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Una storia a lieto fine

di Nostrofiglio Redazione - 13.08.2014 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La mia storia a lieto fine risale a 9 anni fa. Lavoravo in un centro estetico, ero l'ultima arrivata e ho subito legato con una ragazza, Marina, 2 anni più grande di me. Dopo una settimana uscivamo spesso insieme. Ho conosciuto il suo ragazzo: tra loro era una lite continua, ma sotto sotto, si vedeva che si amavano e a volte mi trovavo a far da pacere... Quando lei scopre di essere incinta e non sa che cosa fare...

Lei viveva da sola con delle amiche (e 4 anni dopo, in quella casa sono andata a viverci io, ma quella è un altra storia) e cosi la nostra amicizia diventava ogni giorno un po' più speciale.

Così capisco che non sta bene: ogni tanto va in bagno, la sento vomitare e alla fine dico: "Marina, non siamo amiche da tanto, ma lo sai che di me ti puoi fidare! Se hai problemi di salute ti posso aiutare".

E lei: "Grazie, allora ti racconto tutto a fine giornata". E cosi davanti ad una bella tazza di tè, mi racconta che è incinta.

Ed io che pensavo qualcosa di brutto! Allora mi alzo, l'abbraccio forte e dico: "E non mi dici nulla...e di quante settimane sei?"

"6 settimane."

"Wow che bello, dai!"

E lei invece resta seria e mi fa: "No Sandra, non è cosi semplice. Con Diego non va bene. Litighiamo sempre. Lui ancora non sa nulla e non so se lasciarlo e se portare avanti la gravidanza..."

Una doccia fredda. "Ma come, ma Marina, non sono qui per farti la paternale, però al giorno d'oggi si sa come si evitano le gravidanze..."

"Eh lo so, ma 6 settimane fa le cose andavano bene e ora non lo so."

"Allora devi parlarne con lui. Non puoi decidere tutto da sola! Io ti sono vicina."

"...e poi Sandra la mia famiglia è un po' così. Se sanno che sono incinta e non mi sposo non mi parlano più!"

"Ma no, dai. Suuu! Non siamo all'età della pietra". Io cercavo di rimanere lucida, ma dentro di me ero stordita dall'insieme di notizie. Dovevo far qualcosa per questa creatura. E cosi è stato. Siamo andati insieme da Diego, loro hanno parlato tanto e io le tenevo la mano.

Lui ha promesso di cambiare: voleva tanto questo bimbo o bimba! Le avrebbe dato prova in questi mesi che sarebbe stato diverso.

Lei ha detto: "Ok", ma io la conoscevo. Non era convinta!

E infatti dopo 2 giorni mi dice: "Senti, io ho preso appuntamento all'ospedale per il 14 febbraio".

Non dimenticherò mai quella data. Ed io: "No, Marina! Non puoi. Pensaci bene, ok? Se non sei convinta per Diego, puoi farcela anche da sola. Sei forte ed io ti staro vicina. Vengo a vivere insieme a te. Ti do una mano con la bimba/o. Che colpa ha questa creatura, vuole solo venire al mondo ed essere felice..."

E lei con le lacrime mi dice: "E con la mia famiglia, come si fa?"

"Tranquilla, ci pensiamo insieme!" E dentro di me, mi dico: "Fosse l'ultima cosa che faccio, ma lei il 14 febbraio non ci va in ospedale..."

Avevo 20 giorni di tempo. Le sono stata vicina, ho parlato tanto con Diego, che effettivamente era cambiato dal giorno alla notte.

I giorni volavano ed io mi sentivo impotente. E cosi il 13 febbraio, a fine giornata, le ho detto: "Sei ancora convinta per domani"

E lei: "Non lo so, Sandra"

E allora io le ho dato un piccolo pensiero: delle scarpine da neonato. Lei e scoppiata a piangere. Io l'ho stretta a me e le ho detto: "Tutto si sistema. Io non ti lascio sola".

Abbiamo parlato e parlato ed io quella notte non ho dormito. Dentro di me sapevo che qualcosa di buono avevo fatto.

Arrivo al lavoro e lei era lì. Era diversa. Era bella. Era mamma! Allora la guardo e lei: "Tu sei la più gran testona che io abbia mai conosciuto! Ma hai ragione. Forse questa e la cosa più bella che ho fatto. E' mia e la porto avanti".

E cosi l'ho abbracciata stretta. Abbiamo pianto tanto tanto di felicità e lei: "Guai se mi lasci sola.

.."

"No, mai..."

E cosi è stato. Sono stata con lei alla prima eco. A comprare i vestiti quando ha scoperto che aspettava una bimba. Quando ha detto ai suoi della gravidanza.

E il tempo passava e con Diego andava benissimo finalmente. Hanno anche deciso di sposarsi. Erano tutti felici. E lei, ogni giorno, mi ringraziava. Perché se non era per me, lei avrebbe preso la decisione sbagliata e si sarebbe pentita per tutta la vita.

E ovviamente quando ha partorito, chi ha voluto? Me! C'ero io in sala parto, a tenerle la mano, mentre urlava. E quando è nata, è stata un'emozione fortissima. E' strano, ma l'ho sentita un po' mia quella piccola bimba che si chiama Sara (la S era obbligatoria nel nome). Anche quando è tornata a casa, le sono stata vicina.

Ora Sara ha 8 anni e loro sono felicemente sposati con i loro alti e bassi. Il mio rapporto con lei è sempre speciale. Anche se non viviamo nella stessa stessa città, per Sara sono la sua mamma 2. C'è un legame invisibile e unico che mi lega a quella bambina.

Ad ogni 14 febbraio, lei, Marina, mi chiama e mi dice: "Grazie, la mia vita ora ha senso".

Ed io sono felice di vedere la mia piccola Sara crescere ogni giorno.

(Storia di Sandra77 tratta dal forum di Nostrofiglio.it)

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