Gammy è un bambino thailandese di sette mesi. È affetto da sindrome di Down e da una grave patologia cardiaca congenita. La sua mamma naturale non è la sua mamma biologica, perché la sua è stata una gravidanza surrogata e secondo quanto sostiene la mamma surrogata, sarebbe stato abbandonato dalla sua famiglia naturale, una coppia diBunbury, in Australia, che, invece, si è tenutala sorellina.
La storia del bimbo è venuta alla luce perché Gammy ora ha bisogno di un intervento urgente al cuore e la mamma surrogata, Pattaramon Chambua, che l'ha partorito e ha deciso di crescerlo non può permettersi le cure.
Così su internet il quotidiano thailandese Thai Rath, che per primo ha raccontato la storia, ha lanciato una campagna online "Hope for Gammy" che ha già raccolto oltre 150 mila euro in tutto il mondo. E l'importo continua a crescere.
La storia
Tutto è iniziato perché una coppia australiana che non riusciva ad avere figli si era rivolta a una clinica thailandese per un'inseminazione artificiale con madre surrogata. Quando a metà gravidanza l'ecografia aveva segnalato che uno dei gemelli aveva dei problemi, la clinica avrebbe contattato Pattaramon Chambua che portava in grembo Gammy e la sorellina per 15 mila dollari, per chiederle di procedere a un aborto selettivo del feto malato.
Ma la donna, di soli 21 anni, buddista, si era rifiutata e aveva deciso di tenere il piccolo. E così al momento del parto, ha dichiarato all'emittente australia Abc, la coppia australiana avrebbe scelto di riconoscere solo la femmina sana, adducendo di 'essere troppo vecchi' per allevare due gemelli.
Il padre biologico ha invece sostenuto con i media australiani di non essere mai stato a conoscenza dell'esistenza del bambino e che il medico della clinica avrebbe detto ai genitori adottivi che era nata solo la femmina.
Il mercato delle madre surrogate
Da anni la Thailandia ha superato l'India nel mercato delle madri surrogate, e a ricorrervi sono soprattutto coppie australiane. Ora però molti di questi genitori in attesa di figli da donne thailandesi (sarebbero 400 circa in questo periodo) sono in angoscia: dopo il caso di Gammy i governi dei due Paesi hanno infatti deciso di bloccare tutto e rivedere gli accordi. Si temono quindi complicazioni legali e persino di non riuscire a portare a casa i piccoli partoriti.
Intanto la mamma thailandese di Gammy ha rivolto un appello alle altre donne come lei: "Vorrei dire a tutte le donne thailandesi di non entrare nel giro delle madri surrogate, non pensate solo ai soldi. Perché se qualcosa va storto, nessuno vi aiuterà e il bambino sarà abbandonato".