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Quando sono nate le maschere di Carnevale e quali sono le più famose

di Ines Delio - 07.02.2024 - Scrivici

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Un breve viaggio nel tempo alla scoperta della storia delle maschere di Carnevale, dalle origini a oggi: quali sono le più famose d'Italia

In questo articolo

Storia delle maschere di Carnevale

Il Carnevale è sinonimo di allegria, sfilate e feste in maschera, scherzi e grande abbuffate. I bambini, così come tanti adulti, hanno l'occasione di impersonare i loro personaggi preferiti, godendosi per un giorno la libertà di essere chi desiderano grazie a un semplice travestimento. Ma in quanti conoscono la storia delle maschere di Carnevale

Maschere di Carnevale, dalle origini a oggi

La storia delle maschere di Carnevale è molto antica. Indossare una maschera è un rito che ha origini fin dalla preistoria, sono state praticamente presenti in ogni cultura, passando dalle processioni sacre al palcoscenico. È proprio grazie al teatro, in particolare alla Commedia dell'Arte, che sono nate e si sono diffuse le maschere regionali di Carnevale italiane, ricordate già a Venezia dal lontano 1200, quando si iniziavano a vedere i primi travestimenti tra le calli del capoluogo veneto. Dalla città lagunare si diffusero in tutta Italia e in Europa, fino a essere adottate, per l'appunto, dal teatro dell'arte, vedendo la massima diffusione nei festini di Carnevale del Settecento, in cui conobbero grande fama personaggi come Rosaura la dama, Florindo l'innamorato, Lelio il bugiardo, inseriti da Goldoni nelle sue commedie. Ancora oggi, le maschere celebrano le tradizioni di città e regioni del nostro Paese.

Le maschere di Carnevale più famose

Per farvi entrare nel vivo della storia delle maschere di Carnevale, abbiamo selezionato per voi alcune delle più famose d'Italia.

Arlecchino

Maschera di Bergamo, è senza dubbio tra le più famose del Carnevale. Il personaggio di Arlecchino deriva da quello di Zanni, un servo contadino già presente nel teatro comico dell'antica Roma e ripreso dalla Commedia dell'Arte. Forse non tutti sanno che l'abito fatto di losanghe colorate, con cui conosciamo questa celebre maschera, nasce bianco. Ci sono diverse versioni sulle origini del tipico vestito. In una, forse la più bella, si racconta che, in occasione del Carnevale, la maestra decise di organizzare una festa a scuola, alla quale il piccolo Arlecchino era l'unico bambino a non poter partecipare, perché non poteva permettersi un costume adatto.

Gli vennero così in aiuto i suoi compagni di scuola, ciascuno dei quali portò alla madre di Arlecchino un pezzetto di stoffa del proprio vestito, con cui la donna potè realizzare il coloratissimo abito per suo figlio: fu così che Arlecchino fu il bambino più ammirato della festa di Carnevale.

Brighella

Non si può parlare di Arlecchino senza nominare anche Brighella, il suo antagonista. Dal nome, si intuisce subito che è sempre pronto ad attaccare briga, a fare di tutto pur di ottenere ciò che vuole, convinto che alla fine riuscirà sempre a farla franca. Altra maschera bergamasca nata dalla Commedia dell'Arte, è solo all'apparenza un servo fedele e rispettoso, pronto a consigliare e ad accontentare i desideri del suo padrone, ma in realtà sempre pronto a complottare per il proprio tornaconto.

Colombina

Colombina è l'unica maschera femminile che compare nella Commedia dell'Arte. Impersona la servetta seducente, vivace, impertinente e astuta, ma anche vanitosa e civettuola. Maschera veneziana, assume anche il nome di Betta, Franceschina. Diamantina, Marinetta, Violetta, Corallina o Arlecchina. È l'amante del celebre Arlecchino, che spesso fa ingelosire a causa delle attenzioni del suo padrone, Pantalone.

Pantalone

Pantalone rappresenta un ricco mercante veneziano, vecchio e avaro, che non fa che piangere miseria e far patire la fame ai suoi servi. Indossa calzamaglia e blusa rosse, un mantello scuro e una maschera nera dal naso adunco, sormontata da un cappellino rosso. Ha una figlia, Rosaura, alle cui dipendenze c'è la scaltra servetta Colombina.

Pulcinella

È nata ad Acerra, in provincia di Napoli, una delle più popolari maschere di Carnevale italiane. Pulcinella ha il volto coperto da una maschera che lascia libero il viso dalla bocca in giù, denominata 'mezza maschera' o anche detta 'lupo': ha un enorme naso ricurvo, un viso disseminato di rughe e gli occhi piccolissimi.

Incarna la napoletanità, esprimendosi attraverso una gestualità vivace, si fa beffe del potere e riesce ad affrontare sempre i problemi con un sorriso.

Balanzone

Balanzone è originario di Bologna, appartiene alla schiera dei "vecchi" della commedia dell'arte, e a volte è chiamato dottor Graziano o semplicemente 'il Dottore'. È un personaggio presuntuoso e saccente, dottore in Legge, caricatura del 'leguleio' bolognese. Ha guance grosse e rosse, una grossa pancia, indossa una piccola maschera che ricopre solo le sopracciglia e il naso, mentre il suo costume rappresenta l'abito dei professori dell'Università di Bologna, ossia una toga nera con colletto e polsini bianchi e un gran cappello.

Rugantino

Rugantino è una maschera del teatro romano che impersona un giovane arrogante e strafottente, ma in fondo anche abbastanza amabile. La sua caratteristica è la 'ruganza', parola romanesca che significa 'arroganza', da cui il nome della popolare maschera di Carnevale.

Gianduja

Popolare maschera torinese, Gianduja prende il nome dall'espressione piemontese 'Gioann dla doja', ovvero 'Giovanni del boccale'. È un bonaccione sempre sorridente, che non disdegna mai un bel boccale di vino.

Meneghino

Meneghino è la maschera di Carnevale tipica di Milano. Ci sono diverse ipotesi sull'origine del suo nome: alcuni la fanno risalire ai "Menecmi" di Plauto, altri al "Menego" di Ruzante, altri ancora al nome dei servi utilizzati nelle ricorrenze domenicali, chiamati "Domenighini". Oggi è diventato un sinonimo affettivo di milanese. Non indossa mai la maschera, ha un carattere allegro e non ricopre un ruolo fisso: talvolta lo vediamo come servo, altre come padrone, come mercante o contadino.

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