«Mamma, papà, mi avete concepito senza chiedermi il permesso, quindi io vi denuncio».
Potrebbe essere stato più o meno questo il discorso fatto circa sei mesi fa dall'indiano Raphael Samuel per annunciare ai genitori, entrambi avvocati, la decisione di portarli in tribunale per rispondere della scelta di metterlo al mondo, una scelta che il ragazzo si è trovato a dover subire per tutta la vita senza poter decidere nulla in merito.
Strano, ma vero
Lo strano episodio che sembra essere uscito dalla penna di qualche sceneggiatore contorto è in realtà accaduto veramente e potrebbe essere il principio per una nuova concorrente filosofica.
Tutto è cominciato quando il già citato Raphael Samuel, businessman 27enne di Mumbai, ha capito che il mondo sarebbe un posto migliore senza gli esseri umani e che la vita altro non è che un continuo succedersi di frustrazioni e dolori cui siamo costretti a sottoporci perché i nostri genitori hanno voluto "egoisticamente" farci nascere.
Da qui non solo l'idea di denunciare madre e padre, ma anche la volontà di diffondere la propria filosofia esistenziale attraverso una pagina Facebook creata ad hoc: Nihilanand
Un nuovo Schopenhauer?
Tra il serio e il faceto, Raphael ha cominciato così a postare foto e card che lo ritraggono nei panni di un vero guru new age con tanto di barba posticcia.
Ad accompagnare le singolari immagini poi, frasi come «costringere un bambino a venire al mondo e avere una carriera non è rapimento e schiavitù?» o «avere figli è come fare un threesome senza il consenso del bambino».

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Provocazioni paradossali, certo, ma che lo stravagante ragazzo continua a sostenere con perizia, non senza la presenza di basi filosofiche: di certo non è il primo a sostenere che l'esistenza umana sia priva di fondamento.
«Ho iniziato a sviluppare la mia idea anti-natalista a 5 anni - ha spiegato Raphael Samuel alla BBC - Un giorno ero così frustrato che non volevo andare a scuola, ma i miei genitori continuavano a chiedermi di andarci lo stesso.
Allora io replicai "Perché mi avete fatto nascere?". Mio padre non aveva una risposta. penso che fosse stato capace di rispondere, non avrei cominciato a pensare in questo modo».
Questo però non significa che Raphael sia insoddisfatto della sua vita. Egli stesso afferma di essere piuttosto felice, ma che comunque desidererebbe non avere a che fare con le tribolazioni dovute dall'essere vivi.
«È come se ci fosse una bella stanza, ma tu non volessi entrarci lo stesso».
I genitori
Ma cosa penseranno mamma e papà di tutto questo? Bhe, pare che la prendano sul ridere.
Il signore e la signora Samuel infatti sembrano compiaciuti dal fatto che il figlio sia cresciuto nutrendo uno spirito critico e controcorrente e persino la questione della denuncia pare divertirli.
«Devo ammirare il coraggio di mio figlio nel voler portare i genitori davanti alla corte sapendo che entrambi siamo avvocati - ha detto la madre, Kavita Karnad Samuel - Se Raphael saprà spuntarla con una spiegazione razionale su come noi avremmo potuto cercare il suo consenso prima della nascita, accetterò di buon grado la mia colpa».
Ma che Raphael non si illuda: mamma e papà daranno battaglia in tribunale!