Covid 19: consigli per reagire al meglio sul piano psicologico
Ansia, tensione e angoscia sono manifestazioni del disagio diffuso, personale e sociale, che si attivano di fronte a un evento imprevisto che, in brevissimo tempo, ha investito e stravolto le nostre vite: esattamente quello che abbiamo provato in questi ultimi due anni. La pandemia da Covid-19 è stata caratterizzata dal dilagare non solo di una terribile malattia infettiva, ma anche di un'altrettanto pericolosa epidemia di paura e panico. Che cosa succede in questi casi al nostro cervello? E come reagire al meglio sul piano psicologico? Come tutelarsi dallo stress dilagante se arrivassero nuove chiusure, anche parziali, per le varianti?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Roberta Ferrucci, psicologa e autrice del libro "Durante un'epidemia" (edito da Erickson).
Pandemia da Covid - 19: che meccanismi scattano nel cervello delle mamme
Nel vostro libro vengono descritti i meccanismi psicologici e comportamentali di risposta allo stress sia di chi è stato contagiato sia di chi è a rischio contagio: prendendo il nostro target di riferimento, le mamme, ci potrebbe aiutare a capire che meccanismi scattano in queste donne?
La paura.
"Partiamo dal presupposto che la prima emozione è la paura: di infettarsi, di contagiare i propri cari" esordisce la dottoressa Ferrucci. "Soprattutto le mamme che lavorano in ospedale, hanno avuto paura di portare il virus a casa. Noi abbiamo visto numerosissimi casi di operatrici sanitarie che si sono separate dalla famiglia per scongiurare il pericolo. In generale, la preoccupazione colpiva tutte le mamme: chi era in dolce attesa, chi si doveva occupare di bambini piccoli o di genitori anziani, il disagio era diffuso ovunque. Le donne nei lunghi mesi invernali hanno perso la routine e i rapporto sociali: l'isolamento dal resto del mondo ha portato a noia, frustrazione e forte angoscia".
Smartworking e ritmi familiari alterati: quali sono le conseguenze psicologiche?.
"Non tralasciamo poi il tema del cambio di situazione familiare: i genitori in smart working, i figli senza attività extrascolastiche, tutto il giorno in casa in Dad, considerando anche che la convivenza forzata poteva anche avvenire in pochi metri quadrati.
In questa situazione già di per sé complicata, le mamme hanno dovuto non solo portare a casa il lavoro ma continuare comunque a pensare alla famiglia e di conseguenza ristrutturare tutta la giornata. Il rapporto con il partner è stato compromesso: averlo sempre in casa, dover gestire lui, i suoi spazi e il suo lavoro e nel frattempo preparare pranzo e cena per tutti è stato indubbiamente stressante. Questo ha generato nelle donne uno stato di affaticamento psicofisico che ha favorito conflitti generazionali e di coppia, con conseguenze sulla salute di tutta la famiglia".
Come reagire allo stress da Covid 19: il circuito della ricompensa e la tecnica STOP
Possiamo dare alle nostre lettrici dei suggerimenti pratici, basati sulla vostra esperienza, per reggere lo stress e non farsi travolgere?
Il circuito della ricompensa
"Partiamo da dei consigli semplici ma sempre molto efficaci: fare sport, ascoltare musica e aiutare gli altri. Si tratta di tre comportamenti virtuosi che possono attivare il circuito della ricompensa. Ricordo che tutto ciò che ci fa stare bene e ci piace, tende ad abbassare i livelli di stress".
Fare sport. "L'attività fisica potenzia cuore e muscoli ma rafforza anche le prestazioni cognitive e riduce il livello di cortisolo. Lo sport contribuisce all'attivazione cerebrale del circuito della ricompensa e del piacere, che hanno sempre aiutato l'uomo a sopravvivere".
Ascoltare musica. "Come diceva Platone, "Quando l'anima ha smarrito la melodia, il ritmo aiuta a ritrovarla'. Questo perché la musica ha un'influenza sul sistema dei neurotrasmettitori: ad esempio, mucche e capre hanno una migliore produzione di latte quando ascoltano una canzone".
Aiutare gli altri. "Pensiamo a cosa succede in un alveare. Lì dentro l'ape regina e le api operaie, tutti si attivano per l'utilità collettiva: il fine ultimo è la sopravvivenza dell'alveare. Nei primi momenti di pandemia abbiamo vissuto un meccanismo simile, quello dei canti sui balconi.
Il nostro vicino di casa condivideva la stessa angoscia: cantare è stato un modo per sopravvivere. Anche i social sono stati d'aiuto: ad esempio, si sono creati diversi gruppi su facebook dove le mamme si scambiavano idee su attività da fare con i bambini a casa. Condividere vissuti e pensieri abbassa le angosce".
La tecnica STOP, un aiuto nei momenti di panico
Un escamotage utile nei momenti di eccessivo stress è lo STOP, un acronimo che sta per "Stop, Take a Breath, Observe, Proceed" e che viene ben descritta nel box a pagina 62 del libro.
"Si tratta di una tecnica inserita in un protocollo di mindfulness. Nel momento in cui una mamma si trova sopraffatta dalle cose da fare, ha la necessità di fermarsi, fare dei profondi respiri, osservare ciò che sta accadendo senza giudicarlo e poi procedere. Se possibile, consiglio di allontanarsi fisicamente dal luogo in cui si è scatenato il tutto (ad esempio la stanza in cui i bambini giocano rumorosamente e contemporaneamente la mamma deve lavorare) e di prestare attenzione a cosa succede dentro di noi (ci fa male lo stomaco? l'addome?). Una volta che abbiamo osservato e respirato profondamente, possiamo riorganizzare la nostra azione, decidere come agire al meglio".
Le sedute di psicoterapia online
Nella sua esperienza le sedute psicologiche a distanza hanno dato buoni risultati?
"Noi abbiamo utilizzato molto l'online: abbiamo attivato sia sedute di psicoterapia ma anche corsi di mindfulness per aiutare le persone con la regolazione delle emozioni. Nel complesso devo dire che i pazienti ne sono stati felici, non si sono sentiti abbandonati nei momenti più difficili. Per le mamme poi è stato anche molto comodo perché più agevole da incastrare nella routine. L'aspetto negativo è stato che non sempre le donne sono riuscite a ritagliarsi uno spazio di adeguata privacy".
Come aiutare le mamme che possono aver sviluppato sindromi da evitamento?
"L'evitamento è un'altra strategia che si mette in atto per sottrarsi ad eventi temuti, per non affrontare le emozioni negative. Evitare di affrontare le emozioni difficili inizialmente fa stare meglio, quindi la persona continuerà a farlo. Il corrispettivo funzionale dell'evitamento è l'accettazione, che nel concreto significa aprirsi all'esperienza, lasciare spazio alle emozioni negative e ai ricordi dolorosi. Accettandoli senza giudicarci, riusciremo ad indebolire la negatività".
L'intervistata
Roberta Ferrucci è Dirigente psicologo presso l'ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e ricercatrice in Psicobiologia e Psicologia fisiologica presso il CRC «Aldo Ravelli» per le Neurotecnologie e le Terapie Neurologiche Innovative dell'Università degli Studi di Milano, ed è docente di Psicologia presso l'Università degli Studi di Milano. Il libro "Durante un'epidemia" è stato scritto con i suoi colleghi Benedetta Demartini, Maria Rita Reitano, Fabiana Ruggiero, Veronica Nisticò, Alberto Priori.