Il lavoro “atipico”, ossia quello precario è sempre più diffuso nel nostro Paese.
Secondo i recenti dati Istat, quasi un giovane (tra i 15-34 anni) su quattro è impiegato in lavoro con contratto a termine o in una collaborazione. Il possesso di una laurea, almeno negli anni immediatamente successivi al conseguimento accademico, non sembra migliorare: per il 21% circa di precari diplomati, il resoconto Istat parla di un 35,4% di neolaureati con contratto "atipico". Certo, nel tempo l'utilità degli studi superiori viene fuori, ma è comunque un dato allarmante.
Tale condizione però interessa anche il mondo più "adulto" e con responsabilità famigliari (leggasi: figli a carico).
«Nel 2016 un terzo degli atipici ha tra 35 e 49 anni - ha spiegato nella relazione alla Camera Giorgio Alleva, presidente dell’Istat - con un’incidenza sul totale degli occupati dell’8,9%; tra le donne il 41,5% delle occupate con lavoro atipico è madre»
Tale situazione in molti casi impedisce a molte famiglie di acquistare una casa di proprietà o di programmare il futuro a lungo termine. Anche per questo molte donne ritardano sempre di più la scelta di diventare madri.