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Il valore di Babbo Natale per i bambini

di Stefano Padoan - 29.11.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Babbo Natale è una figura importante per il mondo magico dei bambini, ma spesso i genitori lo rendono solo una maschera natalizia o peggio un giudice che in base al loro comportamento può anche negare i regali. Ecco che significati dare e quali non dare a questo simbolo delle feste

In questo articolo

Il valore di Babbo Natale per i bambini

Chi è davvero Babbo Natale? Per i bambini non è solo un anziano signore bonario con la barba bianca e il vestito rosso che porta i regali. Sono gli adulti che ogni tanto lo fanno diventare un banale costume con cui far travestire il nonno o peggio un severo giudice del comportamento dei loro figli. La pedagogista Laura Mazzarelli ci spiega quali significati dare (e quali no) a Babbo Natale per far vivere ai bambini un Natale che vada oltre il consumismo.

Chi è Babbo Natale: la storia

San Nicola

La leggenda di Babbo Natale affonda le radici nell'epopea di San Nicola, vescovo di Myra (attuale Turchia) vissuto nel IV secolo d.C. che è considerato il protettore dei bambini. La tradizione gli attribuisce alcuni miracoli e gesti di generosità per i fanciulli poveri della sua città e per questo, nel Medioevo, si diffuse l'usanza di festeggiarlo il 6 dicembre con uno scambio di doni. In Olanda, Germania, Austria ma anche in Alto Adige e a Trieste Santa Claus continua a portare i doni il 6 dicembre, mentre per il resto della cristianità l'usanza dei regali si associò poco a poco al Natale.

L'iconografia classica

La classica iconografia di Babbo Natale non nacque - come molti pensano - da una trovata pubblicitaria della Coca-Cola, bensì nel 1823 quando il newyorkese Clement Clarke Moore scrisse la poesia "A Visit from Saint Nicholas" nella quale rappresentò il santo come un omone panciuto con vestiti orlati di pelliccia bianca e un sacco colmo di giocattoli alla guida di una slitta trainata da renne.

Come spiegare Babbo Natale ai bambini

Babbo Natale è il simbolo di questo periodo dell'anno e il problema di doverlo spiegare è più degli adulti che dei bambini: «Il bambino nasce e cresce a contatto con la propria dimensione magica - spiega la Mazzarelli - che noi usiamo anche quotidianamente senza dover loro spiegazioni aggiuntive: lo scoiattolino che parla, il bambolotto che piange… Anche Babbo Natale non è da spiegare, esiste già per loro: è colui che porta i regali la notte di Natale perché vuole bene a tutti i bambini del mondo.

La magia non si spiega, si vive e i bambini hanno questa facoltà innata».

Quali significati dare a Babbo Natale

  • Babbo Natale per i bambini rappresenta un amore grande e universale. Attraverso Babbo Natale i bambini vivono l'esperienza di sentirsi amati incondizionatamente: «I piccoli intuiscono che il suo amore non è quello contingente di mamma e papà; Babbo Natale è una presenza trascendente, che si ricorda sempre di me ma anche di tutti gli altri bambini del mondo e rinnova il suo amore incondizionato una volta all'anno, proprio quando si celebra la nascita di un bimbo come me».

  • Babbo Natale non si fa vedere. I bambini sanno che Babbo Natale esiste ma non si fa vedere: «Ecco perché sanno che i figuranti che vedono al centro commerciale non sono quello vero, e per questo talvolta ne hanno paura e piangono. Non hanno bisogno di vederlo per crederci. La loro dimensione magica è tanto forte che, se ci fate caso, i bambini la notte di Natale non provano nemmeno a rimanere alzati per sperare di vedere Babbo Natale, ma al contrario sanno che arriverà quando loro saranno a nanna».

Quali significati NON dare a Babbo Natale

I genitori spesso però strumentalizzano la figura di Babbo Natale attribuendogli significati e ruoli sbagliati.

  • Non usate Babbo Natale come minaccia. «Per assicurarsi un mesetto di pace in casa, è forte la tentazione di dire ai vostri figli che Babbo Natale porterà i regali "solo se faranno i bravi": diventa così inquisitore e giudice minaccioso del loro comportamento, che la notte di Natale emetterà il suo verdetto. Può anche funzionare nell'immediato, ma è profondamente sbagliato per due motivi: innanzitutto il rispetto delle regole arriverà a seguito di questo ricatto e non perché esse siano state comprese. Secondo, appellarsi a un'entità esterna vuol dire scaricare su essa le responsabilità di genitore sia come sanzionatore quando necessario, sia rispetto alla minaccia appena lanciata, che viene da fuori di lui.

    Peccato che sia una minaccia dal fiato corto perché i bambini sanno che Babbo Natale, in fondo, arriverà comunque».

  • Babbo Natale non porta via il ciuccio. Simile anche il caso in cui si fa intervenire Babbo Natale su passaggi di crescita che non si è in grado di sostenere come genitori: «Anche qui i ruoli che non sappiamo o non vogliamo assumerci li carichiamo su una figura superiore, dai pensieri insondabili e insindacabili: non è ben chiaro perché Babbo Natale voglia portare via, ad esempio, il ciuccio a un bambino, suona però come qualcosa che inevitabilmente dovrà succedere e così schiviamo un problema. Non possiamo però usare Babbo Natale per sopperire alla nostra incapacità di ascoltare e di farci ascoltare dai nostri figli».

Attività con i bambini per aspettare Babbo Natale

Natale è una festa tutta incentrata sull'attesa, è un momento che in mezzo alla frenesia della vita quotidiana ci chiede di fermarci e riscoprire l'importanza del donare e dello stare insieme: «Fate vivere l'attesa a vostro figlio attraverso atti rituali in cui si senta collaboratore».

  • Coinvolgetelo negli addobbi natalizi. «Preparare con lui gli addobbi, fare l'albero di Natale e il presepe sono tutte attività utili ad assaporare la gioia che attende la famiglia il 25 dicembre; il calendario dell'Avvento poi scandisce giorno dopo giorno l'avvicinarsi della data fatidica».

  • I regali si ricevono e si fanno. «Abituate fin da piccoli i vostri figli a vedere il Natale come un momento in cui i regali si ricevono, ma si fanno anche. Babbo Natale dà l'esempio a tutti e la sua attesa si alimenta sia con la letterina che fa pensare ai propri desideri, sia con un pensiero su quali regalini i bambini possono e vogliono fare alle altre persone».

  • Babbo Natale non si mostra. I bambini sono capaci di credere in ciò che non si vede; gli adulti invece no, ed è per questo che ogni anno qualcuno tenta di infilare un costume da Babbo Natale a un parente per "convincere" il proprio figlio della sua esistenza, per fargli provare l'ebbrezza di averlo visto davvero.

    «È una pagliacciata non solo non richiesta dai bambini, ma che rischia anche di venire smascherata. Quello che è certo è che al bambino, che sa che Babbo Natale, quello vero, non si vede e non c'è nemmeno bisogno di vederlo, rimane il dubbio e si sentirà ingannato. Non gli causate alcun trauma, ma così uccidete la sua fantasia e l'alone magico che avvolge questa figura mitica».

  • I gesti che evocano la presenza di Babbo Natale. Si alimenta la magia se ricorriamo a riti simbolici che indirettamente richiamano al passaggio concreto di Babbo Natale sulla Terra: «La letterina da spedire, le carote da lasciare sul davanzale della finestra per le renne, il bicchiere di latte e i biscotti: preparate queste cose insieme a vostro figlio per insegnare loro la gratitudine verso questo anziano signore che tutta notte gira il mondo per regalare gioia a tutti i bambini. E al mattino vi accorgerete che, prima ancora di andare a scartare i regali, vostro figlio andrà a controllare che quei piccoli generi di conforto siano stati consumati perché Babbo Natale è arrivato davvero e ha mangiato proprio quei biscotti, preparati con amore per lui, in uno scambio di reciprocità.».

Come scrivere la letterina a Babbo Natale

  1. La letterina si fa a mano. Scordatevi e-mail e WhatsApp per regalare ai vostri figli un'esperienza al passo con i tempi: scrivere a mano la letterina è il pretesto per stare insieme ai vostri figli, un momento da assaporare anche con la lentezza e l'artigianalità di un lavoretto fatto a mano che si può personalizzare con disegni e colori».

  2. Fate raccontare di sé. La letterina a Babbo Natale, anzitutto, non è una lista della spesa: «Puntate sull'aspetto relazionale, chiedete a vostro figlio di interessarsi alla vita di Babbo Natale e fargli domande, ma anche che cosa vorrebbe dirgli di sé.

    Aiutate vostro figlio ad aprirsi e poi naturalmente, Babbo Natale gli risponderà!».

  3. Desideri e non pretese. «Aiutate vostro figlio a non dire "voglio", ma "desidero" e perché: cosa potrà fare con quel dono che riceve, come mai gli piace così tanto. Così la sua attenzione si toglie dalla dimensione del consumismo e si sintonizza sui propri desideri, da ascoltare per capire quanto davvero ci tenga». È il modo per educare al valore delle cose.

  4. Non imponete un numero massimo di desideri. Se impostate il lavoro sui desideri con vostro figlio, non è necessario nemmeno imporre un numero massimo di desideri: «Spiegate semplicemente che Babbo Natale ha davvero tantissimi bambini da accontentare e non tutto ciò che si desidera poi arriva: lui ascolterà il cuore di vostro figlio e sceglierà quali regali portargli. Per questo è importante mettere al primo posto le cose a cui si tiene di più». Poi al bambino potranno arrivare i primi due o tre della lista, ma voi genitori andate oltre la letterina: «A partire dall'ascolto del bambino un genitore capisce quello che lo fa stare bene, anche se magari non lo ha chiesto o se le sue richieste sono un po' influenzate dalla TV, da una vetrina o da un amico. Genitori, osate perché sapete cosa può piacere davvero a vostro figlio, per nutrire una sua vena artistica o una sua passione. Babbo Natale può anche portare una cosa non richiesta, ma il fatto che l'abbia portata lui facendo così tanta strada la renderà per sempre speciale».

L'intervistata

Laura Mazzarelli è pedagogista e co-autrice del libro "Invece di dire… Prova a dire. Le parole per educare i bambini con amorevole fermezza" (Mondadori, 2019). Cura un proprio blog dal titolo "Il cammino pedagogico".

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