Figli e genitori: come gestire la Fase 2
Ora che siamo entrati nella fase 2, sono tante le paure e i timori legati a un nuovo processo di adattamento.
Gabriella Scaduto, esperta di diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia, ci spiega come affrontare questo complicato modello storico.
L'isolamento e le restrizioni a cui siamo stati sottoposti negli ultimi due mesi, sono stati causa di angosce legate al virus e sono nate nuove paure verso il mondo esterno; perciò, è necessario ripensare ai nostri comportamenti e rivedere le nostre abitudini.
Come genitori è nostro compito spiegare quanto sta accadendo ai più piccoli. Per questo motivo, è stato redatto un vademecum da parte di OPL in collborazione con il Comune di Milano, per aiutare i genitori ad affrontare questa nuova fase dell'emergenza, mettendo al centro le emozioni e preoccupazioni dei propri figli.
In questo articolo
1 Sintonizzati su ciò che sentono
La nuova fase dell'emergenza può far nascere sentimenti contrastanti nei bambini: alcuni, con l'allentarsi delle restrizioni, possono temere per la propria salute o per quella dei genitori che tornano a lavorare; possono mostrare difficoltà a separarsi oppure mettere in atto comportamenti regressivi o particolarmente reattivi. Altri, invece, possono vivere con grande frustrazione i limiti del nuovo decreto che ancora non permettono di assaporare appieno la normalità. In questi casi, è importante porsi in ascolto di quanto ci stanno comunicando attraverso i loro comportamenti.
2. Fornisci spiegazioni chiare e adatte all’età
I bambini possono avere difficoltà a comprendere le ragioni per cui ancora non è possibile abbracciare i familiari, giocare con i loro amichetti, utilizzare le aree attrezzate dei parchi pubblici. È importante spiegar loro le ragioni di tali limitazioni e comprendere la fatica ad accettarle.
3. Coinvolgili nell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale
L'utilizzo della mascherina rimane obbligatorio anche all'aperto in Lombardia, salvo per i bambini al di sotto dei 6 anni. Adattarsi a questo mezzo di protezione può non essere semplice per i bambini, sia per una questione di praticità, sia perché implica un cambiamento più profondo legato all'immagine di sé.
Coinvolgerli nella scelta di mascherine personalizzate può favorire il processo di accettazione del dispositivo e gradualmente integrarlo nel proprio schema corporeo.
4. Rassicurali
La seconda fase dell'emergenza e l'attenzione al possibile ritorno di un contagio, può generare ansie e paure che potrebbero favorire comportamenti di "evitamento" e di distanziamento indiscriminato verso il mondo esterno. Ancora una volta occorre sintonizzarci sui loro vissuti e far appello alle pratiche igieniche che, oltre a proteggerci, forniscono la possibilità di avere una certa quota di controllo sulla propria salute e su quella degli altri. I genitori diventano importanti modelli di apprendimento per i bambini.
5. Aiutali a gestire il loro tempo... anche all’aperto
E' importante continuare a scandire i tempi della giornata cercando di mantenere un ritmo regolare dei momenti di pasto, studio e gioco. Nel caso in cui i genitori, nella ripresa lavorativa, si avvalgano di familiari o babysitter, è bene condividere con loro la programmazione della giornata favorendo una continuità dei ritmi acquisiti. Le attività vanno programmate facendo riferimento a tempi di attenzione e concentrazione sostenibili dal bambino e nei compiti scolastici è bene prevedere dei momenti di pausa. Nella routine quotidiana è importante inserire attività all'aperto (passeggiate/bicicletta), ammesse ai minori accompagnati da un genitore, nel rispetto delle regole del distanziamento sociale.
Fonti per questo articolo:
OPL e Comune di Milano