Come costruire un buon attaccamento padre figlio
Chi sta per diventare padre o lo è da poco tempo sa che calarsi da subito nel nuovo ruolo non è facile. Il libro I miei primi passi da papà di Gilles Vaquier de Labaume (ed. Red, 2020) offre utili consigli e strumenti per sentirsi coinvolti nell'attesa e nel primo anno di vita del bambino, un periodo che fino a non molto tempo fa era appannaggio quasi esclusivo del ruolo materno. Creare con il proprio figlio un legame speciale a partire dai primi mesi tra pannolini, bagnetti, biberon e ninne-nanne ed essere di supporto alla propria compagna è possibile: vediamo alcuni spunti pratici tratti dal volume.
L’evoluzione della figura paterna
Appare evidente che oggigiorno i padri non siano più quelle figure autoritarie, severe e distanti di un tempo. Forse, però, faticano ancora a ridefinire bene il loro ruolo: se da una parte infatti tendono generalmente ad abdicare al loro tradizionale ruolo normativo (che, seppur monodimensionale, rappresentava tuttavia il loro contributo all'educazione familiare), dall'altra non tutti sono pronti ad incarnare tenerezza, condivisione ed empatia. Un po' per incapacità, un po' per mancanza di strumenti, molti padri sono considerati al massimo come aiutanti delle madri, i soggetti principali dell'accudimento dei figli. Per far sì che questo passaggio obbligato verso il ristabilimento di un equilibrio tra le funzioni paterne e materne sia il più breve possibile, è importante chiedersi che padre si vuole essere e partecipare attivamente alla crescita del loro figlio.
Il nuovo ruolo del papà
I papà possono assumere almeno tre funzioni fondamentali nella crescita del proprio figlio.
-
La figura di attaccamento. Accanto alle mamme, i padri possono rappresentare quello che nella pedagogia positiva indica la persona con cui il bambino stabilisce una relazione forte, che si occupa di lui e gli permette di crescere sviluppando capacità e autostima. È un legame necessario allo sviluppo psicologico, fisico ed affettivo del bambino, alle sue competenze emotive, intellettuali e sociali.
-
Un riferimento stabile e affidabile. I bambini hanno bisogno di una guida per partire alla scoperta di se stessi, degli altri e del mondo: un luogo sicuro cui potersi rivolgere nei momenti belli ma anche in quelli difficili.
-
Il terzo separatore. In psicologia la figura del padre è la terza persona che interviene nella relazione madre-figlio impedendo così che diventi simbiotica. Scoprire che la mamma non è tutta per lui è frustrante per il piccolo, ma necessaria per la sua crescita perché dà il via al suo processo di differenziazione e di identificazione. In pratica, il padre al contrario della madre deve "conquistarsi" un posto nella vita del bambino. E far capire al figlio che c'è un "noi" ad occuparsi di lui offre un aiuto fondamentale anche alla compagna, sia per alleggerire la responsabilità sia per prevenirne l'eventuale tendenza a totalizzare il suo rapporto con il figlio.
5 consigli per diventare una figura di riferimento per vostro figlio
-
Moltiplicate le interazioni con vostro figlio. Essere presenti fin dai primi momenti di vita del bimbo alimenta il legame e vi rende importanti per lui.
-
Non usate violenza o minacce. Con il termine "violenza educativa ordinaria" (VEO) ci si riferisce a uno stile educativo basato su punizioni corporali, minacce e urla, che riproducono vecchi schemi deleteri e inefficaci: da un lato perché possono minare alla base la relazione di attaccamento con vostro figlio, dall'altro perché vi costringerà a ricorrere a minacce e punizioni di portata sempre maggiore.
-
Stabilite regole coerenti e chiare. Il quadro ambientale in cui si muove il bambino deve essere normato in modo chiaro per risultare per lui rassicurante: ripetete senza sosta quali siano i limiti e rendeteli semplici. Non potete rimproverarli per l'infrazione di regole mai esplicitate o variabili a seconda dei contesti.
-
Siate rispettosi e date l'esempio. "Più sarai severo, più tuo figlio crescerà forte di carattere" è una falsità: rispettatelo in quanto persona e esercitate autocontrollo in primis con i membri della vostra famiglia.
Date l'esempio dicendo "smetti di gridare" senza urlare, per mostrar loro che la regola che gli chiedete l'avete interiorizzata.
-
Mettetevi nei loro panni. I "capricci" non esistono, è solo il modo degli adulti per sminuire le espressioni dei bambini che paiono ingiustificate e sgradevoli. Invece se imparassimo ad ascoltarli, saremmo a nostra volta ascoltati perché ci accorgeremmo che i piccoli tentano di esprimere dei bisogni. Sapremmo così rispondervi, invece di lanciarci in sermoni che spesso non centrano il punto o persino soffocando con l'imposizione le loro rimostranze. Soddisfare i bisogni dei bambini, quelli veri, non equivale a viziarli bensì a renderli più indipendenti.
La gravidanza e la nascita
La coppia è il vero motore della famiglia, per cui dedicate tempo alla vostra vita a due. Questo anche durante la gravidanza e appena dopo la nascita di vostro figlio, momenti chiave in cui la vostra compagna ha particolarmente bisogno di sostegno, sia sul piano emotivo (le preoccupazioni, il corpo che cambia, gli ormoni) sia sul piano pratico per alleggerire la fatica quotidiana. Dunque fate squadra, parlate insieme del progetto comune di famiglia, condividete il travaglio e il parto. E mantenete sempre viva l'intesa sessuale.
Quando finalmente arriva il piccolo, niziate a creare un legame con vostro figlio seguendo questi consigli:
-
Comunicate con il bambino. Non aspettate il giorno del parto, ma cominciate quando vostro figlio è nella pancia: le capacità sensoriali del feto si sviluppano dalla settima settimana a partire dal tatto, poi dai 5-6 mesi è in grado di percepire i suoni. E allora stimolatelo con carezze, movimenti, pressioni ma anche canzoncine, filastrocche, storie e musica.
-
Partecipate alle visite di controllo. È un modo non solo per essere a disposizione della vostra compagna, ma anche un'occasione per "incontrare" e conoscere meglio vostro figlio.
-
Preparate la cameretta. Abbellire la casa e rendere più sicuri e a misura di bambino gli spazi è un modo per alimentare l'attesa di vostro figlio e, indirettamente, iniziare a prendersene cura.
-
Il maternage. Appena nato, cominciate subito ad accudire vostro figlio: fategli il primo bagnetto, imparate a manipolarlo nel modo giusto e abituatevi a praticare il maternage, ovvero un lungo contatto fisico con il neonato. Per rassicurarlo e accompagnarlo nei primi mesi di vita, ricchi di stimoli sconosciuti, tenetelo in braccio, toccatelo, guardatelo, sorridetegli;. Non dimenticatevi di parlargli, spiegategli cosa sta succedendo in ogni momento della giornata.
-
Il contatto pelle-a-pelle. Per costruire un'intimità con il piccolo, appoggiatelo nudo su di voi, petto contro petto: è una pratica che favorisce la produzione di ossitocina (l'ormone "dell'amore") sia nel bambino che nel genitore e gli permette di familiarizzare con il vostro odore e il vostro battito cardiaco.
-
Alleviate il baby clash. La crisi del periodo postnatale, causata dalle molte tensioni e cambiamenti che la coppia deve affrontare con l'arrivo di un bebè, è un momento delicato. La vostra compagna è stanca, ma allo stesso tempo non può demandare a voi alcune funzioni. Siate di supporto nelle faccende pratiche ma anche incoraggianti sul piano emotivo e invitatela a prendersi dei momenti di svago.
-
Baby blues e depressione post-partum. Un partner affettuoso e attento può sostenere un eventuale baby blues della compagna (una malinconia transitoria postnatale dovuta al crollo degli ormoni) e prevenire il manifestarsi di sintomi più seri dovuti ad una generale sensazione di sopraffazione rispetto alle molte nuove incombenze genitoriali.
-
Attenzione al papà blues. Proprio perché gli uomini tendono a tenere per sé le proprie emozioni, è importante che vigilino anche sul loro stato d'animo postnatale: esiste infatti anche un contraccolpo psicologico maschile, che si manifesta in stanchezza, preoccupazione per il futuro e perdita di sicurezze. E se non sentite alcun "istinto paterno" è normale: va costruito.
La crescita e la scoperta di vostro figlio
La coppia è il vero motore della famiglia, per cui dedicate tempo alla vostra vita a due. Questo anche durante la gravidanza e appena dopo la nascita di vostro figlio, momenti chiave in cui la vostra compagna ha particolarmente bisogno di sostegno, sia sul piano emotivo (le preoccupazioni, il corpo che cambia, gli ormoni) sia sul piano pratico per alleggerire la fatica quotidiana.
Dunque fate squadra, parlate insieme del progetto comune di famiglia, condividete il travaglio e il parto. E mantenete sempre viva l'intesa sessuale.
Quando finalmente arriva il piccolo, niziate a creare un legame con vostro figlio seguendo questi consigli:
-
Comunicate con il bambino. Non aspettate il giorno del parto, ma cominciate quando vostro figlio è nella pancia: le capacità sensoriali del feto si sviluppano dalla settima settimana a partire dal tatto, poi dai 5-6 mesi è in grado di percepire i suoni. E allora stimolatelo con carezze, movimenti, pressioni ma anche canzoncine, filastrocche, storie e musica.
-
Partecipate alle visite di controllo. È un modo non solo per essere a disposizione della vostra compagna, ma anche un'occasione per "incontrare" e conoscere meglio vostro figlio.
-
Preparate la cameretta. Abbellire la casa e rendere più sicuri e a misura di bambino gli spazi è un modo per alimentare l'attesa di vostro figlio e, indirettamente, iniziare a prendersene cura.
-
Il maternage. Appena nato, cominciate subito ad accudire vostro figlio: fategli il primo bagnetto, imparate a manipolarlo nel modo giusto e abituatevi a praticare il maternage, ovvero un lungo contatto fisico con il neonato. Per rassicurarlo e accompagnarlo nei primi mesi di vita, ricchi di stimoli sconosciuti, tenetelo in braccio, toccatelo, guardatelo, sorridetegli;. Non dimenticatevi di parlargli, spiegategli cosa sta succedendo in ogni momento della giornata.
-
Il contatto pelle-a-pelle. Per costruire un'intimità con il piccolo, appoggiatelo nudo su di voi, petto contro petto: è una pratica che favorisce la produzione di ossitocina (l'ormone "dell'amore") sia nel bambino che nel genitore e gli permette di familiarizzare con il vostro odore e il vostro battito cardiaco.
-
Alleviate il baby clash. La crisi del periodo postnatale, causata dalle molte tensioni e cambiamenti che la coppia deve affrontare con l'arrivo di un bebè, è un momento delicato. La vostra compagna è stanca, ma allo stesso tempo non può demandare a voi alcune funzioni.
Siate di supporto nelle faccende pratiche ma anche incoraggianti sul piano emotivo e invitatela a prendersi dei momenti di svago.
-
Baby blues e depressione post-partum. Un partner affettuoso e attento può sostenere un eventuale baby blues della compagna (una malinconia transitoria postnatale dovuta al crollo degli ormoni) e prevenire il manifestarsi di sintomi più seri dovuti ad una generale sensazione di sopraffazione rispetto alle molte nuove incombenze genitoriali.
-
Attenzione al papà blues. Proprio perché gli uomini tendono a tenere per sé le proprie emozioni, è importante che vigilino anche sul loro stato d'animo postnatale: esiste infatti anche un contraccolpo psicologico maschile, che si manifesta in stanchezza, preoccupazione per il futuro e perdita di sicurezze. E se non sentite alcun "istinto paterno" è normale: va costruito.
Il libro
Il libro da cui sono tratti i consigli è "I miei primi passi da papà" di Gilles Vaquier de Labaume (edizioni Red, 2020)