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Filastrocca: "Leggenda di Colapesce"

di Sara Sirtori - 22.04.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
"Leggenda di Colapesce" è una filastrocca di Mimmo Mòllica in occasione della "Giornata della Terra" (Earth Day), in programma il 22 aprile.

In questo articolo

La leggenda di Colapesce per la "Giornata della Terra"

La "Leggenda di Colapesce" di Mimmo Mòllica, è una filastrocca moderna di un'antica leggenda, che dà nuova voce alle imprese di questo "eroe popolare" in occasione della "Giornata della Terra" (Earth Day), uno dei più grandi eventi di sensibilizzazione ambientale, in programma il 22 aprile. Colapesce – infatti – è testimone di un degrado marino e ambientale che vorrebbe fermare. Così come è nelle finalità della Giornata della Terra.

La leggenda di Colapesce

Cola era un ragazzo di Messina, 

figlio del mare di Sicilia bella, 

viveva a Capo Faro, alla marina,

con padre, madre, fratelli e una sorella.

Cola guardava il mare e gli parlava

raccontava alle onde i suoi segreti,

e il mare come amico l'ascoltava,

erano ore felici e giorni lieti.

Trascorreva giornate tra le onde,

dal fondo riaffiorava dopo ore,

scoprendo le bellezze più profonde:

creatura degli abissi e nuotatore.

Sorpresa negli abissi 

Sorpresa negli abissi fu infinita:

creduti solo freddi e  inospitali,

erano ricchi di ponti naturali, 

collegavano il mondo e tutti i mari.

Il mistero più grande della Terra, 

è regolare il clima del Pianeta, 

stemperando emissioni di gas serra, 

ma l'uomo pensa troppo alla moneta.

Cola osservava barriere coralline,

rifugio di creature e vegetali,

e scandagliava le profondità marine, 

in cerca di bellezze naturali,

tutte essenziali al nostro ecosistema, 

fonte di ossigeno, vita e protezione,

per il Pianeta oggi un gran  problema,

degrado delle coste ed erosione. 

E un giorno il re venne a Messina

E quando un giorno il re venne a Messina 

senti dire di un uomo coraggioso, 

gran nuotatore, mente cristallina,

figlio di un mare assai meraviglioso.

Volle conoscer Cola di persona:  

− Dicon che sai nuotare come un pesce,

dammene prova sulla mia corona 

che a scandagliarlo c'è solo Colapesce;

se non sei solo sciocco vagabondo

dimmi il mio Regno com'è fatto in fondo.

Il Re gettò la sua corona in mare, 

tutta smeraldi, gemme e fili d'oro:

− La mia corona corri a ripescare.

Cola pensava a ben altro tesoro.

Il Re quindi gli chiese: − In verità

dimmi, cosa c'è in fondo nel mio mare?

− Sapete cosa c'è? – disse – Maestà,

c'è una montagna e un fuoco colossale,

un gran vulcano attivo e minaccioso,

sputa lapilli e lava naturale 

e tre colonne che il gran fuoco ha eroso.

Emette tanta lava ad intervalli,

a grande altezza lancia i suoi lapilli, 

come bombe infuocate tra i coralli,

abbatte colonne come dei birilli.

L'uomo qua in Terra tende all'infinito, 

a sfidar la natura si è accanito.

Per sete di dominio e di potere, 

vuol somigliare al Dio dell'infinito. 

L'uomo si esalta per onnipotenza, 

per il potere ed il falso progresso, 

vorrebbe sovvertir pure la scienza,

comprare col denaro anche se stesso.

È il cuore che ci spinge a grandi cose: 

di libertà e giustizia abbi gran sete, 

apprezza pure le spine delle rose 

e studia anche le stelle e le comete.

Ogni uomo, senza razza e religione, 

cultura, pelle, stato e tradizione, 

vorrebbe a questo mondo vere cose: 

pace infinita, libertà e mimose. 

Mimmo Mòllica ©

Qui finisce il racconto di Colapesce. Il re lo aspettò invano, affacciato al suo balcone. Passarono i giorni e Cola non tornava. Non torna ancora.

Fonte: Mimmo Mollica

La "Leggenda di Colapesce": leggenda e metafora

La filastrocca di Colapesce di Mimmo Mòllica, qua pubblicata in parte, è leggenda e metafora. Immergendosi per giornate intere nelle profondità marine, il 'ragazzo di Messina' è in cerca dell'unico tesoro cui è veramente interessato: fermare il degrado marino e ambientale," rendere mari e mondo più accoglienti ed il Pianeta sempre più civile; dare un mondo migliore ai discendenti".

Colapesce sorregge la 'colonna' del delicato ecosistema scoperto e descritto da Darwin, minacciato dall'inquinamento e dall'inesorabile degrado dell'ambiente marino, che modificano la naturale condizione del Pianeta.  Degrado causato dall'uomo e dalle sue attività sbagliate.

Sarà possibile partecipare alla «Giornata della Terra» (Earth Day), #rimanendo a casa, con #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale che dalle 8 di mattina alle 20 di sera  del 22 aprile creerà un palinsesto digitale dedicato all'evento.

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