Un bambino con meno di tre anni può dormire dal papà?
Quando i genitori si separano, la tutela e il benessere del bambino diventano priorità assolute. Il principio guida nelle decisioni giudiziarie e nelle pratiche di affido è sempre l'interesse del minore. Ogni scelta deve essere fatta con attenzione per garantire che il bambino cresca in un ambiente stabile, amorevole e sicuro.
Nel caso dei bambini molto piccoli, specialmente quelli sotto i tre anni, trascorrere il tempo con la madre anche durante la notte è fondamentale, soprattutto per favorire l'allattamento che non è solo un bisogno nutrizionale, ma svolge anche un ruolo cruciale nel legame emotivo tra madre e figlio, fornendo conforto, sicurezza e un senso di protezione al bambino.
Alla domanda "Un bambino sotto i tre anni può dormire dal papà?", finalmente è stata data una risposta dalla Cassazione.
Che cosa dice la Cassazione?
La Cassazione ha stabilito che, per i bambini di età inferiore ai tre anni, il pernottamento presso il padre non è consentito, anche se il Tribunale ha disposto l'affidamento condiviso. Questa posizione è stata confermata nella sentenza numero 19069 dell'11 luglio 2024, in cui i giudici hanno rigettato il ricorso di un genitore che richiedeva di far pernottare il figlio presso la propria abitazione. I magistrati di merito hanno motivato il loro diniego sottolineando che la giovane età del bambino e le sue esigenze specifiche di cura, inclusa l'allattamento al seno, non sono compatibili con pernottamenti lontano dalla madre. Al momento della presentazione del ricorso in primo grado, il bambino aveva solo sedici mesi.
Nonostante il divieto di pernottamento, la Corte ha stabilito che il principio della bigenitorialità venga comunque rispettato attraverso diverse modalità di incontro e interazione. In particolare, il padre non convivente avrà diritto a trascorrere il fine settimana con il figlio a giorni alterni e a incontrarlo per due pomeriggi infrasettimanali.
Inoltre, sono stati assicurati contatti quotidiani tramite chiamate audio e video, e il padre potrà essere presente durante festività, ricorrenze e periodi di vacanza. Queste disposizioni mirano a mantenere un legame significativo e regolare tra il bambino e il padre, garantendo al contempo che le necessità e il benessere del minore siano sempre al centro dell'attenzione.
Quando compie tre anni può dormire dal papà?
La Corte ha delineato che, al compimento del terzo anno di età del bambino, i pernottamenti presso il padre diventeranno una consuetudine. La nuova disposizione prevede un pernottamento infrasettimanale, uno durante il fine settimana alternato, e la possibilità di soggiornare presso il padre anche durante le vacanze natalizie e estive. Questa decisione è volta a garantire un equilibrio più stabile nella vita del bambino e a promuovere un rapporto significativo e regolare con entrambi i genitori.
E' importante che il padre mantenga un rapporto stretto e significativo con il bambino. Il tempo di qualità trascorso con il padre, anche se inizialmente concentrato durante il giorno, è essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Con il passare del tempo e man mano che il bambino cresce, il contatto notturno con il padre può diventare più frequente e normale.
Il commento del pedagogista
"Non ha alcun senso ed è dannoso per i piccoli essere continuamente sballottati da una casa all'altra senza una permanenza fissa, che favorisca una abitudinarietà e una stabilità che nei primi tre anni di vita segnano tutto il resto dell'esistenza" continua il pedagogista "finalmente anche i giudici, con questa importante sentenza, ratificano che e leggi devono sottostare ai principi di sintonizzazione con le fasi educative e psicologiche di crescita infantile. Ogni cosa a suo tempo".
"Fondamentale garantire la continuità fra endogestazione ed esogestazione, che la teoria dell'attaccamento primario, mai messa in discussione a livello scientifico, ha continuato a ribadire" prosegue Daniele Novara "L'idea che un bambino così piccolo possa dividere le notti tra i due genitori è totalmente estranea a ciò che dovrebbe essere una gestione rispettosa dei suoi tempi di crescita".
"Mi auguro che anche su altri aspetti delle vicende relative alle separazioni genitoriali la giustizia sappia ribadire la priorità delle fasi di crescita rispetto ai desideri possessivi di determinati genitori che rischiano di lasciare ferite profonde nella crescita dei loro figli" conclude Novara "se un genitore vuole essere tale, deve conoscere le fasi di crescita, rispettarle e non sollecitare inversioni di giudizio a scapito proprio dei suoi bambini e bambine".
Fonti