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Vestiti, accessori e giochi per bambini sono gratis con il baratto: ecco come si fa

di Gabriella Lanza - 16.01.2018 - Scrivici

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Fonte: pixabay
Sono sempre di più le iniziative e i siti online per barattare gli abiti e gli oggetti che i nostri figli non usano più: ecco tutti i consigli per chi vuole risparmiare ma anche educare alla cultura del riuso il proprio bambino. 

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Comprare carrozzina, tutine, accessori e giocattoli senza spendere un euro: con il baratto è possibile. Sono sempre di più le iniziative a livello locale e i siti online che permettono alle mamme di risparmiare e di rimettere in circolo gli oggetti che non si usano più. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori nei primi 12 mesi di vita del bambino i genitori spendono da un minimo di 7.072,90 euro ad un massimo di 15.140,76 euro, con un aumento dell’1,1% rispetto al 2016.


Abbiamo chiesto alla giornalista Giorgia Cozza, autrice del libro “Bebé a costo zero”, dei consigli pratici per chi vuole iniziare a scambiare vestitini e accessori online o nella propria cerchia di conoscenti.


Il baratto? Iniziamo con amici e parenti

«Sono una mamma di quattro figli e il baratto è la soluzione migliore per evitare spese inutili», spiega Giorgia Cozza. «Gli accessori, i vestitini, i giocattoli vengono usati per un periodo breve: una carrozzina è utilizzata per 3-4 mesi, poi la si lascia in garage. Capita di avere oggetti che hanno ancora l’etichetta attaccata. Molti di questi accessori sono destinati a diventare rifiuti. È uno spreco di denaro e un danno per l’ambiente. Il riciclo da mamma a mamma permette di creare un circolo virtuoso: le famiglie risparmiano e la vita degli oggetti si allunga».

Ma prima di accendere il computer e scegliere uno dei tanti siti sul baratto proviamo a chiedere ad amici e parenti se possiedono quello che ci serve. «La prima risorsa a cui attingere è la cerchia parentale e amicale. In casa abbiamo una cassettiera con i vestiti dei cugini più grandi. Quando ai miei figli serve qualcosa, la cerchiamo tra gli abiti regalati dagli zii. È importante insegnare al bambino un concetto diverso di ‘nuovo’: i vestiti che ricevano, anche se sono usati, sono ‘nuovi’ per loro perché li indossano per la prima volta.

I bambini sono più aperti di noi, guardano l’essenziale. Molto spesso sono gli adulti a voler comprare a tutti i costi dei capi dal negozio».

Gli swap party


Se non abbiamo nessuna mamma nelle vicinanze con cui fare l’esperienza del baratto, allora possiamo contattare le associazioni che a livello locale organizzano giornate di scambi. Si chiamo “swap party” (dall’inglese swap: scambio) e sono delle vere e proprie feste in cui ci si ricevono e si regalano oggetti.

Il Centro Bambini e Genitori PiùInsieme di Bologna durante l’anno organizza diversi “Kids swap party” in cui le mamme barattano vestiti per bambini fino a 8 anni, libri e giochi. A fine giornata tutto il materiale non barattato resta a disposizione per le famiglie bisognose.

A Roma e a Milano il blog Family Welcome segnala tutto ciò che di family friend esiste in città per mangiare, vestirsi e giocare. Da tre anni organizza anche l’evento “Ce l’ho ce l’ho mi manca”, una manifestazione di solidarietà dedicata al baratto per promuovere il consumo responsabile e la cultura del riciclo. Tutti i bambini che partecipano devono consegnare i loro giocattoli all’ingresso e ricevono in cambio delle monete simboliche con cui prendere altri giochi: quello che resta è donato ai reparti pediatrici degli ospedali di tutta Italia.

I siti per barattare vestiti per bambini

Sono molti siti che permettono di scambiare oggetti ricevendo in cambio quello che più ci serve. Tra questi c’è l’Armadio verde, un marketplace online in cui gli utenti iscritti devono spedire i vestiti che vogliono dare via e in cambio ricevano delle stelline con cui comprare ciò di cui hanno bisogno. Per ogni abito preso si pagano 5 euro.

Zero Relativo è una vera e propria community online di baratto: basta inserire gratuitamente l’annuncio dell’oggetto da scambiare precisando cosa si desidera ricevere in cambio.

Reoose è, invece, un eco-store del baratto in cui ogni oggetto proposto ha un valore in crediti studiato in base alla categoria di appartenenza, all’impatto inquinante dell’oggetto durante il suo smaltimento e al suo stato.

Baratto per bambini: che cosa ci insegna


«La prima volta che ho barattato qualcosa online è stato tre anni fa, quando è nato il mio ultimo figlio. Ho scambiato dei pannolini lavabili. È utile scambiare anche i libri per bambini: in cambio si ricevono altri libri adatti all’età di nostro figlio».

Il baratto non fa bene solo alle nostre tasche: «Vedere i vestiti del tuo bambino indossati dal figlio della tua amica è una esperienza che ti arricchisce. Inoltre, è un insegnamento per i nostri figli che vivono in una società consumistica, concentrata sull’apparire».

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