formazione (pedagogica, psicologica, relazionale) del personale;
- Verifica periodica della stabilità emotiva dell'operatore;
- Supervisione nelle strutture con l'ausilio di un coordinatore pedagogico esterno;
- Pena certa e severa in caso di reato ;
Inoltre si propongono telecamere obbligatorie (per ridurre notevolmente i tempi delle indagini in caso di denuncia), da supervisionare solo ed esclusivamente da parte delle Forze dell'Ordine. Ciò allo scopo di:
- proteggere e tutelare, in breve tempo, chi non è in grado di difendersi da eventuali maltrattamenti
- supervisionare il lavoro svolto (farebbero emergere chi il lavoro lo svolge bene e con coscienza)
- prevenire atti di bullismo nelle scuole elementari e medie,
- proteggere gli insegnanti da eventuali contraddittori da parte dei colleghi, dei genitori e degli stessi alunni
- fungere da deterrente: tutelerebbe gli operatori che vogliono denunciare il collega, supportandoli con prove concrete
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