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Che cosa sono i terremoti, come si formano e come affrontarli

di Viola Stellati - 09.11.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L'Italia è una terra ad alto rischio sismico, e quindi soggetta ai terremoti: cosa sono, come si formano e come affrontarli

In questo articolo

Che cosa sono i terremoti e come si formano

L'Italia, sfortunatamente, è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. In poche parole, abbastanza spesso si verificano brusche oscillazioni del suolo causate da un repentino rilascio di energia che nel corso del tempo si è accumulata in una zona sotterranea: i terremoti. Tutti siamo consapevoli che alle volte sono innocui, mentre in altre situazioni le conseguenze possono essere gravi. Per questo motivo, è necessario capire nella maniera più chiara possibile cosa sono effettivamente i terremoti, come si formano e cosa fare per affrontarli.

Cosa sono esattamente i terremoti

I terremoti, detti anche sismi, sono dei fenomeni naturali che avvengono in tutto il mondo e che causano un potente movimento del suolo. Tutto questo avviene perché si libera e si propaga dell'energia che si trova sottoterra in una zona compresa tra poche decine di metri e centinaia di chilometri di profondità.

Il punto dove si genera questo intenso rilascio di energia viene definito ipocentro, mentre il luogo preciso sulla superficie terrestre che viene colpito per primo e più intensamente dai terremoti si chiama epicentro.

Nascono così gli "scossoni", che si diffondono poi in tutte le direzioni a partire dall'ipocentro, forti e in alcuni casi pericolosi movimenti del suolo terrestre che sono dovuti alle mutazioni della roccia causate dalle onde sismiche.

Onde sismiche

Le onde sismiche sono delle vere e proprie onde che si propagano attraverso la crosta terrestre. Ne esistono di due tipi:

  • le onde primarie o onde P: si diffondono all'interno della terra;
  • le onde secondarie o onde S: si propagano sulla superficie terrestre.

 

Come si formano i terremoti

Il nostro pianeta è formato da una superficie che a sua volta è composta di blocchi chiamati placche tettoniche. Nel corso del tempo, la Terra compie diversi moti interni che portano queste placche a deformarsi, accumulare energia e creare una spaccatura: la faglia.

Lo spostamento dei blocchi generati dalla frattura provoca delle vibrazioni che creano le onde sismiche, le stesse che si analizzano per capire il punto esatto in cui si originano i terremoti. Le onde P sono quelle più veloci e sembrano seguire il movimento di una molla, mentre le onde S sono più lente e si propagano perpendicolarmente alla loro direzione, come fossero un serpente.

Nel momento in cui queste onde raggiungono la superficie se ne sviluppano altre:

  • le onde di Rayleigh: che seguono il movimento di un sasso lanciato in uno stagno;
  • le onde di Love: che fanno vibrare il terreno orizzontalmente.

Analizzando i dati che derivano da tutte queste onde, gli studiosi sono in grado di comprendere il punto di origine di un terremoto.

Come si capisce la potenza di un terremoto

Ci sono due modi diversi per capire la potenza di un terremoto. Uno prevede il calcolo della magnitudo, ossia l'energia sprigionata nel punto di origine (l'ipocentro), l'altro, invece, valuta gli effetti che un terremoto provoca sull'ambiente e su ciò che ha costruito l'uomo: l'intensità.

In Italia a occuparsi dello studio di vulcani e terremoti è l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) tramite degli strumenti che misurano spostamento, velocità e accelerazione del suolo: i sismografi. La magnitudo viene poi misurata con la Scala Richter che va da 0 a 13 gradi. Da 0 a 1,9 vuol dire che la scossa è impercettibile all'uomo e che quindi può essere registrata solo dagli appositi apparecchi. 13, invece, equivale a distruzione delle cose costruite dagli esseri umani e anche la formazione di maremoti.

Per valutare l'intensità, invece, si utilizza la Scala Mercalli che ha valori che vanno da I a XII. Il vantaggio di questo tipo di misurazione è che non bisogna avere per forza a disposizione strumenti scientifici in quanto si basa sugli effetti distruttivi visibili su edifici e persone

Lo svantaggio di quest'ultima è che non è una misura del tutto oggettiva perché lo stesso terremoto può causare danni molto diversi: in una città moderna dove le case sono costruite in modo che possano oscillare durante le scosse i danni potrebbero essere nulli; in un antico borgo medievale, invece, ben più gravi. Il livello I corrisponde alle scosse che possono essere percepite solo dai macchinari, mentre il XII è la rovina totale di paesi e grossi edifici.

Se vi state chiedendo se è in qualche modo possibile prevedere un terremoto la risposta è no. Quello che si può fare è solo fare delle ipotesi sul fatto che in corrispondenza di una determinata faglia, prima o poi, se ne verificherà uno ma, purtroppo, senza sapere quando.

Tuttavia, con alcune accortezze è possibile affrontare i terremoti. La prima cosa da fare è informarsi su come sia stata costruita la propria casa e se terreno e materiali utilizzati rispondano alle ultime normative antisismiche.

In secondo luogo, possiamo capire quali sono gli angoli sicuri delle abitazioni come, per esempio, i vani delle porte e gli angoli delle pareti. Una terza cosa che si può fare per affrontare i terremoti è sapere come si chiudono i rubinetti di acqua e gas in caso di emergenza e allontanare i mobili pesanti dal letto in cui si dorme.

Nel caso in cui dovesse arrivare un terremoto è importante fare di tutto per mettersi al riparo e proteggersi da eventuali oggetti in caduta come i vetri. Mentre se ci si trova all'aperto è necessario non stare vicino a balconi, alberi e pali della luce, così come è essenziale stare attenti ad eventuali perdite di gas e crolli di ponti.

Inoltre, se possibile è bene indossare le scarpe per evitare i detriti che possono cadere sulla strada mentre si raggiunge il punto di raccolta previsto dal Piano della Protezione Civile per il proprio comune. Infine, è importante evitare di utilizzare moto, auto e cellulare per non intralciare i soccorsi.

Come proteggere i bambini dai terremoti

La buona notizia, come riportato dall'Ospedale Bambino Gesù, è che più i bambini sono piccoli meno risentono dello spavento e del disagio provocati dai terremoti. Nonostante questo è necessario proteggerli.

Oltre ad assicurarsi che la casa in cui si vive sia antisismica, è importante cercare di rimanere calmi e lucidi, non precipitarsi giù dalle scale che sono la parte più fragile degli edifici e ancor meno prendere l'ascensore.

Per proteggersi è fondamentale mettersi nei punti più resistenti della propria abitazione come un muro maestro, oppure sotto il tavolo o il letto aspettando che tutto finisca.

Una volta terminata la scossa bisogna vestire i bambini e mettergli le scarpe. Nel caso in cui, invece, ci si trovi per strada al momento della scossa bisogna allontanarsi dagli alberi, dalle linee elettriche ed evitare di stare vicini alle case da cui potrebbe cadere di tutto. In sostanza, il comportamento più sicuro è portare i propri figli in un grande spazio aperto.

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