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Miele ai bambini: proprietà, benefici, rischi, da quando si può dare

di Alice Dutto - 12.01.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Nonostante il miele sia un prodotto ottimo dal punto di vista nutrizionale, è vietato per i bambini sotto l'anno perché potrebbe causare il botulismo infantile

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Miele ai bambini sì o no? E da quando?

Il miele è un prodotto naturale e sano, «È ideale nella dieta dei bambini, perché dal punto di vista nutrizionale è formato essenzialmente da fruttosio, cioè zucchero, e quindi è un alimento energetico estremamente digeribile importante per il bambino che ha richieste caloriche molto alte» spiega Paola Marangione, responsabile della Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X.

Perché non dare il miele ai neonati

Pur essendo un ottimo prodotto, estremamente indicato nell'alimentazione in età pediatrica e adulta, non va somministrato ai bambini di età inferiore all'anno. «Questo perché può essere la causa dello sviluppo del botulismo nel lattante».

Il botulismo infantile

Il miele, infatti, può essere il veicolo di spore che, a loro volta, possono produrre la tossina botulinica e quindi causare un'intossicazione alimentare che può portare in tempi rapidissimi a una paralisi generale del corpo e, soprattutto, a quella dell'apparato respiratorio.

«L'intestino del neonato non è ancora in grado di bloccare le spore, perché la flora batterica è immatura, quindi quando arrivano trovano terreno fertile per moltiplicarsi, sviluppando poi la malattia. Crescendo, la flora batterica diviene più adeguata e bilanciata, con una maggiore capacità difensiva, quindi espelle le spore senza che abbiano la possibilità di sviluppare la tossina».

Fortunatamente, i casi di botulismo infantile sono rari: «Ma solo in Italia si è registrata la metà di tutti quelli che sono avvenuti in Europa. Quindi è importante continuare a fare attenzione e attenersi al divieto di somministrare il miele ai neonati».

Miele e ciuccio

Date queste indicazioni ben si comprende come non sia indicato intingere il ciuccio nel miele, come facevano le nostre nonne, per fare in modo che i neonati lo prendano.

«Una regola che vale anche quando i bambini sono più grandi e anche per tutti gli altri prodotti in commercio da applicare sul ciuccio: un abuso di sostanze dolci, infatti, può essere alla radice di carie e problemi di igiene orale nei bambini».

Quanto miele dare

«Il miele è sicuramente un prodotto indicato nella dieta di un bambino, specialmente se va a sostituire lo zucchero bianco, raffinato – prosegue l'esperta –. E, in particolare, se il bimbo è in un momento di forte stress fisico, o di impegno mentale, o anche quando è malato».

Apporto calorico miele

Detto questo, però, va ricordato che ha un grande apporto energetico: circa 320 calorie ogni 100 ml. «Ciò significa che un cucchiaino di miele è una bella sferzata di energia: è una benzina subito disponibile. Il consiglio è quindi quello di non esagerare nel consumo, considerando anche che al giorno d'oggi i bambini si muovono poco e assumono già tanti alimenti al cui interno si trovano zuccheri semplici.

Un cucchiaio al giorno, magari per addolcire il latte, è più che sufficiente».

Qual è il miele migliore per i bambini?

Tutte le tipologie di miele possono essere consumate dai piccoli: a seconda del loro gusto personale, ne preferiranno uno piuttosto che un altro.

«Per mamme e papà può essere utile sapere quanto è emerso da un importante studio dell'Università di Pisa. La ricerca ha rivelato che il miele di

  • abete,
  • castagno
  • ed eucalipto

sono quelli che hanno le maggiori capacità antinfiammatorie, antimicrobiche e antibatteriche».

Miele e farmaci

Per i Greci era il nettare degli dei non solo per la sua bontà, ma anche per le sue proprietà curative. «Ecco perché molto spesso il miele viene addizionato ai farmaci per potenziarne il principio chimico o naturale e quindi aumentare la sua azione antinfiammatoria. Si tratta di un'azione sinergica che può essere efficace. Prima di darlo al proprio bambino si raccomanda comunque di chiedere un parere al proprio pediatra».

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