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Dopo la maternità, non torno al lavoro: NASpI e dimissioni volontarie

di Giulia Foschi - 24.11.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La NASpI è un ammortizzatore destinato ai lavoratori subordinati, e con la Legge Fornero è stato possibile inserire tra i beneficiari di questa misura anche le mamme che optano per dimissioni volontarie entro l’anno di vita del minore. Carolina Casolo, fondatrice di Sportello Mamme, ci spiega come funziona

NASpI e dimissioni volontarie

La NASpI è un ammortizzatore destinato ai lavoratori subordinati, e con la Legge Fornero è stato possibile inserire tra i beneficiari di questa misura anche le mamme che optano per dimissioni volontarie entro l'anno di vita del minore. Carolina Casolo, fondatrice di Sportello Mamme, ci spiega come funziona

In seguito alla pandemia, sono aumentati i casi di richieste di dimissioni volontarie da parte di giovani mamme. Carolina Casolo, fondatrice di Sportello Mamme, spiega come comportarsi in questa situazione, quali sono le indennità disponibili e quali i problemi collegati a questa scelta.

In questo articolo

La situazione in tempi di Covid

"La pandemia ha sconvolto nel giro di un mese e mezzo abitudini e stili di vita. Il tema conciliazione vita-lavoro per le donne che sono anche mamme lavoratrici si è reso oggi ancor più centrale – ci spiega Carolina Casolo -. Già dal primo lockdown ci siamo misurati con un considerevole aumento di richieste di dimissioni volontarie, de-mansionamenti, distaccamenti e conseguente richiesta di pareri legali da parte di giovani donne, ancora in gravidanza e con rapporti di lavoro che con l'avvento del Covid sono diventati meno chiari. Spesso viene loro richiesto di consumare le ferie invece di essere poste in cassa integrazione, oppure non viene riconosciuto correttamente il congedo parentale straordinario al 50%. Il part time è "un unicorno", la maggior parte delle aziende non lo riconosce e soprattutto non lo condivide. Le donne che si rivolgono a noi sono anche mamme di minori che frequentano l'asilo nido e non riescono più a sostenere il peso del pagamento delle rette, giovani donne inoccupate che cercano consigli su come gestire questo periodo e, a fronte delle loro soft skills, su come potrebbero reinventarsi in questo nuovo contesto".

Cos’è la NASpI

"La NASpI - Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego - è una indennità mensile di disoccupazione, istituita dall'articolo 1, decreto legislativo 4 marzo 2015, n.

22, che sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati a decorrere dal 1° maggio 2015.

"La NASpI spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l'occupazione, compresi:

  • apprendisti

  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative

  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato

  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni".

"La perdita di lavoro deve essere involontaria (licenziamento - anche per giusta causa - scadenza del contratto - licenziamento per giustificato motivo oggettivo - dimissioni del lavoratore per giusta causa - incentivo all'esodo e accordo in sede protetta in caso di chiusura aziendale o ristrutturazione)".

"Grazie alla legge Fornero anche le mamme lavoratrici subordinate in gravidanza entro il compimento dell'anno di vita del minore possono beneficiare di questo ammortizzatore. L'indennizzo viene riconosciuto per una durata massima pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 48 mesi. Di fatto se si ha sempre lavorato nei 48 mesi precedenti la domanda, spetteranno 24 mesi di indennizzo. Oltre alla perdita involontaria di lavoro è necessario vantare 13 settimane contributive negli ultimi 48 mesi e 30 giorni lavorati nei 12 mesi precedenti la domanda".

Come richiedere la NASpI per mamme dipendenti

"Le dimissioni volontarie di una mamma dipendente subordinata rassegnate entro l'anno di vita del minore rendono le mamme beneficiarie della NASpI. Ecco come funziona:

  • Per queste mamme non occorre vantare i 30 giorni lavorati negli ultimi 12 mesi per beneficiare della NASpI, tuttavia occorre compilare correttamente la domanda stessa per evitare che venga respinta

  • Il calcolo dell'importo mensile a titolo di NASpI viene proiettato sulla media della paga base degli ultimi 48 mesi, pertanto include anche il valore ridotto della retribuzione per tutte le mamme che avessero richiesto il congedo parentale (maternità facoltativa)

  • Imprescindibile che le dimissioni vengano presentate al datore di lavoro e ratificate presso la DTL - Direzione Territoriale del lavoro - anche conosciuta come Ispettorato del Lavoro

  • Di prassi la ratifica avviene in presenza, la mamma si reca presso gli uffici (senza appuntamento) con apposita modulistica e risponde alle domande degli operatori.

    Successivamente la DTL ratifica mezzo pec le dimissioni volontarie al datore di lavoro. Oggi, durante il Covid, la ratifica avviene in modalità online dialogando tramite pec

  • Per presentare la domanda è necessario essere in possesso delle credenziali dispositive del portale Inps (pin in essere fino al 1 ottobre 2020 o Spid). Una volta acceduti al portale Inps - sezione NASpI - e disponendo delle dimissioni volontarie ratificate presso DTL, è possibile presentare la domanda stessa in pochi click. Il penultimo passaggio richiederà di allegare i documenti

  • Se non ci si sente tranquilli nella presentazione in modalità autonoma ci si può rivolgere ad un intermediario abilitato, a patronati o a servizi online come il nostro".

Come richiedere NASpI per mamme con partita iva

"Purtroppo la NASpI non è rivolta ai lavoratori autonomi con partita iva, ma ci sono alcune eccezioni. Se la mamma lavoratrice subordinata è anche titolare di partita iva e si trova nelle condizioni di dimettersi dal datore di lavoro entro l'anno di vita del minore maturando quindi il requisito per accedere alla NASpI, la stessa può essere compatibile con la partita iva. La mamma infatti può optare per percepire mensilmente la NASpI posto che il reddito della partita iva su base annua sia minore di 4.800 euro, oppure può scegliere di richiedere la NASpI in unica soluzione anticipatamente senza dover considerare limitazioni di reddito per la partita iva, ma consapevole di non poter essere riassunta per un periodo successivo massimo di 24 mesi".

Le principali difficoltà psicologiche

"La situazione che si rileva in un medio-lungo periodo di circa 18 mesi è molto spesso una progressiva crisi della coppia dettata da una dipendenza economica che mina i ruoli. La donna finisce con l'annullarsi nella figura esclusiva della mamma e la limitazione economica non permette di perseguire hobby e passioni. La crisi non affrontata sfocia in un mal contento generale che porta il nucleo a vivere come separati in casa.

Spesso la limitazione economica non consente neppure di prendersi i propri spazi e quindi poter serenamente stabilire una separazione".

I 5 consigli dello psicologo a una donna che sceglie questa strada

Una mamma che sceglie di dedicarsi totalmente al proprio bambino lasciando il lavoro potrebbe trovare qualche difficoltà nel passaggio "esistenziale" da donna lavoratrice a mamma full - time. Come cercare di vivere questo salto al meglio, possibilmente prevenendo eventuali litigi e disagi con il proprio compagno?

"I consigli dei nostri esperti sono i seguenti:

  • Disporre di un conto in comune di modo che la moglie/mamma/compagna possa percepirlo come il conto della famiglia e non del compagno/marito/padre nonostante lei non contribuisca ad alimentarlo

  • Redigere un business plan familiare e lasciare alla mamma/moglie/compagna la facoltà di investire o tagliare in merito a determinate spese così da percepire il suo ruolo come funzionale anche dal punto di vista economico

  • Disporre di propri spazi come donna e non solo come mamma. Momenti che rientrino nel budget familiare e che facciano sentire la donna apprezzata e supportata

  • Cimentarsi in un'attività extra familiare (sviluppare una passione) da cui potrebbe anche nascere un futuro lavoro e una fonte di guadagno. Molte nostre utenti appassionate di food si cimentano nelle IAD (imprese alimentari domestiche)

  • Mantenere viva la comunicazione con il proprio partner senza avere timore di confrontarsi su questione spinose come il denaro. Ci sono molti libri che approfondiscono il rapporto di dipendenza economica all'interno del nucleo familiare e anche molti percorsi dedicati per chi si trovasse in situazioni similari".

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