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Sbagliare da genitore: come vivere (e superare) gli errori coi figli

di Rosy Maderloni - 28.04.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Commettiamo tutti errori con i figli. Per distrazione, paura o debolezza, sbagliare da genitore è normale e si può sempre recuperare.

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Sbagliare da genitore: come vivere (e superare) gli errori coi figli

Terreno scivoloso quello dell'errore: ciascuno di noi, se pensasse alla propria vita solo come figlio potrebbe fare lunghi elenchi di sbagli commessi dai propri genitori nel tempo ma, a ruoli ribaltati, è difficilissimo comprendere se ogni gesto, ogni decisione compiuti con convinzione possano rivelarsi infine infelici per i nostri bambini. Sbagliare da genitore è normale ma non va vissuto come una tragedia, innanzitutto perché andrebbero osservate le griglie entro cui ciascuno di noi agisce e ha aspettative nelle relazioni. Sbagliare è umano, perseverare, forse, è diabolico, soprattutto se non si chiede aiuto. La pediatra Carla Tomasini è nelle librerie per Vallardi con "Genitori strada facendo. L'arte di crescere figli senza un manuale di istruzioni", un testo che può davvero aiutarci a non soccombere all'illusione che ci sia una ricetta per stare in famiglia in modo ineccepibile.

Diretta con Pediatra Carla il 16 maggio 2023 ore 14 sul Profilo Instagram di NostroFiglio.it

"Come diventare genitori sereni e consapevoli, senza ansia da prestazione. Come sentirsi liberi di sbagliare, di avere paura, di essere se stessi e crescere insieme ai propri figli strada facendo? Ne parliamo nella prossima diretta Instagram, martedì 16 maggio alle ore 14,
con la Dott.ssa Carla Tomasini, conosciuta sui social con il nome di "Pediatra Carla" @https://www.instagram.com/pediatracarla/

Sbagliare da genitore è normale. Perché per qualcuno è più difficile accettarlo?

"Abbiamo sempre più facile accesso alle informazioni che riguardano la salute fisica ed emotiva nostra e dei nostri figli - premette la pediatra -: una quantità esagerata di nozioni può portare a un eccesso di informazioni disponibili. Questo fenomeno, noto come infodemia, può indurre le persone in confusione. Se in rete dilagano metodi e approcci per qualunque tematica il rischio è di impostare la propria relazione con i figli in base alle griglie di valutazione che questi propongono. Ma non è così che 'funzionano' i bambini. Chi ha più figli lo avrà scoperto da sé che ognuno ha un suo carattere e scelte, strategie che vanno bene con uno magari non si adattano per l'altro. Limitarsi a seguire metodi rigidi e tentare di rientrare in parametri preordinati può far sentire sbagliati se in questi schemi non ci si sta dentro. L'età evolutiva, inoltre, è proprio dettata dal cambiamento, dall'evoluzione dei nostri figli: una sfida vinta ieri ad esempio potrebbe richiedere nuove risposte oggi".

Il genitore responsivo. "L'atteggiamento responsivo, ossia di ascolto e che tiene conto dell'istinto genitoriale rispetto a una data situazione, permette di evitare i danni da metodo, che possono creare sensi di colpa in un genitore. Nei primi mesi di vita del bimbo, ad esempio, ci sono argomenti molto discussi come l'autosvezzamento, l'attachment-parenting o l'uso della fascia per bebè: ma non tutti i bambini desiderano le stesse cose e per alcuni passaggi di crescita i tempi possono essere anche molto diversi. È l'osservazione e l'ascolto del modo di comunicare dei nostri figli a farci capire se non sono portati o meno per quella tal proposta. Qualche esempio pratico:

  • Autosvezzamento: se un genitore ha molta paura del soffocamento, potrebbe non essere quello l'approccio al cibo migliore per il proprio bimbo in quanto non sarebbe vissuto con serenità.
  • La fascia portabebè: non è detto che sia la panacea per tutte le diadi mamma-bimbo e papà-bimbo, anche se la maggior parte dei bambini e dei genitori la amano può succedere che in qualche caso, pur con le migliori intenzioni e con i giusti accorgimenti scopriamo che nostro figlio non vuole stare in fascia e magari questo ci rende insicuri.

Già i neonati sono capaci di far capire da subito se non si trovano bene: basta che il genitore impari a osservare e a capire.
I genitori, soprattutto quello che passa più tempo col bambino sarà, inoltre, un buon filtro per il pediatra: il grado di preoccupazione aiuta il medico ad attribuire il grado di gravità di un sintomo, ad esempio".

Quanto conta l'educazione ricevuta nel valutare i propri errori di genitore?

"Noi abbiamo la necessità da genitori di rielaborare il nostro vissuto come figli, abbiamo bisogno di ripassare da quelle tappe - chiarisce Tomasini - e conta molto anche se si è genitori attraverso traumi: avere un figlio dopo una perdita perinatale è molto diverso, oppure aver ricevuto notizie negative sulla gravidanza.

Il basso peso alla nascita, per esempio, può essere un elemento che i genitori ricordano con ansia se durante la crescita emergono problemi elementari del bambino. Queste esperienze possono rendere più gravoso e togliere serenità al vissuto per quello che merita".

Quali sono gli errori che un genitore può fare con i propri figli?

"L'unico errore vero che può fare un genitore è di non amare, il resto sono tentativi di farcela - commenta la pediatra -. Anche il genitore che viene criticato sarà comunque riconosciuto dai figli per aver voluto e tentato di farcela. Paradossalmente, è peggio un genitore costruito e da manuale. Ho visto più fragilità in figli con genitori prestanti e che predispongono tutto per i figli ma non dando loro le basi magari perché sono genitori assenti, non risolti. Ci sono poi i genitori abbandonici. Vi sono situazioni di adulti che scappano, adulti assenti concretamente o assenti nella relazione. Questo è l'errore che fa più male ai figli. Su tutti gli altri errori, come l'urlare ogni tanto magari o perdere la pazienza, si può sempre rimediare perché è naturale avere momenti in cui non si hanno più energie, siamo esseri umani. Diffido, ad esempio, da chi dice di non aver mai pensato almeno una volta nella vita di non poterne più dei propri figli e di avere bisogno di staccare. È un bisogno naturale anche riprendersi sé stessi come persona dopo essere diventati genitori".

Sbagliare da genitore: gli errori della vita quotidiana su cui possiamo lavorare

"La famiglia perfetta esiste solo in tv e chi parla di metodi... Non ha una vera famiglia - commenta Tomasini -. Molti profili social che parlano di genitorialità mostrano situazioni irreali: case perfette, capelli sempre a posti, sorrisi patinati… A differenza della pubblicità del Mulino Bianco, dove ci sono attori, qui si tratta di persone che "impersonano sé stessi" in modo irreale.

Basta un po' di educazione digitale per allontanarci da questi profili tossici e tornare a dirsi che è meglio essere onesti e imprecisi, perché la perfezione non esiste nella quotidianità di nessuna famiglia.

Come comportarsi con i figli dopo un errore?

"Dipende dall'età. Innanzitutto come regola generale diciamo che il genitore deve fare il genitore e il bambino deve fare il bambino. Se il genitore ha deciso di dare una regola, questa va applicata: creiamo per i nostri bimbi un mondo con regole chiare. il genitore incerto crea incertezza nel bambino. Dare regole è fondamentale. la paura di dare regole per paura dell'infelicità non aiuta. La felicità è un'utopia: credere alla ricetta perfetta per un figlio sempre felice conduce a fallire subito, perché ben presto ci si scontra con la realtà quotidiana. Meglio preparare un figlio ad accettare le sfide della vita. Che non siano però competizione. Se la società ci chiede di essere sempre i migliori, mostriamo loro che ci vuole un po' di ribellione, che possono usare la propria testa e che ciascuno può costruire il futuro che vuole, senza conformarsi per forza a degli ideali".

E’ giusto parlare col pediatra dei propri errori di genitore?

"Faccio la pediatra come si faceva 50 anni fa perché ho avuto la fortuna di avere maestri bravissimi - ricorda la pediatra Carla Tomasini -. Era un conoscersi profondo perché si seguivano le intere famiglie e se anche c'era una difficoltà il genitore poteva aprirsi. I pediatri sono molto di più che essere medici dei bambini: la nostra comunità si occupa anche di denatalità, di sharenting, di disagio economico, di inquinamento... I pilastri della salute nel nostro lavoro sono il benessere fisico, emotivo e sociale. Nel libro racconto molte situazioni vissute in ambulatorio a tal proposito e un vissuto in particolare mi porto dentro a insegnamento di quello che un pediatra può essere per una famiglia.

Mi trovavo a lavorare per una sostituzione con un bravissimo professionista che ora non c'è più: una mattina si recò prestissimo in ambulatorio e lo trovai che parlava con una donna in lacrime. Questa mamma la notte precedente aveva perso il marito per un'incidente e si era rivolta a lui come prima persona per chiedergli aiuto su come informare i figli dell'accaduto. Quel pediatra volle essere presente a quel momento e sostenere la famiglia portando anche il suo contributo e la sua competenza. Quella mamma aveva trovato in quel pediatra un pilastro per i suoi figli e per sé".

L'intervistata

Carla Tomasini è Specialista in Pediatria e Puericultura e si occupa di educazione alimentare per bambini e famiglie. E' attiva sui social con un profilo molto seguito Pediatra Carla. Ha scritto per Vallardi il libro ""Genitori strada facendo. L'arte di crescere figli senza un manuale di istruzioni".

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