Si parla spesso del ruolo benefico della madre nella prima settimana di vita dei neonati perché a lei sono deputate le prime cure, la comprensione di come iniziare bene l'allattamento e in generale i primi attimi di una vita che è appena cominciata. In realtà però alcune ricerche confermano che il ruolo del padre nei primi mesi del bambino fa la differenza, eccome. E non solo sui delicati equilibri del neonato, ma anche (e a lungo termine) sul benessere mentale del papà. Sebbene la letteratura psicopedagogica abbia acceso negli ultimi anni i riflettori sull'importanza del ruolo paterno nella crescita educativa dei figli, quei primi momenti di intimità sono spesso visti come un segreto tra mamma e figlio, uno spazio in cui nessun altro può entrare. Invece diverse ricerche puntano sull'importanza del rapporto precoce, sin dai primi momenti di vita del bambino, tra papà e figlio. Perché fa bene a tutti, in modo circolare alla famiglia e più intimo a tutti i membri che la compongono.
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Il ruolo del padre nei primi mesi del bambino e i suoi influssi
Se è vero che nel nuovo modello di famiglia il papà è protagonista c'è anche da aggiungere che spesso l'esclusività materna copre i reali effetti e benefici che il rapporto padre-figlio può avere sun bambino anche subito dopo la nascita. Secondo una ricerca di Frontiers in Psychiatry, la situazione in cui anche il padre si connette emotivamente, si sente coinvolto e utile nel nuovo menage familiare porta benefici anche al genitore e non solo al bambino. I ricercatori hanno evidenziato che l'attaccamento precoce aiuta il papà a sentirsi meglio anche a distanza di tempo, ad evitare situazioni in cui ansia e depressione si presentano alla porta, complicando la vita privata e professionale. La ricerca ha individuato tre grandi indicatori nei quali il papà riconosce la sua massima soddisfazione:
- quante ore trascorre con il figlio appena nato
- quanto si sente auto-efficace e di supporto
- quanto si sente valido nel dare aiuto materiale
I ricercatori hanno notato che chi soffre di patologie legate alla sfera mentale o ha in famiglia casi conclamati, a un anno dalla nascita del figlio vede ridurre i campanelli d'allarme, non subisce peggioramenti e rimane in equilbrio.
Ma non solo: i papà che sono coinvolti attivamente ma soprattutto si sentono parte importante dell'assetto familiare sin dai primi mesi del bambino a distanza di tempo mantengono quella sensazione addosso, si sentono soddisfatti e competenti a lungo.

Come essere un bravo papà: i consigli dell'esperto
vai alla gallery Ascoltare e tenere sempre presenti i bisogni e le difficoltà dei propri figli, bilanciare l'affetto con l'autorità e comprendere e accettare le diversità. Matteo...
Il potere della condivisione
Lo studio sul potere del coinvolgimento del papà sin dalle prime ore di vita del bambino mette in luce alcuni degli aspetti più difficili della genitorialià: questo perché sono proprio i 40 giorni dopo il parto e come affrontare il puerperio le sfide più grosse che i nuovi genitori si trovano a dover vivere e superare subito dopo la nascita. Genitori felici fanno figli felici? Sì, ma più di tutto, oltre la retorica, permettono a ogni membro della famiglia di vivere in piena serenità il proprio ruolo. E di allontanare lo spettro non solo di ansia e depressione ma anche di tristezza e frustrazione. I ricercatori hanno seguito questo filone anche per spingere sull'importanza delle policy che permettano al padre di stare vicino ai figli come e quando la madre, che gli garantisca permessi e congedi parentali sufficienti alla cura dei bambini nei periodi critici e non lo metta da parte come figura secondaria rispetto alla mamma.