La storia del Carnevale di Venezia
Il Carnevale è alle porte, per la gioia di grandi e piccini. Ed è già tutto pronto per uno dei più conosciuti e apprezzati al mondo. Stiamo ovviamente parlando della imperdibile manifestazione che si svolge ogni anno a Venezia, che quest'anno rende omaggio all'intrepido mercante Marco Polo, promettendo di esplorare mondi fantastici e sconosciuti, dal 27 gennaio al 13 febbraio 2024. La storia del Carnevale di Venezia è davvero affascinante e vale senz'altro la pena spiegarla ai bambini. Così abbiamo deciso di rendervi il compito più facile, raccontandovela in breve.
La storia del Carnevale di Venezia spiegata ai bambini: le origini
La storia del Carnevale di Venezia ha origini antichissime. Pensate che la prima testimonianza scritta che menziona questa tradizione risale al 1094, tuttavia il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è del 1296, anno in cui la Repubblica Serenissima dichiarò festivo l'ultimo giorno precedente la Quaresima. In quest'epoca, e per molti secoli dopo, il Carnevale durava sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, ma talvolta i festeggiamenti venivano fatti cominciare già i primi giorni di ottobre.
Ad istituire questa manifestazione furono le oligarchie veneziane. Come già accadeva nell'antica Roma, la Serenissima decise di concedere alla popolazione, soprattutto ai ceti più umili, un breve periodo interamente dedicato al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in città per far festa con tanta musica e balli, scherzi e spettacoli, che avevano luogo soprattutto in Piazza San Marco, lungo la Riva degli Schiavoni e in tutti i maggiori campi di Venezia.
Storia del Carnevale di Venezia: il significato di maschere e costumi
L'elemento più affascinante della storia del Carnevale di Venezia è senza dubbio il travestimento e ciò che significava. Indossando maschere e costumi si poteva nascondere totalmente la propria identità, in questo modo si annullava ogni forma di appartenenza a classi sociali, sesso o religione.
Chiunque poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai costumi indossati. Per questo motivo, il saluto che risuonava di continuo quando si incrociava un nuovo personaggio era semplicemente: "Buongiorno signora maschera!". Attraverso l'anonimato, tutte le divisioni sociali sembravano non esistere più, tanto che era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell'aristocrazia.
Se queste concessioni erano ben tollerate, era perché evidentemente erano considerate uno sfogo alle tensioni e ai malumori che si creavano all'interno della Repubblica di Venezia, che poneva rigidi limiti su questioni come la morale comune e l'ordine pubblico dei suoi cittadini. Ad ogni modo, la partecipazione gioiosa e in incognito a questo rito di travestimento collettivo è rimasta nei secoli l'essenza stessa del Carnevale. Un'occasione di liberazione dalle proprie abitudini quotidiane, da pregiudizi e maldicenze.
Le maschere più famose del Carnevale di Venezia
Per comprendere meglio la storia del Carnevale di Venezia, non si possono non conoscere alcune delle maschere più famose di questa celebre manifestazione.
- Uno dei travestimenti più comuni, a partire dal XVIII secolo e rimasto in voga anche oggi è sicuramente la Bauta (da pronunciarsi con l'accento sulla u). Si tratta di una figura prettamente veneziana, costituita da una particolare maschera bianca denominata 'larva' sotto un tricorno nero – antico cappello veneziano con tre punte – e completata da un mantello scuro chiamato 'tabarro'.
- Tipico di quei tempi era anche il costume della Gnaga, o donna gatto. Si tratta di un semplice travestimento da donna per gli uomini, facile da realizzare poiché costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino.
- Un travestimento tipico, invece, di molte donne è quello della Moreta, in italiano 'la moretta', costituito da una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un cappellino e con indumenti e velature raffinate. Era chiamato anche 'servetta muta' perché la maschera doveva reggersi sul volto tenendo in bocca un bottone interno.
- Altro travestimento comune, utilizzato ancora oggi, è quello che raffigura gli antichi medici della peste, che indossavano una maschera con un lungo becco, occhiali e una tunica nera. Immancabile il bastone, che storicamente serviva per valutare lo stato degli ammalati senza entrarvi in contatto diretto.
Carnevale di Venezia: la Festa delle Marie
Soppressa nel 1379, epoca in cui Venezia era coinvolta nella guerra di Chioggia, la Festa delle Marie è stata ripresa ufficialmente solo nel 1999, anche se realizzata in forma ridotta e con alcune varianti rispetto al passato. Il culmine della festa è il corteo che vede protagoniste 12 veneziane, selezionate nei giorni precedenti, che sfilano per le vie della città in costumi d'epoca, accompagnate da figuranti storici e giungono in Piazza San Marco dove vengono acclamate dalla folla. Chi verrà eletta la più bella sarà l'Angelo dell'edizione successiva.
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