«Telegramma per la Festa della Mamma», di Mimmo Mòllica
«Telegramma per la Festa della Mamma» di Mimmo Mòllica ricorda il mezzo di comunicazione un tempo molto usato ed oggi insidiato dalle nuove tecnologie informatiche e digitali. Malgrado ciò, tuttavia, il «telegramma» conserva ancora un ruolo… carismatico, con certe caratteristiche 'paroline' come «aut», «et», «est», «stop».
«Telegramma per la Festa della Mamma»
Per la Festa della Mamma
leggi questo telegramma
scritto con sincerità
dai noi figli e da papà.
«Tua festa odierna prego gradire
auguri et baci a non finire.
A signoria vostra
da parte nostra
rallegramenti
et sentimenti
di amore vero,
grande e sincero».
Stop
Anzi rileggo
e mi correggo:
«Illimitata affettuosità
da figli, nonni e da papà,
nonché gattino et canarino,
che dalla gabbia si è liberato
ed est volato,
ma per tua festa è ritornato.
Destinataria, cioè ricevente,
pregasi leggere urgentemente».
Stop
«Seguono baci su guancia destra
dalla maestra,
sulla sinistra
poi si registra
un bacio immenso,
profondo e intenso,
davvero grosso
dal pesce rosso,
che appena alzato
oggi ha parlato.
Ha fatto un salto come i canguri
e ha detto "auguri
per vostra mamma",
via telegramma».
«Ma innanzitutto,
cara mammina,
grazie di tutto,
per tutto quello
che tu ci hai dato,
che ci hai insegnato
per diventare delle persone
gentili e buone.
Grazie davvero.
Auguri mamma,
un grazie sincero».
Mimmo Mòllica
Un preludio al ‘tempo reale’
Il «telegramma», quel messaggio postale un tempo inviato tramite il telegrafo, è sempre attuale o è tramontato per l'avvento delle reti telematiche e digitali? Era un preludio al 'tempo reale' poiché veniva recapitato il giorno successivo a quello di spedizione.
Il primo telegramma della storia risale a Samuel Morse, inventore del telegrafo elettrico, che lo spedì per la prima volta il 24 maggio 1844 da Washington a Baltimora.
Malgrado l'avvento e la diffusione delle più moderne tecnologie digitali e informatiche, il telegramma rimane tutt'oggi un mezzo di comunicazione piuttosto usato, particolarmente per comunicazioni ufficiali, matrimoni, ricorrenze, congratulazioni e auguri.
Le parole che non ti ho detto
Caratteristica dei telegrammi è l'utilizzo di parole in latino, come «aut», «et», «est» e «habet» (al posto di "o", "e", "è" ed "ha"), per evitare fraintendimenti. La parola inglese «stop» viene invece usata per indicare il punto.
Ma per spedire un telegramma bisognava recarsi all'ufficio postale. L'invenzione del telegrafo senza fili, brevettato nel 1896 da Guglielmo Marconi, ne rese l'invio ben più semplice e veloce.
Un messaggio di valore
Anche quando il telefono fisso prese a diffondersi nelle case degli italiani il telegramma rimase un mezzo di comunicazione piuttosto utilizzato, avendo (peraltro) «valore legale certificato».
Ancora oggi il telegramma rappresenta un sistema facile e veloce per far giungere messaggi urgenti con pieno valore giuridico. Anche ciò ha garantito la sopravvivenza di questo mezzo di comunicazione.