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Papà in sala parto, il 90% assiste alla nascita del proprio bimbo

di Emanuela Mei - 22.04.2015 - Scrivici

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Secondo il decimo Rapporto sulla nascita del ministero della Salute, aumenta il numero dei papà presenti durante il travaglio. Scelta coraggiosa? In molti casi sì. Ma l'importante è non sentirsi obbligati. 

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Se fino a qualche anno fa il parto riguardava solo le donne e gli uomini ne erano tagliati completamente fuori, ora si segna un'inversione di tendenza. Secondo il decimo Rapporto sulla nascita del ministero della Salute, infatti, oggi oltre il 90% dei padri decide di assistere al parto e di essere al fianco della propria compagna per sostenerla e confortarla.

La ricerca si basa su dati forniti da 567 punti nascita del nostro Paese secondo i quali nel 90,6% dei casi durante il travaglio la donna ha accanto a sé il padre del bambino, nel 8,15% un familiare e nell'1,26% un'altra persona di fiducia. Ciò ovviamente accade solo in caso di parto naturale che rappresenta ancora la maggioranza nonostante il forte aumento di tagli cesarei registrato in tutta Italia, seppure con notevoli differenze regionali. In media, infatti, secondo la ricerca del ministero, il 36,7% dei parti nel nostro Paese sono chirurgici: oltre il doppio della percentuale raccomandata dall’OMS e superiore di quasi 10 punti rispetto alla media degli altri paesi europei.

I papà che decidono di assistere al parto e che riescono ad essere presenti a sé stessi con serenità, infondendo sicurezza alla propria compagna, quindi, sono sempre più numerosi anche se i dati rivelano una grande disparità a livello regionale: nel Nord-Ovest la percentuale è dell’87,8%, nelle regioni del Nord-Est dell’83,9%, nel Centro del 68,9% e nelle regioni meridionali non supera il 31,1% (Guarda il video Papà in sala parto: sì o no? il parere degli esperti).

Oltre che di sostegno alla propria compagna, la presenza dei papà in sala parto può essere preziosa anche per il neonato: dopo la nascita, infatti, nella maggior parte delle cliniche, il papà partecipa al taglio del cordone ombelicale e al primo bagnetto, mentre la mamma viene medicata. Un momento unico da vivere con il proprio bimbo, il primo di una lunga serie.

I papà italiani, quindi, sono più coraggiosi? Stando ai numeri, sì. Nella scelta di essere presenti al momento della nascita del proprio bimbo, infatti, non va preso sottogamba il fattore emotivo. L'attesa potrebbe essere più lunga del previsto, la sofferenza della propria compagna potrebbe provocare qualche problema così come la vista del sangue e l'atmosfera concitata che si respira in sala parto. Non c'è da vergognarsi, quindi, se non ci si sente adeguati a gestire la situazione e soprattutto, non ci si deve sentire obbligati.

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LA STORIA - Un papà racconta la sua esperienza su mammenellarete

Ciao, mi chiamo Mourad e sono tunisino. Io e Jessica, mia moglie, avevamo deciso che per il parto sarebbe stata assistita da sua cugina nonché migliore amica, così che io potessi rispettare le usanze arabe e aspettare fuori.

Ovviamente mi sentivo agitatissimo, ad ogni strillo e gemito mi saliva l’ansia e volevo entrare, ma la paura di ciò che avrei visto mi bloccava lì fuori ad aspettare.

Mia moglie aveva scelto l’epidurale così non mi aspettavo certo quelle grida di dolore… e nemmeno mi aspettavo che la paura prendesse il sopravvento proprio quando le grida erano cessate… http://mammenellarete.nostrofiglio.it/papa-nella-rete/papa-in-sala-parto-la-mia-esperienza/

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