Se il bimbo preferisce la nonna
La mamma che lavora tutto il giorno e rientra stanca alla sera, il bimbo lasciato alla nonna per la maggior parte del tempo, i vizi e le attenzioni concessi dalla nonna, i no, un po' duri, che la mamma si lascia sfuggire più facilmente dopo una giornata stressante. Quella appena descritta è una situazione diffusa che può creare qualche squilibrio nei rapporti familiari. Che fare, dunque, se il bambino sembra preferire la nonna? Ne parliamo con Cristina Riva Crugnola, professoressa di Psicologia dinamica dell'Università di Milano-Bicocca.
I diversi livelli di attaccamento
"Il fatto che il bambino si leghi a diverse persone, sviluppando differenti livelli di attaccamento, non è di per sé negativo, anzi è un atteggiamento sano – rassicura la professoressa -. A seconda della situazione in cui si trova e in base ai diversi ruoli delle persone con cui si rapporta, il bimbo sviluppa legami diversi (si pensi ad esempio anche alla baby sitter o alla maestra d'asilo). Non c'è da preoccuparsi, dunque, se la nonna riveste il ruolo di un care giver importante.
Chiaramente, quando il tempo trascorso con la nonna è nettamente superiore a quello che il bambino passa con la mamma, si può creare uno sbilanciamento nell'attaccamento, che la madre potrebbe vivere con frustrazione. Se non può intervenire dedicando maggiore tempo al figlio ritagliandolo dove possibile, quello che può fare, indipendentemente dall'età del bambino, è stabilire regole chiare con la nonna".
Se il bambino preferisce la nonna: come possono intervenire le mamme
"A livello pratico, il primo consiglio è di non delegare ai nonni anche nel weekend o quando si è liberi, anche se a volte la stanchezza potrebbe prendere il sopravvento.
Soprattutto con i bimbi molto piccoli, la quantità di tempo è importante: non gli si può spiegare a parole quello che succede, le ragioni che tengono la madre lontano e la necessità di lavorare, conta soprattutto la presenza.
Ai bimbi che iniziano a farsi capire si può invece comunicare che la mamma, a causa del lavoro, non può esserci sempre, rassicurandoli sulla sua presenza anche nei momenti di lontananza, magari facendosi sentire qualche volta in più per telefono".
Concordare il modello educativo
"Al di là di queste azioni pratiche, la cosa più importante è che la mamma concordi con la nonna lo stesso stile di parenting, nei contenuti e nelle modalità. La nonna non deve diventare colei che concede tutto, mentre la mamma nega i vizi assumendo agli occhi del bambino il ruolo della "cattiva". Bisogna trovare un bilanciamento e stabilire regole condivise:
- quante ore di televisione,
- quante di videogiochi,
- quanti dolcetti e quando,
- se acquistare e quando un piccolo regalo durante la passeggiata,
- in che modo assecondare le richieste del piccolo.
Se tra mamma e nonna c'è un buon dialogo e un buon rapporto, chiaro e sereno, è molto più facile che la relazione tra bambino, mamma e nonna sia a sua volta equilibrata".
Nonna materna e paterna
"Quando si tratta di mettere in chiaro alcuni punti, e ancor più di chiedere di modificare alcuni comportamenti, se non c'è confidenza il dialogo può risultare un po' più complesso: una cosa è parlarne con la propria madre, con la quale è più facile sentirsi liberi di dire ciò che si pensa, altra cosa è discutere con la madre del proprio partner: il rapporto con la suocera non è mai così lineare.
In quest'ultimo caso, tuttavia, la chiarezza è ancor più importante, e per facilitare il dialogo è utile che anche il padre del bambino intervenga, condividendo i principi e le modalità educative che la famiglia ha scelto di adottare. Le nonne, da parte loro, devono rendersi disponibili all'ascolto, comprendendo le esigenze dei genitori e adattandosi alle loro scelte, mettendo da parte magari qualche abitudine non condivisa: non si tratta di offese, ma di legittime richieste".
L'intervistata
Cristina Riva Crugnola è professoressa di Psicologia dinamica dell'Università di Milano-Bicocca.