SEI MESI: A TAVOLA!
Svezzamento, la parola d’ordine è gradualità. Verso il sesto mese il bebè è generalmente pronto per assaggiare nuovi cibi e nuove consistenze. “Ma non è una scadenza improrogabile – dice Cozza – alcuni bambini non sono interessati a qualcosa di diverso dal latte fino a sette, otto, anche nove mesi. Ancora una volta la sfida è sintonizzarsi con il proprio bambino, imparare a mettersi in ascolto”. Graduale deve essere anche l’introduzione dei nuovi cibi e dei nuovi gusti. Si comincia con degli assaggi e accettando i rifiuti del bimbo senza nervosismo.
Pappe e poppate, binomio vincente. Almeno fino a un anno l’Oms raccomanda di proseguire l’allattamento. La poppata non viene sostituita ma le si accostano i vari assaggi di cibi solidi. Dunque nessun problema se dopo aver mangiato un po’ di pappa il bambino vuole attaccarsi al seno o se vuole il latte della mamma prima di sedersi a tavola. “Un bambino irritato che non ha potuto soddisfare il suo desiderio di latte – osserva l’autrice di bebè a costo zero – rischia di non essere particolarmente ben disposto verso gli assaggi che gli vengono proposti”.
Pappe fai-da-te, pro e contra. Pappe pronte, complete, solo da riscaldare, creme istantanee di riso o di mais e tapioca da sciogliere nel brodo, bustine di brodo liofilizzato o verdura: molto comode ma anche costose. “Molte madri non utilizzano le farine precotte, ma privilegiano le normali farine e il semolino da cuocere – dice Cozza – richiede un po’ più di tempo di preparazione ma questi alimenti conservano i loro nutrienti originali”. Una soluzione pratica e veloce per il brodo? Si fa una volta alla settimana e si congela in piccoli contenitori. Un’altra possibilità: si congelano le verdure crude in tanti piccole porzioni, già tagliate a dadini così si evita la doppia cottura.
Omogeneizzati non sempre. Carne, frutta, verdura: comodi per l’emergenza ma se usati sempre, come diceva già anni fa il famoso pediatra Marcello Bernardi, rischiano di ostacolare l’approccio del bambino ai cibi solidi.
Occhio alle etichette: meno ingredienti sono presenti meglio è.
Dieta mediterranea per tutta la famiglia. “Non utilizzare cibi particolari ma cucinare gli stessi alimenti per grandi e piccini – consiglia Cozza – permette alla mamma di risparmiare denaro, tempo e stress. Nel secondo semestre di vita un bambino interessato al cibo può iniziare tranquillamente ad assaggiare frutta di stagione, ortaggi e verdura cotti al vapore e schiacciati in modo da ottenere una morbida purea e succhiare un pezzo di pane”. Particolarmente indicata per chi decide di svezzare proprio figlio senza cibi per l’infanzia è la dieta mediterranea a base di minestra di verdure (broccoli, legumi, pomodori, semolino o pastina, ecc.).
Seggiolone e alternative. Il prezzo medio può variare da 60 a 150 euro. “Per risparmiare l’ideale (come sempre) sarebbe farselo prestare – dice la giornalista – altrimenti si può ricorrere al mercato dell’usato oppure al seggiolino da applicare al tavolo, ideale per chi ha poco spazio. Alcuni bimbi hanno iniziato a mangiare in braccio ai genitori e poi sono passati direttamente alla sedia”.
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