Oggigiorno si va delineando un nuovo modello di famiglia con attenzione particolare alla figura dei papà. Il ruolo dei papà, infatti, sta diventando sempre più importante all’interno della gestione familiare: il papà è il protagonista di un cambiamento, è sempre più coinvolto nella crescita e accudimento dei figli e i ruoli di mamma e papà diventano intercambiabili.
“Non esiste più solo la mamma. Anche noi papà possiamo sostituirla… o quasi”
I papà si autodescrivono così: premurosi, presenti, apprensivi, ma si definiscono come “inesperti”, in quanto sono alla ricerca punti di riferimento.
- Il 33% dei papà, infatti, dichiara di essere alla ricerca della propria identità e di non avere modelli di riferimento: le generazioni passate sono troppo distanti dallo stile di vita e valori di oggi.
I papà non si sentono supportati dalle politiche sociali, che non sono allineate con il cambiamento.
- Il 74% di loro vorrebbe maggiori agevolazioni, congedi e permessi sul lavoro.
- Inoltre, il 56% dei papà non si rivede nei modelli proposti dalla comunicazione dei brand, che sono ritenuti troppo lontani dalla nostra realtà e propongono modelli in cui i papà non si riconoscono. I papà nelle pubblicità sono sempre rappresentati come "back-up della mamma", come un supporto e non come protagonisti.
Sarebbe importante elaborare una comunicazione che si rivolga anche ai papà.
Il nuovo modello di paternità è la conseguenza e causa di un nuovo modello di maternità, per due motivazioni: i papà sono chiamati a fare i padri e non solo ad esserlo. Le mamme sono sempre più presenti nel mondo del lavoro e quindi questa ridefinizione dei ruoli richiede un impegno paritario e condiviso all’interno della famiglia: papà e mamma sono complementari.
Nuovi papà e nuove mamme
La suddivisione dei ruoli, quindi, non appare per nulla rigida. I papà sono capaci di sostituire la mamma in tutto o quasi e sono sempre più attenti e presenti nella vita del figlio.
I papà rispetto alle mamme non occupano gli spazi dedicati alla confidenza e alla consolazione e affermano:
"quando stanno male cercano sempre la mamma".
I papà completano la comune linea educativa alternando tenerezza e rigore.
Alla mamma si riconosce che è prima di tutto "vita" , lei "percepisce" il figlio, il padre lo "comprende".
In questo sistema di priorità, i papà non si considerano assolutamente deficitari: si attribuiscono come territori elettivi il gioco e l’intrattenimento (soprattutto con i bambini più grandi), la capacità di essere più distaccati nell’imporre le regole.
L'inversione del modello familiare impatta sull’autopercezione dei genitori: i "nuovi papà" si vivono come modello migliorativo rispetto al proprio padre, che aveva ruoli precisi ma lontani dai bisogni della quotidianità.
Le "nuove mamme" percepiscono un deficit rispetto alle proprie mamme, spesso non lavoratrici e completamente dedicate ai figli e alla famiglia.
I papà rispetto alle mamme si rivelano più rilassati e meno soggetti all’ansia da prestazione. Anche se consapevoli di non poter sempre essere come vorrebbero, il 57% di loro di percepisce come dei bravi papà, mentre solo il
il 41% delle mamme ritiene di essere una brava mamma.
Tempo libero
Dedicare tempo libero alla famiglia è visto come
- un dovere per le mamme (45%),
- più un piacere o «libera scelta» per i papà (40%).
Il 76% dei papà comunque dichiara di destinare molto/abbastanza del proprio tempo ai figli. Solo un terzo di mamme e papà cerca consapevolmente dello spazio per sé.
Osservatorio sul mondo famiglie che “dialoga” con mamme e papà con figli 0-14 anni. Per questa ricerca sono state prese in esame le mamme (2.260 donne) e i papà (800 uomini) con figli tra 0-14 anni.