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Una forte dipendenza dagli smartphone aumenta la solitudine, l'ansia e la depressione

di Sara De Giorgi - 13.04.2018 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
La dipendenza dalla tecnologia dei social media potrebbe avere un effetto negativo sulle relazioni sociali. Infatti, secondo uno studio recente, essere fortemente dipendenti dagli smartphone contribuirebbe alla formazione di nuove connessioni neurologiche nel cervello, in modo simile a quanto avviene nelle persone dipendenti da droghe o altre sostanze pericolose. 

Gli smartphone sono parte integrante della vita di molte persone poiché consentono loro di essere sempre connesse e informate. Ciò è utile, ma allo stesso tempo rende la maggior parte di noi dipendenti da avvisi, suoni o vibrazioni, rendendoci incapaci di ignorare nuove e-mail, testi e immagini.

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica NeuroRegulation, Erik Peper, professore di Educazione alla salute dell'Università di San Francisco e Richard Harvey, professore associato di Educazione alla salute, sostengono che l'abuso di smartphone è simile a qualsiasi altro tipo di abuso di sostanze.

"La dipendenza comportamentale dall'uso di smartphone contribuisce alla formazione di nuove connessioni neurologiche nel cervello, similmente a quanto avviene nelle persone dipendenti da oppioidi e che assumono Oxycontin per alleviare il dolore", ha spiegato Peper.

La dipendenza dalla tecnologia dei social media potrebbe avere un effetto negativo sulle relazioni sociali. Dopo aver svolto un sondaggio su 135 studenti di San Francisco, Peper e Harvey hanno scoperto che quelli che utilizzavano di più i loro telefoni avevano anche i più elevati livelli di ansia, solitudine e depressione. I due studiosi hanno anche rilevato che gli stessi studenti erano costantemente connessi, anche mentre studiavano, guardavano la televisione, mangiavano o frequentavano le lezioni.

"Questa costante attività indotta dagli smartphone non consente ai corpi e alle menti di rilassarsi e di rigenerarsi sufficientemente e si traduce anche in 'semi-tasking', ossia in una condizione in cui le persone svolgono due o più compiti contemporaneamente, ma si concentrano la metà di quanto avrebbero fatto se avessero portato a termine un compito alla volta", ha detto Peper.

Peper e Harvey hanno anche evidenziato che la dipendenza digitale non è causata dagli uomini stessi, ma è il risultato del desiderio dell'industria tecnologica di aumentare i profitti aziendali. "Più occhi, più clic, più soldi", ha sottolineato Peper. "Le notifiche, le vibrazioni e gli altri avvisi ci fanno sentire obbligati a guardare i dispositivi, attivando gli stessi percorsi neuronali che una volta ci avvisavano di un pericolo imminente, come un attacco di una tigre o di un altro grande predatore".

"Ora siamo dirottati da meccanismi che una volta ci proteggevano e ci permettevano di sopravvivere su informazioni molto banali", ha detto lo studioso. "Ma proprio come possiamo imparare a mangiare meno zucchero, possiamo allenarci ad essere meno dipendenti dai nostri telefoni e dai nostri computer. Il primo passo è riconoscere che le aziende tecnologiche stanno manipolando le nostre innate risposte biologiche al pericolo".

Gli scienziati suggeriscono di cominciare subito a disattivare le notifiche e di rispondere solo alle email e ai social media in momenti specifici.

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