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Il ruolo dei nonni ai tempi del Coronavirus

di Zelia Pastore - 16.04.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Videochiamate brevi ma costanti nel tempo, conversazioni basate sul racconto di fatti concreti, acquisto di doni utili e stimolanti per far giocare i nipoti a distanza: come i nonni possono essere presenti nella vita dei loro cari anche stando loro lontani

In questo articolo

Nonni, nipoti e il coronavirus

Impossibilitati a vedere i nipotini per motivi di salute pubblica e soprattutto per preservare la loro incolumità (sono tra i soggetti più colpiti dal Coronavirus), i nonni sono sempre una figura preziosa e importante. Vediamo come possono ricoprire il loro ruolo anche in questo tempo precario e complicato, segnato dalla pandemia. Abbiamo chiesto a Daniele Novara, pedagogista e fondatore del CPP di Piacenza, di dare ai genitori e anche ai nonni qualche consiglio di carattere organizzativo, come quelli che si trovano nel suo ultimo libro "Organizzati e felici" (Bur Parenting).

L’importanza dei nonni ai tempi del Coronavirus

Facciamo una premessa, che può apparire scontata ma è bene ribadirla: perché è importante mantenere il legame con i nonni anche in questa situazione complicata e inedita?

"Perché i nonni rappresentano la continuità genealogica: sono la manifestazione concreta del fatto che ognuno di noi ha delle radici, che dietro ad ogni bambino c'è una famiglia, un albero genealogico, una storia. I bambini attraverso le figure dei nonni acquisiscono la consapevolezza di non essere venuti al mondo come dei funghetti spontanei ma amati e desiderati, dentro una storia".

Come spiegare ai bambini che non possono vedere i nonni per l’emergenza Coronavirus?

"Teniamo conto del fatto che ci sono tanti genitori che hanno i nonni nel sud e lavorano al nord: i loro figli sono abituati a non vedere i nonni per lunghi periodi. Per antonomasia, la presenza di questi nonni non è continuativa. Ci sono anche situazioni opposte, in cui i bambini sono abituati a stare tutti i giorni a casa dei nonni: la frequenza dei contatti telefonici andrebbe ricalcata su quella che è stata fino ad adesso la vita reale".

Il fatto di non vedere i nonni è sicuramente un dispiacere, ma "i bambini hanno grande capacità di adattamento e in qualche modo se ne fanno una ragione. L'importante è adeguare la modalità di comunicazione alla loro età".

Come adeguare la comunicazione all'età:

  • 0- 3 ANNI. "All'asilo nido il bambino è tutto immerso nella sensorialità". La comunicazione deve essere semplice ed essenziale, vedendo i nonni al telefono i piccoli saranno contenti e non faranno troppe domande.
  • 4 ANNI. "Dal 4 anno di vita il bambino non è più sensorialità allo stato puro, ma inizia ad acquisire forme di costruzione della realtà: il fenomeno della "riconnessione cognitiva". Capiscono che i nonni sono distanti e che per un po' di tempo non è possibile vederli per colpa di un virus".
  • 5 ANNI. "Nel 5 anno di età si introduce il concetto della perdita irreversibile: il bambino comprende ad esempio che il pesciolino rosso che è venuto a mancare non tornerà più e vive questa sofferenza. Si tratta di un concetto che va inserito con gradualità: il cervello dei piccoli di 5 anni ha la possibilità di capire questa situazione ma non è detto che voglia utilizzare questa competenza. Si tratta di disponibilità cognitive che hanno i loro tempi e le loro contestualizzazioni". A questa età quindi potrebbero incominciare a temere di perdere i nonni se le spiegazioni fornite non sono adeguate alla loro età e se i genitori non stanno attenti a non far trapelare in maniera eccessiva le loro preoccupazioni.
  • 6 - 7 ANNI. "Fino a 6, 7 anni si può  dire che per un periodo non ancora ben definito i bambini non vedranno i nonni, non è necessario spiegare in maniera dettagliata i motivi, basta un generico concetto di salvaguardia della salute".
  • 8 ANNI. "Per quelli più grandi, a partire dagli 8 anni quando il pensiero è un po' più formato, si può segnalare la presenza di una malattia che dobbiamo evitare e quindi ognuno resta a casa sua".

La regola generale è che "le comunicazioni dovrebbero essere molto asciutte e limitate, qual tanto che basta per dire ai più piccoli come sarà la loro vita: non andranno a scuola, staranno in casa, potranno fare dei giochi, fare un po' di compiti, leggere e sentire i nonni al telefono una o più volte al giorno.

Insomma, in educazione è sempre meglio comunicare ai figli ciò che faranno o devono fare piuttosto che dare "spiegoni" eccessivi". Le comunicazioni operative sono le più efficaci.

ATTENZIONE ALLE ECCESSIVE RASSICURAZIONI. "Infine occorre fare attenzione anche all'eccesso di rassicurazioni, esiste una comunicazione diretta e una comunicazione subliminale. Spesso gli adulti finiscono col trasmettere le loro preoccupazioni mentre cercano di essere tranquillizzanti, quasi che tranquillizzare i bambini diventasse un modo per tranquillizzare se stessi".

Cosa possono fare i nonni a casa per far sentire ai nipotini che sono loro vicini?

Tenendo conto quanto appena detto, cioè che il tema della scomparsa e della perdita arriva nel 5 anno, le conversazioni con i nonni che sono in salute "dovrebbero essere possibilmente non lunghissime e vertere sempre su temi concreti. Se i nonni non stanno bene, il tema della malattia va inserito in maniera graduale e sempre facendo attenzione all'età del bambino e alle sue possibilità di comprensione".

SUGGERIMENTI PER I NONNI

  • LE ATTIVITA' DELLA GIORNATA. "Le domande ai piccoli potrebbero vertere sulle attività della giornata: "raccontami che disegno hai fatto, fammelo vedere, mostrami la torre dei Lego". Dal canto loro i nonni possono mostrare le cose che hanno fatto loro: ad esempio una torta, se sono spuntati i fiori sul balcone, se hanno sistemato un angolo della casa in maniera diversa, se hanno appeso delle foto dei nipotini al muro".
  • GLI STIMOLI. "I nonni possono anche ricordare con i bambini i giochi che facevano insieme come il gioco delle carte, e suggerire ai piccoli di farli con la mamma. Possono poi commissionare ai bambini dei disegni, dei lavoretti e delle ricette da fare e da consegnare ai nonni nel futuro, per gratificarli e farli sentire impegnati e importanti".
  • FIABE E RACCONTI. "Le conversazioni possono anche essere riempite con il racconto di una storia, di una fiaba. Per i bambini dagli 8 anni in su è molto bello anche ascoltare i nonni raccontare le loro esperienze di vita: di quando erano bambini loro, i ricordi d'infanzia, come era l'Italia ai loro tempi". Le fiabe possono anche essere raccontate con un audio o un video di whatsapp o mandate via pdf ai genitori.
  • REGALI INTELLIGENTI. Per aiutare i genitori durante la quarantena, attraverso gli acquisti online si possono far recapitare pennarelli, tempere ma anche giochi in scatola o libri che diano qualche idea a mamma e papà, come "Imparare giocando" di Marta Versiglia".

L'intervistato

Daniele Novara è pedagogista e fondatore del CPP di Piacenza.

 

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