Ricetta vellutata con spaghetti spaziali
Volete un piatto che metta d’accordo la vostra voglia di qualcosa di bianco (che ricordi il periodo), di sano e gustoso e i più piccoli di casa che mangerebbero solo spaghetti? Ecco la ricetta che fa per voi. All’interno cubetti di salmone e una base di patate e topinambur, da segnare e rifare con l’aiuto dei bambini. Impossibile che resistano all’”infilo” dello spaghetto.
Ingredienti (per 3)
400 g di topinambur
2 patate
1 porro
300 g di cubetti di salmone
circa 50 g di spaghettini
olio extravergine d’oliva
sale, eventuale sesamo e aneto
Procedimento
Pelate i topinambur e le patate, tagliate a tocchetti. Sciacquate il porro e affettatelo finemente. Mettete le verdure in una casseruola a stufare con un cucchiaio di olio, aggiungete del brodo o acqua tiepida e portate a cottura. Spezzate gli spaghetti in quattro e disponete sul piano lavoro con i cubetti di salmone. Passate questi ultimi nel sesamo e aneto, se vi piacciono, quindi infilate gli spaghetti (circa 4 per cubotto).
Passate al mixer le verdure, aggiustate di sale. Rimettete sul fuoco e aggiungete i cubotti di salmone, a fuoco basso. Quando gli spaghetti sono morbidi, spegnete e servite.
Il consiglio. L’idea dello spaghetto infilato può essere utilizzata all’infinito o quasi. Variando la base di verdura, modificando il pesce con carne (esempio cubetti di pollo) o prosciutto o wurstel. A voi la scelta!
Le autrici della ricetta e delle foto
Miralda Colombo, giornalista e blogger, per nostrofiglio.it ha una missione: elaborare ricette di piatti sani e completi che piacciano ai bambini e anche agli adulti. Miralda ha un blogwww.ilcucchiainodialice.it nato in occasione dello svezzamento della figlia Alice e da cui è scaturito il libro di cucina per bambini "Il cucchiaino", ed. Gallucci.
Cevì (Cecilia Viganò) è un'artista, fotografa e illustratricediplomata all'Accademia di Brera. Scatta le foto e illustra i piatti di Miralda per mostrare alle mamme che con un tocco di creatività e fantasia anche le ricette più semplici possono diventare più gustose. Perché anche l'occhio vuole la sua parte.
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