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Sesso e adolescenti: l'allarme infezioni

di Valentina Murelli - 10.08.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
I ragazzi italiani sono poco informati sulle malattie a trasmissione sessuale – Hiv, ma anche  Hpv, sifilide, epatite B e C, herpes, candida, clamidia – e su come prevenirle. Secondo gli esperti servirebbe più educazione sessuale a scuola  

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Adolescenti e infezioni a trasmissione sessuale: ancora tanta disinformazione

È vero o falso che l'infezione da Hpv, il papilloma virus, si trasmette per via sessuale? Nelle scuole superiori italiane è solo il 43,5% degli studenti a rispondere in modo corretto (a proposito: è vero!), secondo i primi risultati dello Studio nazionale fertilità rilasciati dal Ministero della salute a inizio 2019 e relativi a un campione di 16 mila studenti di terza. Va meglio nel caso dell'Hiv, riconosciuto come malattia a trasmissione sessuale (Mts) dal 95,5% dei ragazzi, ma peggio per l'epatite o la Clamidia, sulle quali risponde bene rispettivamente il 39% e il 28% degli studenti.

Ancora: nel 2016, un'indagine degli operatori del Centro per le infezioni cutanee e le malattie a trasmissione sessuale dell'ospedale San Martino di Genova aveva mostrato che, messi di fronte a un elenco di Mts (Hiv, sifilide, epatite B e C, herpes, candida e condilomi) solo lo 0,5% degli studenti di una ventina di scuole superiori di Genova e Lecce le riconosceva tutte come tali. “Di recente abbiamo rivolto la stessa domanda a un gruppo analogo di studenti in Albania, ottenendo il 20% di risposte giuste” ci anticipano Francesco Drago e Giulia Ciccarese, alla guida del Centro.

Una differenza sorprendente nel livello di conoscenze, che i due medici attribuiscono almeno in parte al diverso approccio nei confronti dell'educazione sessuale a scuola. “In Albania, come in molti paesi europei, è obbligatoria. Da noi non solo non lo è, ma anche le scuole che la vogliono fare spesso incontrano difficoltà” sottolinea Drago, puntando il dito sopratutto contro i genitori. “Molte volte sono proprio le famiglie a rifiutarla, perché considerano 'spinoso' l'argomento. Intanto, però, per molti ragazzi si abbassa l'età del primo rapporto”.

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Prevenzione, questa sconosciuta

Che i ragazzi italiani ne sappiano davvero poco in fatto di Mts lo mostrano anche i dati relativi all'informazione sulla prevenzione. Sempre secondo lo Studio nazionale fertilità, quasi tutti sanno che il preservativo è utile in questo senso (per quanto neppure lui sia perfetto: per Hpv ed herpes è meno efficace che per altre Mts).

Oltre un adolescente su due, però, pensa vada bene qualunque metodo contraccettivo, dal calcolo dei giorni fertili al coito interrotto, alla pillola (che invece non proteggono affatto dalle Mts). Mentre altre indagini hanno rivelato che un giovane su cinque attribuisce effetti protettivi a una dieta sana. "Il risultato di questa scarsa consapevolezza lo vediamo in ambulatorio tutti i giorni" raccontano Drago e Ciccarese: "Minorenni con infezioni da HPV, le più frequenti e per altro prevenibili con il vaccino, o da Clamidia e micoplasmi: germi considerati minori, che danno infezioni spesso asintomatiche ma che a lungo andare possono portare a infiammazione cronica e infertilità. O con sifilide, non frequentissima ma riemergente".

Malattie curabili

Dati nazionali certi sull'epidemiologia delle Mts negli adolescenti non ce ne sono, ma chi ci lavora non ha dubbi che si tratti di numeri importanti (all'ambulatorio del San Martino ne vedono una ventina al mese) e alcune stime parlano di un ragazzo colpito ogni quattro o cinque. “La buona notizia – conclude Ciccarese – è che stiamo osservando un aumento delle richieste di test di screening, magari dopo un rapporto a rischio. È un bene, anche perché molte di queste malattie sono perfettamente curabili, tanto più all'inizio, quando ancora non danno sintomi”.

Contraccettivi, ecco i preferiti
Il contraccettivo più amato dagli adolescenti? Secondo i dati dello Studio nazionale fertilità è il preservativo, scelto dal 77% dei ragazzi alle prese con il loro primo rapporto sessuale. Ma sono ancora molti i ragazzi e le ragazze che scelgono metodi poco sicuri – da tutti i punti di vista – con il 25% che si è affidato al coito interrotto e l'11% al calcolo dei giorni fertili. E ben un ragazzo su dieci non usa alcun metodo.

Poco utilizzata la pillola, e ancora meno i contraccettivi a lungo termine come spirale e impianto sottocutaneo di ormoni, che pure sono consigliati da varie linee guida internazionali anche per le adolescenti. Altre indagini riportano cifre leggermente differenti, ma la sostanza non cambia. “Per quanto frammentari, i dati disponibili sui contraccettivi raccontano una sessualità vissuta dai ragazzi in modo spregiudicato e spavaldo” commenta Emilio Arisi della Società medica italiana di contraccezione. “Più consapevole, ovviamente, quella degli adulti, che per la contraccezione scelgono soprattutto preservativo e pillola”.

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