Un quadro sconfortante che delinea un identikit dei soggetti maggiormente a rischio violenza: sono donne, hanno tra i 15 e i 49 anni, più di un terzo di loro sono straniere e nel 35% dei casi l'aggressore è il compagno.
Questo è quanto emerso dai dati raccolti dal progetto "REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) - Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea", supportato dal Ministero della Salute e coordinato dalla sorveglianza SINIACA-IDB dell'ISS e dall'Ospedale Galliera di Genova.
La relazione finale è stata presentata il 14 novembre in presenza della Ministra della Salute Beatrice Lorenzin e i numeri dipingono un quadro a tinte decisamente fosche:
In Italia, le donne vittime di violenza in età fertile (quindi tra i 15 e 49 anni) sono aggredite dal coniuge o dal partner sentimentale in più di un terzo dei casi e se non è il partner ad usare violenza, l'85% delle volte i colpevoli sono conoscenti. Tale casistica per gli uomini è inferiore al 40% (dati SINIACA-IDB 2015-2016).
L'abuso di natura sessuale invece è la seconda causa di accesso al Pronto Soccorso (un caso ogni venti), con la percentuale che si alza al 17,9% quando a subire violenza è una minore. Litigi e conseguenze di furti occupano il gradino più alto del triste podio.
«Nei flussi di PS EMUR (EMergenza URgenza) di Piemonte, Toscana, Abruzzo e Sardegna del 2013-2104 - si legge nel comunicato del Ministero - si è osservato una tasso medio annuo di accesso in PS per violenza di 139 donne ogni 100.000 residenti, il 72% delle quali di età 15-49 anni».
Stando alla sorveglianza SINIACA-IDB dei centri ospedalieri anti-violenza del REVAMP poi, si nota che nelle donne in età fertile, il 37% delle vittime è di nazionalità estera.
Naturalmente le aggessioni comportano conseguenze significative sullo stato di salute delle vittime, alcune delle quali subiscono ripercussioni del «valore paragonabile a quello delle vittime dirette di grandi disastri, compresi attentati terroristici».
FONTE: Ministero della Salute; Ministero della salute-Salute della donna