"Si sarà addormentato subito? Avrà chiesto di me? I nonni, gli avranno dato troppi dolci? Quasi quasi ritelefono..."
Alzi la mano chi non ha rimuginato almeno una volta su questi interrogativi (mentre il piccino riposava sereno da ore dai nonni)
C'è un'età più adatta per iniziare per iniziare a lasciare i propri piccoli una notte fuori casa? C'è una frequenza più o meno indicata? Quali sono gli accorgimenti perché, soprattutto il bambino, possa godere di questo tempo insieme ai nonni?
Ne abbiamo parlato con Leo Venturelli, pediatra responsabile dell'educazione alla salute per la Società italiana di pediatria preventiva e sociale e con Patrizia Riccò, pedagogista dell'infanzia e consulente per le scuole primarie nel milanese e in associazioni per la prevenzione al disagio giovanile.
Dormire dai nonni non è un obbligo, ma un piacere
«Innanzitutto occorre che siano d'accordo tutte le persone coinvolte: il bambino, i nonni e i genitori - spiega Riccò -. Soprattutto se questa decisione non parte da una necessità o un'urgenza. Non ci sono princìpi pedagogici per cui è obbligatorio che a un certo punto il bambino debba fare questo passaggio».
«Non esiste nemmeno un'età consigliabile: questo in particolare dipende dall'attaccamento che il bambino ha elaborato dentro di sé: saper stare in un'altra casa, infatti, implica che il bambino abbia acquisito buona sicurezza e abbia stabilito un attaccamento sicuro. Se il bambino non se la sente o non manifesta un desiderio esplicito in riferimento alla sua età, non è bene forzarlo, sempre circoscrivendo a situazioni che non sono di necessità o urgenza».
«Certamente, questo attaccamento è reciproco: per un bambino che voglia uscire e desideri andare a dormire dai nonni ci devono essere genitori con "braccia aperte", in grado di lasciare andare. Sono quasi "prove di coraggio", potremmo dire, e vanno affrontati senza troppe paure. Il buon senso e l'equilibrio devono essere il metro per valutare il momento giusto insieme ai nonni».
Il ruolo dei nonni
«La casa dei nonni non è la casa dei genitori, per cui accettiamo che ci siano regole diverse - continua Riccò - e accettiamo che il ruolo dei nonni sia anche quello di educare senza regole rigide, con qualche vizio. Per questo l'accordo e la fiducia tra adulti deve essere alla base di tutta l'esperienza, e costituire un'alleanza educativa».
«Perché quest'esperienza sia sicura, oltre che serena, è bene che i nonni siano in forma e autonomi - aggiunge il pediatra Venturelli -: soprattutto quando il piccolo ha ancora bisogno di essere cambiato o se ancora non cammina, ha bisogno di adulti in forze e attenti. Ancora meglio, sarebbe opportuno che in casa qualcuno avesse la patente e potesse guidare facilmente, in caso di emergenze. Se si hanno più figli, il fratello maggiore può vivere quest'opportunità come momento in cui lo si può fare sentire più grande e in grado di vivere un'avventura "da grandi", appunto».
Consigli utili per la prima notte fuori casa
Consigli utili per la prima notte fuori casa
«Un bambino di 2, 3, 4 anni troverà il dormire fuori casa come una cosa piacevole e attraente - premette il pediatra -. Nel primo anno di vita possiamo valutare ad esempio quanto il bambino stia volentieri in braccio ai nonni e come si sente al suo agio in un'altra casa: se piange spesso e non rimane concentrato in qualche attività, potrebbe non essere pronto: valutiamo quindi l'opportunità di farlo dormire dai nonni solo in caso di necessità. A quest'età, assicuriamoci che in casa ci siano generi di conforto come lo yogurt con dei biscotti o la banana schiacciata che possano rasserenare il piccolo per colazione».
«A 2 anni può essere simpatico preparare insieme il letto dove il bambino andrà a dormire, così da renderlo partecipe e protagonista di questa esperenza. Non dimentichiamo di procurare ai nonni tutti quei medicinali o prodotti di uso quotidiano per la salute del bimbo con patologie croniche ad esempio o alimenti particolari in caso di allergie o intolleranze: non è detto che i nonni abbiano sempre in mente queste informazioni.
Ancora, è bene avere sempre un termometro per bambini a disposizione».
«Quando è il caso, al contrario, di preoccuparsi? Quando il bambino preferisce dormire di più dai nonni che a casa o quando questa attività diventa regolare e perda la sua caratteristicha di "serata speciale". Forse in questo caso dovremmo chiederci se ci sia qualcosa che non va».