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Come essere un bravo papà oggi

di Francesca Amè - 22.05.2014 - Scrivici

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I papà di oggi interpretano il loro ruolo non soltanto simbolicamente. Ai figli sono legati da una relazione di fiducia e affetto. Meglio non essere troppo 'papà amici' però, perché nell'adolescenza questo modello vacilla. Il padre dovrebbe continuare a incarnare l'autorità e questa autorità si conquista facendo sentire la propria attenzione sulla famiglia e la coerenza delle proprie decisioni. A commento del sondaggio Eurispes sulla figura del papà, il parere di tre esperti italiani

Più coinvolti, appassionati al loro ruolo, emotivi. I padri di oggi rifiutano il modello autoritario, preferiscono condividere il loro tempo con i figli, specie viaggiando o facendo sport. Sono in trasformazione continua, spesso privi di modelli cui ispirarsi: amano fare un po’ a modo loro, a volte vestendo i panni degli ‘amiconi’ anche quando servirebbe un po' di autorità. Questo è quanto emerge dall'indagine Eurispes per delineare la figura del papà di oggi, condotta per nostrofiglio.it e Focus, su un campione di oltre 2.000 persone. I commenti degli esperti su quanto emerso dall'indagine.

Papà di oggi: la relazione con i figli è basata su fiducia e affetto. Porsi domande sul ruolo è positivo

Una generazione di mammi? "No, direi di padri accuditivi. Questo è il termine con cui preferisco definire i genitori di questa generazione", spiega a nostrofiglio.it Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta e psichiatra.

"Siamo di fronte a padri che non vogliono essere percepiti dai figli come lontani, assenti e rigidi nelle loro decisioni. Come emerge anche dal sondaggio Eurispes, è evidente che la maggioranza dei papà italiani non intende il proprio ruolo solo simbolicamente. Ci vuole davvero essere, e tanto, in famiglia".

La relazione con i figli? "Fin dalla tenera età si basa sulla fiducia e sull’affetto, si erge sulla prudenza nel rimprovero e nell’imposizione di modelli – continua Charmet -. Dalle risposte al questionario emergono dubbi e scarsa autostima: mi pare normale. I padri di oggi, specie se hanno figli preadolescenti e adolescenti, sono padri incerti, non sanno ancora ben interpretare le esigenze di questa generazione di nativi digitali. Ma, in fondo, questi dubbi e queste insicurezze mi paiono un punto di forza dei nuovi padri".

Il mettersi in gioco, il porsi delle domande sullo stile educativo, il cercare informazioni, anche in rete, e di confrontarsi con altri sono tutti elementi positivi per Charmet: "I padri di oggi rifiutano di sentirsi depositari della legge. Certo, magari non sanno bene come muoversi, ma si pongono delle domande, cercano di capire i figli che hanno davanti.

Un tempo non era così: il padre si faceva in un modo solo. E quel modo passava per il diritto di autorità, senza margine di discussione".

Dalla ricerca Eurispes emergono anche altre caratteristiche che Gustavo Pietropolli Charmet ritrova nei padri che frequentano l’ambulatorio che dirige, a Milano: "La partita dell’educazione paterna si gioca tutta ‘sul fare’: hanno voglia di condividere viaggi, esperienze, il gioco, lo sport e tutto il loro tempo libero con i figli. Parlano col loro agendo, lasciando invece alle madri lo spazio della condivisione con le parole e i sentimenti.

Certo, ci sono delle differenze: con un maschietto magari si prende il pallone e si gioca a calcio in giardino, con la femminuccia si sta in cameretta a parlare della scuola. In generale con i figli maschi i padri hanno uno stile più virile e pratico, alle femmine riservano coccole e complimenti".

Un papà amico funziona con i figli piccoli ma con gli adolescenti è a rischio

“Un papà per amico” sembra essere il motto dei genitori di oggi, che con forza vogliono distinguersi dai modelli delle generazioni precedenti. "Attenzione però: un papà per amico può andar bene quando si hanno figli molto piccoli, con cui potersi divertire e instaurare una comunicazione basata sull’emozione e sull’affetto. In adolescenza questo modello non funziona"¸ mette in guardia Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore del recente saggio I papà vengono da Marte le mamme da Venere (edito da De Agostini).

"La difficoltà più grande dei padri di oggi sta nel tenere insieme queste due componenti: la carica affettiva e quella normativa. C’è una generazione che fatica a comprendere come l’autorevolezza debba passare attraverso il contenimento. Di amici i figli ne possono avere molti, di papà uno solo: ricordiamocelo", continua Pellai.

Sono più fragili e vulnerabili i padri di oggi: "Va detto che negli ultimi anni i figli arrivano a completamento di un ciclo, quasi fossero la ciliegina sulla torta.

Sono sempre accuratamente programmati nella vita della coppia, spesso si preferisce il figlio unico, da attendere solo dopo una certa età, quando si pensa di aver raggiunto un minimo di stabilità economica. Troppe volte i figli sono vissuti in modo narcisistico, come se il la loro stessa esistenza dovesse confermare le qualità presunte dei genitori.

Ecco allora che la punizione, il rimprovero, la sgridata sono difficili da gestire perché, facendo soffrire i nostri figli, insinuano il dubbio che non ci possano amare più", spiega ancora Pellai. Potrebbe interessarti Come rimproverare tuo figlio e farlo sentire amato

Come aiutare i papà? "Servirebbero modelli pubblici di comportamento, ad esempio un politico che, sullo stile di Barack Obama, sottolinei spesso e con forza la sua paternità. Il messaggio che i papà di oggi, abituati a cercare approvazione sociale fuori casa, dovrebbero tenere bene a mente è che la paternità ci rende per definizione uomini migliori".

Il padre deve essere presente (anche se fisicamente lontano) e coerente

Educare è difficile, ma non impossibile, come spiega lo psichiatra Vittorino Andreoli nel suo ultimo libro (L’educazione (im)possibile¸ edito da Rizzoli, tra i best-seller del momento, e non a caso). "Il problema dei padri di oggi è che sono privi di un modello cui ispirarsi – commenta dopo aver ascoltato il risultato del sondaggio Eurispes commissionato da Nostrofiglio.it - .

Negli ultimi tempi hanno pensato di potersi sostituire in tutto e per tutto alle madri ma diventare ‘mammi’ o aiutanti delle loro compagne non è la via giusta per svolgere il loro ruolo che è, per definizione, completamente diverso da quello materno. In che cosa differisce? Il padre deve incarnare l’autorità.

Attenzione alle parole: autorità non c’entra nulla con autoritarismo, che è una modalità violenta. Per guadagnarsi l’autorità dei figli, per essere ascoltato, per accompagnarli nel cammino di crescita, il papà deve possedere tre caratteristiche.

La prima è che deve esserci, anche quando è fisicamente lontano da casa, deve far sentire il suo sguardo e la sua attenzione sulla famiglia.

Poi deve essere coerente: un padre che cambia idea, che prima sgrida e poi fa finta di nulla, non è attendibile agli occhi del figlio.

"Infine, un padre dovrebbe avvertire il bisogno di suo figlio come qualcosa che caratterizza la sua esistenza di uomo adulto, ogni padre dovrebbe pensare tutti i giorni a quanto vuole bene ai suoi figli e interrogarsi sulla relazione che sta instaurando con loro.

Non c’è bisogno di un manuale per essere dei bravi papà: ciascuno, seguendo le proprie caratteristiche, può superare i conflitti e liberarsi da dubbi e incertezze tenendo bene a mente i tre punti indicati".

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Aggiornato il 15.12.2014

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