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Prodotti per l'infanzia: uno sguardo al trend dei prezzi

di Nostrofiglio Redazione - 11.05.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Diamo uno sguardo al trend dei prezzi dei prodotti per l'infanzia e a come sono cambiate le abitudini di acquisto delle famiglie

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Prodotti infanzia: il trend dei prezzi

Latte in polvere, pannolini, vestiti, culle, biberon, passeggini: ogni anno i prezzi dei prodotti per l'infanzia aumentano e le giovani coppie percepiscono i figli come un investimento dai costi troppo elevati. L'Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha stimato che la spesa media per il primo anno di vita di un bambino va da un minimo di 7100 euro ad un massimo 15200 euro.

Secondo i dati ISTAT, in Italia sono nati 100mila bambini in meno in 8 anni. Sembra che la diminuzione delle nascite sia iniziata nel 2008, l'anno della crisi mondiale finanziaria e l'Italia è tra i Paesi Europei in fondo alla classifica per indice di natalità. (Fonte Qui finanza)

 

Secondo alcuni dati economici e trends che riguardano la puericultura e provenienti dall'analisi di 8 paesi europei (Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda, Belgio e Austria) l'ENPC, European Nursery Products Confederation, ha rilevato che nel 2018 il mercato che comprende la puericultura pesante e quella leggera, a esclusione di mobili, giocattoli e abbigliamento, raggiunge la somma di 3.400 milioni di euro (dato Kids Global – ENPC).

L'Italia, con un valore di 402 milioni di euro si colloca al quarto posto dopo Inghilterra (761), Germania (759) e Francia (727) e precede Spagna (317), Olanda (197), Belgio (128) e Austria (99). Dal 2010, in 8 anni, il mercato ha registrato un calo complessivo di 152 milioni di euro.

L'andamento è fortemente influenzato dal calo della natalità (-310.000 nascite medie anno), considerando che, al contrario, la spesa media per bambino, a eccezione della Francia, è cresciuta in tutti i paesi analizzati.

In riferimento a tale indice, l'Italia si colloca al penultimo posto con una spesa pro capite pari a 448€ annui, seguita solo da Spagna (416), mentre più elevato è il livello nei restanti paesi analizzati: Olanda (582), Austria (574), Belgio (541), Inghilterra (512), Francia (501) e Germania (483). (Fonte Assogiocattoli.it)

Come sono cambiate le abitudini di acquisto delle famiglie

Crescono e si modificano le abitudini di acquisto delle famiglie consumatrici che richiedono innanzitutto prodotti che aiutino a semplificare la vita e che siano sostenibili e rispettosi dell'ambiente, sicuri e che abbiano un minor impatto nella gestione delle spese.

Idealo, la piattaforma di confronto di prezzi d'acquisto online ha raccolto e reso pubblici alcuni dati riguardo gli acquisti tramite ecommerce per bambini e neonati. 

L'interesse maggiore si concentra verso tutti i prodotti di prima necessità e quelli legati alla sicurezza con un 85,3%, mentre i prodotti legati all'intrattenimento hanno una percentuale di interesse del 14,7%.

Se si sceglie di comprare beni di prima necessità online, è possibile risparmiare in media un buon 10%. Il risparmio è evidente soprattutto per prodotti come biberon con un risparmio di più del 20%, pannolini, seggiolini auto, sterilizzatori e passeggini.

Se si utilizza invece l'e-commerce per acquistare giocattoli, il risparmio si attesta intorno al 10,4%. I più convenienti sono i libri per l'infanzia con un risparmio del 29,4%, ai quali seguono i peluche, i giochi motori, le giostrine e le palestrine per i neonati, i giocattoli per il bagnetto.

Anche comprare online l'abbigliamento risulta conveniente, con un risparmio medio del 19,7%. Al primo posto troviamo l'intimo per bebè che garantisce un risparmio del 40,9%. I soldi in più nel portafoglio sono in generale almeno 150 euro: non poco se si moltiplica per ogni figlio.

I genitori che prediligono l'acquisto tramite e-commerce appartengono principalmente alla fascia 25-34 anni e di solito si tratta di coppie al primo figlio. Il settore prima infanzia è considerato uno dei più cari in assoluto, ma l'e-commerce sta contribuendo ad abbattere i prezzi e quindi a dare una mano alle famiglie ad affrontare le spese. Chissà che non aiuti anche a rialzare davvero la natalità.

Continua a crescere in Italia il mercato dell'usato, legato ad un'ottica di risparmio che ha raggiunto un valore economico di 24 miliardi di euro, pari all'1,4% del PIL nazionale, sui livelli pre-pandemia.

La spinta più significativa arriva dagli affari online che costituiscono quasi il 50% del totale con un valore pressochè raddoppiato in pochi anni dai 5,4 miliardi di euro del 2014 agli 11,8 miliardi del 2021.

E' quanto emerge dall'ottava edizione dell'Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per la piattaforma di compravendita Subito.it. (Fonte Quifinanza.it)

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Aggiornato il 16.12.2008

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