Gravidanza e lavoro: cosa sapere
La Costituzione italiana tutela le donne in gravidanza, dal punto di vista normativo, con l'articolo 37 nel quale è previsto che "le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione". Con il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, ossia il D.Lgs. 151/2001, vengono poi dettate una serie di norme che riguardano la gravidanza e i primi mesi di vita del figlio. Diversi sono i periodi di astensione legati all'attesa di un figlio:
- astensione obbligatoria
- astensione facoltativa (o congedo parentale)
- congedo di paternità
- riposi giornalieri
- congedi di malattia del figlio
Quando comunicare la gravidanza al datore di lavoro
Una donna incinta ha l'obbligo di comunicare al datore di lavoro il suo stato, sulle tempistiche della comunicazione, però, si devono valutare alcune variabili. Se la lavoratrice è occupata in un'azienda in cui sono presenti rischi per la salute e la gravidanza, l'informazione deve essere data tempestivamente in modo tale da permettere al datore di lavoro di adottare i sistemi necessari alla tutela di madre e nascituro. Anche in caso di gravidanza a rischio, la donna dovrà comunicare immediatamente al suo capo che è incinta. In tutti gli altri casi, la normativa non prevede una tempistica obbligatoria purché la notizia sia data prima dell'inizio dell'astensione obbligatoria. La comunicazione dello stato di gravidanza potrà avvenire presentando il certificato medico di gravidanza rilasciato dal proprio ginecologo o da un medico del SSN. Inoltre la futura mamma dovrà, entro l'inizio dell'8° mese di gravidanza, consegnare al proprio datore di lavoro la ricevuta della domanda telematica di congedo di maternità.
Quali sono i diritti delle mamme lavoratrici
La legge offre alle future madri una serie di strumenti diretti a tutelare la salute della donna e del bambino:
- Sicurezza e salute: il datore di lavoro ha l'obbligo di rispettare i divieti imposti alla madre lavoratrice che le permettono di continuare a svolgere la sua mansione senza mettere a rischio la salute propria e del suo bambino. Le tutele si applicano in caso di lavori pericolosi e di fatica, ma anche per orari di lavoro notturni. L'attuazione delle tutele avviene tramite la modifica delle mansioni ed eventuale spostamento
- Congedo di maternità: si tratta di un periodo, flessibile, di astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi. I due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi dopo il parto. Un mese precedente al parto e 4 mesi successivi, previo parere medico preventivo. 5 mesi successivi al parto, qualora il medico specialista e il medico competente sulla salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante (ddl 1334 Legge di Bilancio 2019)
- Indennità di maternità: per il periodo del congedo di maternità è prevista un'indennità giornaliera pari all'80%
- Congedo parentale: l'astensione facoltativa dei genitori per un periodo di massimo 10 mesi nei primi 12 anni di vita del bambino
- Permessi di riposo: per le mamme lavoratrici dipendenti sono previsti dei periodi di riposo per l'allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio
- Congedo per malattia del figlio: i genitori (alternativamente) hanno diritto ad astenersi dal lavoro per tutta la durata della malattia del figlio fino ai suoi 3 anni. Dai 3 agli 8 anni del figlio l'astensione è di massimo 5 giorni l'anno. Il congedo per malattia del figlio non è retribuito.
L’astensione anticipata dal lavoro
Se nel posto di lavoro non sono praticabili le tutele riguardanti la sicurezza e la salute o in caso di gravidanza a rischio, la futura madre può chiedere l'anticipazione del periodo di astensione obbligatoria.
In caso di gravidanza a rischio la lavoratrice deve attivarsi presentando specifica domanda alla ASL corredata anche in questo caso dal certificato medico di gravidanza che attesta l'impossibilità temporanea alla prestazione lavorativa. Particolare attenzione deve essere attestata nel caso abbia contemporaneamente due rapporti di lavoro part time: il provvedimento di interdizione deve essere adottato per entrambi i rapporti di lavoro.
Come fare domanda per la maternità
La domanda di maternità obbligatoria deve essere fatta telematicamente all'Inps o all'ente previdenziale nel quale è iscritta la lavoratrice entro i due mesi precedenti la data presunta del parto. Se si vuole godere della flessibilità, invece, la richiesta deve essere presentata prima dell'inizio del settimo mese di gravidanza. La presentazione della domanda può avvenire attraverso i seguenti canali:
- sito web (www.inps.it) attraverso le credenziali personali
- contact center
- patronati.