Per il Safer Internet Day 2017 l'Unicef ha reso noti i dati di un sondaggio globale riguardante il rapporto tra Internet e minori.
La ricerca commenta la massiccia presenza di giovani e giovanissimi sul web: nel mondo un utente di Internet su tre è un bambino.
I giovani sono consapevoli dei pericoli della Rete?
Le nuove generazioni perennemente connesse imparano subito ad accedere al vasto mondo virtuale, ma non è detto che sappiano usarlo correttamete, tanto che oltre la metà (53%) degli adolescenti nel mondo crede fermamente che i bambini e gli adolescenti corrano il rischio di essere vittime di abusi sessuali o di essere sfruttati attraverso il web. Un altro 27%, pur senza la stessa convinzione, si trova abbastanza d’accordo.
Il sondaggio rivela poi che più della metà dei ragazzi intervistati pensano che i loro amici siano entrati in contatto con situazioni rischiose online, ma 9 adolescenti su 10 credono comunque di poter evitare i pericoli del web. E se invece il pericolo si concretizza? Si chiede aiuto ad un coetaneo e molto meno frequentemente a un genitore o un adulto. Dato interessante, soprattutto perché nell'ambito dello stesso sondaggio meno della metà degli intervistati si è mostrata convinta di poter aiutare un amico ad affrontare un pericolo sul web.

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La ricerca si conclude evidenziando quanto Internet ricorpra un ruolo fondamentale nella socialità delle nuove generazioni: il 59% degli adolescenti crede che incontrare nuove persone online sia abbastanza (o molto) importante e ben il 90% pensa che socializzare e comunicare con i propri amici online sia altrettanto importante.
Un problema dei Paesi più sviluppati?
La credenza secondo la quale Internet sarebbe uno strumento maggiormente ad appannaggio dei Paesi ad alto reddito, e che dunque i bimbi delle nazioni più ricche siano maggiormente vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi sul web non è più vera, vista la rapida espansione di un accesso alla rete Internet in Paesi a medio e basso reddito attraverso tecnologie mobili.
«Per esempio - riporta il comunicato Unicef - alcuni bambini provenienti da comunità molto povere, come dalle Filippine, dal Madagascar, da El Salvador e dal Brasile, sono stati presi di mira da criminali adulti attraverso piattaforme online».
FONTE: Unicef