Insegnare le buone maniere ai bambini è un imperativo categorico se si desidera che i figli siano destinati al successo nella vita sociale. Chi impara le regole base del galateo durante l’infanzia è destinato a non dimenticarle mai più: per questo è irrinunciabile che i genitori le impartiscano, prima di tutto con l’esempio, che rappresenta sempre la lezione più efficace. Di seguito un mini-galateo dei giorni nostri, che comprende tutto quello che serve sapere per essere “bene educati” senza affettazione né manierismi.
Va sottolineato che le esagerazioni del passato sono state superate e che oggi “buona educazione” significa soprattutto evitare i gesti e le azioni che possono ferire, disgustare (questo vale soprattutto a tavola), infastidire, innervosire, mettere a disagio i propri interlocutori. La gentilezza, che deve corrispondere a un “gentile sentire”, rappresenta l’elemento aggiuntivo e irrinunciabile per essere considerati maestri di buone maniere.
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Appuntamenti: la puntualità è d’obbligo. Il sorriso sulle labbra è consigliabile.
A tavola: il diktat è "non infastidire". E’ dunque obbligatorio tenere i gomiti vicino al corpo, masticare con la bocca chiusa, non parlare con il cibo in bocca, pulirsi la bocca prima di bere. L’uso dello stuzzicadenti è vietato. Dire “buon appetito” è sconsigliabile. Leccarsi le dita unte è inammissibile. Fare la scarpetta invece, perché no?
Conversare: una buona conversazione deve prevedere anche l’ascolto. I monologhi sono vietati, la vuota polemica inaccettabile.
Cura della persona: denti e capelli devono essere sempre splendenti. Le mani fresche di acqua e sapone, le unghie perfettamente spazzolate, i vestiti puliti. Nessuna zona del corpo deve emanare un odore sgradevole: se si suda tanto ci si deve lavare di più e si deve usare più deodorante. Se si usa il profumo va fatto con parsimonia, tenendo presente che l’”effetto scia” ottiene quasi sempre l’effetto contrario a quello sperato.
Gaffe: sono come le ciliegie, una tira l’altra. Quando se ne commette una è dunque bene fare finta di nulla, evitando soprattutto di aggiustarla. La speranza da nutrire è quella che non sia stata colta. Se si è oggetto di una gaffe è gentile dare da intendere di non averla sentita.
Grazie e per favore: sono paroline magiche, che rendono simpatico chi le pronuncia e più disponibile e accondiscendente chi se le sente dire.
Mani: vanno lavate prima dei pasti, eventualmente dopo i pasti e tassativamente dopo essere andati in bagno (questa regola va insegnata a partire dall’ingresso del vasino).
Parolacce: meno se ne dicono, meglio è specialmente davanti al bambino. Prima di pronunciarle è comunque bene capire se farlo potrebbe essere in qualche modo grave. Le bestemmie invece sono inammissibili, sempre e comunque a prescindere da tutto e da tutti.
Posate: forchetta e cucchiaio si usano per portare il cibo alla bocca. Il coltello serve per tagliare e non va mai portato alla bocca (è una questione di buon senso prima che di bon ton, perché la lama potrebbe ferire le labbra).
Preparare la tavola: non devono comparire gli stuzzicadenti. L’acqua andrebbe messa in una brocca, il vino va servito nella sua bottiglia. I tovaglioli di carta sono ammessi solo in una cena tra amici. Le tovagliette americane vanno messe sul tavolo nudo e mai sopra la tovaglia. La tovaglia deve essere immacolata e stirata: meglio niente che con ombre sospette. Il centrotavola non deve essere troppo ingombrante (non deve impedire ai commensali seduti di fronte di guardarsi in faccia) e va messo appunto al centro della tavola. Il pane va servito in singoli piattini, uno per commensale. Il piatto fondo si usa solo per le minestre e non per la pastasciutta. Non si deve insistere affinché i propri ospiti si servano una seconda volta.
Presentazioni: si deve tendere la mano e prendere quella dell’interlocutore con ragionevole decisione, senza strafare. Le mani altrui non vanno stritolate, esattamente come è vietato porgere una mano inerte. Se si è seduti ci si deve alzare in piedi: sì anche se si è donne. Solo i vecchissimi, senza più forza negli arti inferiori possono restare seduti.
Regali: chi li riceve li deve aprire immediatamente alla presenza di chi li ha fatti. Chi li fa, li deve porgere con naturalezza, senza prostrarsi in scuse perché “troppo modesti” e senza enfatizzare il loro eventuale valore.
Saluti: salutare è un gesto a cui non si deve in nessun caso rinunciare. Salutare per primi è un segno di grande civiltà. Togliere il saluto non è mai del tutto vantaggioso.
Scrivere: e-mail, sms, lettere, fax devono avere una caratteristica comune: l’assenza di strafalcioni, la chiarezza espositiva, una certa eleganza nella forma e la concisione. Più è lunga una missiva meno sono le probabilità di non annoiare chi legge (salvo rare eccezioni). Tutto va firmato, sms compresi.
Telefonare: dopo aver chiamato ci si presenta sempre, mentre è vietato chiedere “chi parla?”.
Toilette: dopo i sei anni di età, ci si va senza specificare a fare cosa. La stanza da bagno si usa con la porta chiusa a chiave: non è opportuno portarsi dietro i bambini. Fin da piccoli si deve imparare che esistono momenti privatissimi da cui gli altri (tutti gli altri) possono essere esclusi.
Tossire e starnutire: l’ideale è farlo proteggendosi naso e bocca con il braccio, tenendo il gomito piegato, come fanno i medici che ben sanno come si trasmettono le infezioni delle vie respiratorie. Questo gesto andrebbe insegnato il prima possibile.
Viaggi in treno o in aereo: non bisogna disturbare chi sta accanto in nessun modo (né con la voce, né espandendosi troppo).
Voce: va tenuta sempre ragionevolmente bassa. Urlare è un esercizio che stressa chi lo compie e irrita chi lo subisce. Un tono di voce pacato risulta sempre più convincente e fa apparire sempre e comunque dalla parte della ragione (in quanto equilibrati).
Dal forum: 1-5 anni, educazione
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