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Reinventarsi dopo la maternità: storie e consigli per mamme che vogliono ripartire

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Fonte: Pixabay
Non è semplice conciliare lavoro e maternità, ma avere un figlio può anche essere l'opportunità per cambiare lavoro e lanciare una propria attività. Come fare la scelta giusta, conciliando i tempi e le esigenze di tutti? Ecco un po' di consigli utili

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Tre donne su dieci rinunciano a lavorare dopo la nascita di un bambino. C'è chi lo fa volontariamente, per passare più tempo con il proprio figlio, chi invece ha subito un licenziamento o un non rinnovo del contratto.

E le cose non vanno meglio all'estero: secondo uno studio della Harvard Business Review, quasi il 40% delle donne altamente qualificate lascia il lavoro per lunghi periodi dopo la nascita di un bambino. E poco meno la metà di queste ritrova un impiego a tempo pieno: il 23% fa il part time, il 7% diviene una lavoratrice autonoma e il 30% rimane a casa.

Dati che evidenziano quanto sia difficile, soprattutto per chi ha un figlio, ritornare nel mondo del lavoro e che in parte spiegano lo scalpore suscitato sui media e sui social dell'ultima notizia di Martina Camuffo, assunta al nono mese di gravidanza.

Ma, come spesso accade, le donne sanno trasformare i problemi in opportunità e sono sempre di più quelle che si reinventano (secondo gli esperti, sarebbero un milione di donne italiane). Le "mompreneurs" (da "moms" e "entrepreneurs", mamme e imprenditrici) sono molto creative: dal design alla moda, applicano la loro esperienza di madri e donne al lavoro, spesso con grande successo.

CONSIGLI PER LE MAMME

«La mamma-imprenditrice è diventata un po’ il simbolo di questi ultimi anni: progetti mum-friendly, spesso nati proprio tra le mura domestiche, da chi ha sperimentato su se stessa le esigenze di una famiglia che si allarga, sono all’ordine del giorno» dice Micol Vago, coach di Helpingmama, piattaforma di servizi e di sostegno per le famiglie, specializzata nell'assistenza per il Back to Work dopo la maternità. Ma reinventarsi non è certo semplice. Ecco allora i suoi consigli per farlo nel modo migliore.

  1. Valutate la situazione. Se state pensando di lanciare una vostra attività, è necessario andare per gradi. «Prima di tutto è fondamentale capire in che direzione si vuole andare e quanto tempo si può realmente dedicare al lavoro analizzando con cura la propria situazione da ogni punto di vista, compreso quello economico».
  2. Fissate degli obiettivi concreti. «È necessario darsi un obiettivo concreto e raggiungibile che tenga conto delle esigenze e delle priorità che si hanno e che sono diverse da persona a persona».
  3. Puntate sulle vostre abilità. «Un buon consiglio è quello di puntare su ciò che sapete fare, con la consapevolezza del tempo e delle energie che i cambiamenti lavorativi comporteranno».
  4. Fate un piano d'azione. «Una volta stabilita la rotta, si deve procedere con un piano, ovvero con una serie di azioni che portino al raggiungimento del traguardo prefissato che sia scandito da tempi precisi per evitare di perdersi».
  5. Organizzate bene i tempi. «Lavorare da casa ha dei vantaggi, ma il tempo che dovrete dedicare al progetto sarà inevitabilmente tempo sottratto alla cura del bambino, per cui anche in questi casi è utile rivolgersi a un aiuto, tata, baby sitter o nonni. Per gestire i sensi di colpa e i nuovi equilibri, potrebbe essere utile rivolgersi a un coach o a uno psicologo».

MAMME CHE SI REINVENTANO: DUE STORIE

È il caso di Laura Rubini, 33 anni della provincia di Bergamo e mamma di Pietro, 16 mesi. Dopo aver chiuso il suo negozio di abbigliamento sportivo (e aver fatto un viaggio di qualche mese in giro per il mondo) ha incontrato il suo compagno ed è rimasta incinta. Il bimbo poi è cresciuto, ma ritornare al lavoro non è stato semplice «Tuttavia, non mi sono data per vinta: ho cominciato un corso di riflessologia e ho deciso di diventare un gestore de L'Alveare che dice Sì!, una piattaforma online che permette di vendere e comprare prodotti locali unendo agricoltori e cittadini».

«Mi occupo di selezionare gli agricoltori e i produttori locali presenti nel raggio di 250 km e di popolare e rendere sempre attivo il mio Alveare, il Tamarindo». E dopo un primo momento di difficoltà, Laura è riuscita ad avere successo anche grazie alla sua creatività: «Ho fatto delle campagne promozionali su Facebook e dei volantini personalizzati. Oggi ho circa 700 iscritti e 30 produttori. È un'attività che mi gratifica e che mi permette di integrare le finanze familiari (il guadagno per il gestore di un Alveare dalla buona attività si aggira sui 300-500 euro al mese, ndr) lavorando da casa in modo da poter essere presente per mio figlio, anche quando si ammala».



E proprio per dedicare più tempo a suo figlio Ester Liquori, 37 anni, ha deciso di lanciare un'attività autonoma. «Lavoravo per un'azienda a tempo indeterminato e quando sono rimasta incinta sono stati tutti molto disponibili. Quando ho avuto il bimbo, però, ho cominciato a pensare che volevo passare più tempo con lui. Così, ne ho approfittato per buttarmi in un progetto che avevo in mente già da tempo: insieme a mio marito abbiamo fondato Yamgu, una guida turistica online che consente di organizzare il proprio viaggio sulla base degli interessi, delle previsioni meteorologiche, ma anche dei trend social e degli eventi, grazie ai commenti e alle foto degli utenti sui social network».

Conciliare tutto non è stato semplice: «Avendo allattato a richiesta per 16 mesi, ho sempre portato il mio bimbo con me: siamo andati insieme dal commercialista, dall'avvocato, alle competizioni per le startup. Insomma, è diventato un piccolo imprenditore anche lui!». Nonostante sia una scelta faticosa, Ester non ha dubbi: «Farei così anche con un altro figlio: sono felice di poterlo seguire e vedere i suoi progressi giorno per giorno, anche se questo vuol dire fare dei sacrifici».


Che lavoro fanno mamma e papà?

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copyright: Credit: blog.vikingop.it/
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