Una madre aspetta il momento della nanna con ogni fibra del proprio corpo poiché quello è l'unico momento di pausa in cui può concedersi di pensare solo a se stessa; non è egoismo, ma semplice bisogno di autoconservazione per un'entità, quella materna, totalmente assorbita dai suoi compiti di madre, moglie e, in molti casi, lavoratrice.
Talvolta però i bisogni dei piccoli bussano alla porta di questa piccola bolla di relax, facendo ripiombare la madre alla sua realtà di impegni pressanti e ritmi forsennati.
Il post di Bunmi Laditan, mamma social che ha condiviso la sua esperienza con la rete, non può che essere la storia che ogni madre vive quotidianamente nel nome dell'amore per la propria famiglia.
Lo abbiamo pubblicato tre anni fa, ma visto il suo significato sempre attuale ve lo riproponiamo.
«La notte è il mio momento. Mentre i giorni sono per il lavoro, le pulizie e le commissioni, una volta che l'ultimo figlio respira pesantemente e costantemente nel suo letto, mi sento viva in un modo nuovo. Il silenzio scende su casa mia e io sono libera di fare quello che vorrei.
Non era passata che un'ora da quando avevo rimboccato le coperte a tutti quando l'ho sentito lamentarsi. Mi sono irrigidita e ho ascoltato.
Talvolta lo fa nel sonno, ma no, questa volta cercava prorio me, chiamandomi non l'unico nome che conosce.
L'ho trovato seduto, agitato e sudato. Piagnucolava incessantemente. Ho provato tutti i trucchi per calmarlo: dargli l'orsetto preferito, coprirlo con le lenzuola per scadarlo, stringerlo in un abbraccio.
Niente ha funzionato e ho sentito che la frustrazione aumentava. Non volevo essere lì, nella sua stanza, alle prese con la versione più difficile di lui. Avrei voluto sdraiarmi, leggere, guardare Netflix, o mangiare qualcosa. Me lo meritavo.»
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«Il mio primo istinto è stato quello di lottare per proteggere ciò che minava la mia notte -continua la donna - ma se c'è una cosa che ho imparato sulla maternità è che alcune cose non possono essere affrettate. I bambini sentono quando siamo impazienti. Percepiscono quando si è in due posti contemporaneamente e useranno ogni arma nel loro arsenale per portarvi al momento presente [...]
Così mi sono rilassata e mi sono arresa, non a lui o ai suoi bisogni, ma al fatto che in quel momento aveva bisogno di me. Avevo bisogno che io fossi lì e io lo sapevo. Non c'era modo di sfuggire a questo. Ho sentito nelle ossa che dovevo essere lì»
Mamma Bunmi infine conclude così:
«Le persone pagano per imparare quello che insegnano i bambini gratis: come smettere di lottare contro ciò che è e si comprende. Questo non significa che tu dica di sì a tutto, ma per cambiare in modo efficace qualcosa, bisogna prima conoscerla e viverla appieno e non importa quanto possa essere scomodo. A volte devi sederti.
Finalmente sta dormendo, per ora. Con i bambini, "buonanotte " a volte può dire, "a presto" ma io mi sento calma. Che si svegli tra 8 ore o tra 30 minuti, lo sarò lì. Dopo tutto, è per questo che esiste il caffè.»
Che dire? Big Up for You Mamma Bunmi!
Aggiornato il 17.02.2020