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10 storie per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani

di Francesca Amè - 10.12.2014 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Piccoli, grandi problemi della vita: un trasloco, l'arrivo di un fratellino, la separazione di mamma e papà, la paura del buio. Vi proponiamo un elenco di 10 storie utili a genitori un po’ in affanno nell’affrontare i problemi di tutti i giorni.

In questo articolo

Capita tutti i giorni di dover affrontare in famiglia dei problemi. Ci sono quelli grandi, che turbano per un po’ i normali equilibri, come un trasloco o il trasferimento di un’altra città, la separazione dei genitori, la nascita di un fratellino. E poi ci sono i piccoli problemi di ogni giorno: la paura di dormire da soli, l’ansia di farsi la pipì addosso, il timore per quel compagno che alza le mani o prende in giro, la timidezza verso gli adulti o l’ansia quando inizia l’asilo o la scuola.


«Perché non ci facciamo aiutare dalle storie? Proviamo a dirlo con una fiaba: il messaggio arriverà in forma più diretta e chiara ai nostri bambini», spiega Nostrofiglio.it Elisabetta Maùti, psicologa clinica ed esperta in letteratura per ragazzi. Da anni porta avanti un progetto educativo che, attraverso favole da lei ideate, aiuta genitori ed educatori a spiegare ai bambini “i grandi (e piccoli) perché della vita” (www.dillocon1fiaba.it).

Insieme a noi si è divertita a redigere un elenco di 10 storie utili a genitori un po’ in affanno nell’affrontare i problemi di tutti i giorni.


1 - "Uffa, è arrivato il fratellino!" Come affrontare l'arrivo del secondogenito


Riccioli d’oro di Robert Southey (il piccolo editore Uovonero ne edita una versione con illustrazioni molto raffinate).


Perché? E’ una favola rassicurante.


Spiegazione. La famiglia perfetta di orsi è infastidita dall’arrivo della piccola Riccioli d’Oro: nessuno la aspettava e lei è anche maleducata e antipatica. Alla fine della storia, dopo varie peripezie, Riccioli d’Oro scompare e i tre orsi tornano in pace. Permette di parlare dell’arrivo di un fratellino in maniera meno diretta: l’intruso (Riccioli d’Oro) ha anche delle caratteristiche negative, che nel cuore del bambino giustificano la normale avversione verso il nuovo nato. Il ‘lieto fine’ è il massimo lieto fine pensabile per ogni bambino: non significa che il fratellino o la sorellina non ci saranno più, ma che la sua vita sarà di nuovo felice e non subirà troppi cambiamenti.

(Leggi anche: è un arrivo un fratellino o una sorellina, come comportarsi)

2 - "Perché papà e mamma non vivono più insieme?" Affrontare la separazione dei genitori


Hansel & Gretel dei fratelli Grimm (divertente la versione illustrata di Ape Junior)


Perché? E’ una favola utile per parlare di emozioni ‘scomode’, come l’amore-odio per i genitori.


Spiegazione: La storia dei due fratelli Hansel e Gretel è utile per spiegare ai bambini la normale paura per la separazione dai genitori. Fa leva sul loro spirito d’iniziativa: la prima volta i due fratellini trovano la strada di casa, la seconda volta riescono a far fuori la strega. Il finale è molto importante: il papà si pente di averli abbandonati e corre a cercarli. Questo è molto utile per spiegare ai bambini anche i momenti di difficoltà che possono avere gli adulti e far capire loro che l’amore verso i loro figli è superiore a ogni cosa.

Guarda anche Hansel e Gretel ambientato ai giorni nostri.

3 - "Mamma, faccio solo come dico io!" Quando il bambino non accetta i limiti


Cappuccetto Rosso dei fratelli Grimm (EL edizioni propone anche la fiaba con il testo scritto in corsivo, per i bimbi più grandicelli)


Perché? E’ la favola perfetta per i bambini che amano trasgredire.


Spiegazione: Va raccontata drammatizzando bene le parti, specie il dialogo tra Cappuccetto e il Lupo travestito da nonna è un crescendo di emozioni che aiuta il bambino a maturare la consapevolezza del piacere di alcune piccole trasgressioni ma anche le conseguenze che queste possono avere. E’ un racconto sulla voglia di trasgredire: Cappuccetto desidera, in fondo, incontrare il lupo e si fa ammaliare da lui. Il finale rimette tutto a posto: dimostra al bambino che qualche piccolo eccesso, qualche ‘fuoriuscita’ dalla strada maestra sono leciti, ma che poi bisogna tornare alle regole. Unica accortezza: proporre la favola solo se ci accorge che è ben accolta dal proprio bambino. Alcuni, specie se al di sotto dei 4 anni, sentono il racconto troppo coinvolgente e ne rimangono spaventati.

Leggi anche: mio figlio non accetta le regole

4 - "Nessuno vuole giocare con me!" Quando bisogna affrontare grandi cambiamenti


Cenerentola di Charles Perrault e fratelli Grimm (è da poco uscita la versione pop-up per Mondadori con illustrazioni di Matthew Reinhart)


Perché? E’ la favola perfetta per i grandi cambiamenti, quando il bambino si trova in un posto che non gli è familiare (ad esempio in un nuovo asilo o dopo un trasloco) e si sente estraneo o inadeguato.


Spiegazione: La storia di Cenerentola, perfetta anche per i maschietti, è un inno all’autostima. Dimostra che si può vivere in un posto che non ci appartiene e che sentiamo brutto e scomodo (la cucina dove è costretta a lavorare la ragazza) oppure che possiamo essere circondati da persone antipatiche (le sorellastre e la matrigna) eppure possono capitare cose bellissime.

5 - "Non sono bravo abbastanza: tutti sono migliori di me!" Come migliorare l'autostima


Il Brutto Anatroccolo di H. Christian Andersen (Giunti Kids ne ha fatto una edizione con una nuova grafica) e il Gatto con gli stivali di Charles Perrault (particolarmente bella l’edizione ebook illustrata da Marie-Michelle Joy)


Perché: Come “Cenerentola”, sono favole che lavorano sull’autostima dei bambini.


Spiegazione: Il Brutto Anatroccolo è senza mamma, questo dettaglio è importante perché spiega ai bambini che ci sono molte situazioni in cui bisogna cavarsela da soli, senza l’appoggio o la presenza fisica dei genitori (all’asilo, a un corso sportivo, ad esempio). Le prese in giro e le disavventure non impediscono all’anatroccolo di trasformarsi in un cigno: un messaggio molto rassicurante per i bambini. La favola del Gatto con gli stivali, che ha una struttura ben più articolata e complessa, può essere proposta dopo i 5 anni: aiuta a far capire ai bambini che da una situazione di apparente disagio (il terzo figlio del mugnaio riceve in eredità solo un gatto, mentre ai fratelli maggiori spettano il mulino e i campi) si può migliorare grazie all’intraprendenza. (Leggi anche: 7 consigli per aumentare l'autostima nei bambini)

6 - "Mamma, sono ancora piccolo!" Superare la paura di non essere più i "piccoli" di casa


Il libro della Giungla di Rudyard Kipling (bello quello con le illustrazioni di D’Altan per Mondadori)


Perché: è la miglior storia per illustrare ai nostri bambini il fascino di diventare grandi e rassicurarli sulla loro paura di non essere più ‘i piccolini di casa’.


Spiegazione: Non a caso questo libro è stato per anni il manifesto dei ‘piccolo boy-scout’: contiene numerosi messaggi di fiducia per il futuro, insegna ai bambini la scoperta e il valore dell’amicizia anche fuori dallo stretto cerchio famigliare. E’ un libro che educa alle diversità perché il protagonista si confronta con personaggi e animali sempre diversi e impara da ciascuno qualcosa di importante. Adatto a dopo i 6/7 anni.


7 - "Non dico mai le bugie!" Quando il bambino racconta bugie


Pinocchio di Collodi (la De Agostini propone la versione con il testo integrale, sia in formato cartaceo che Kindle)


Perché: è il grande classico sulle conseguenze negative delle bugie, ma è anche un libro prezioso perché recupera un italiano un po’ antico, con parole che spesso i bambini non conoscono bene e aiuta ad arricchire il loro vocabolario.


Spiegazione: Tutto ruota attorno alla domanda che ogni bambino si pone dentro di sé: “ I grandi come fanno ad accorgersi sempre che dico le bugie?”. Ogni piccolo lettore percepisce chiaramente che il naso che si allunga è una fantasia, ma altrettanto chiaramente comprende che la bugia lascia dei segni inequivocabili sul nostro corpo ed è riconoscibile dagli altri, dunque inutile perché la verità viene sempre a galla.

8 - "Ho fatto un brutto sogno!" La paura di dormire da solo o del buio


GGG di Ronald Dalh (bella l’edizione di Salani, con la traduzione di Donatella Ziliotto).


Perché: è una storia che aiuta a prendere confidenza con i pensieri più strani e bizzarri, serve quando i bambini fanno spesso incubi o hanno sogni che li spaventano e che ricordano al risveglio, interrogandosi su essi.


Spiegazione: La piccola Sofia scorge dalla finestra la figura di un gigante con un lungo mantello nero: è sveglia o sta sognando? Una mano strana la strappa via dal letto e la porta in un paese dove tutto è enorme: la bambina all’inizio ha paura perché incontra personaggi bizzarri ma poi capisce che GGG, lo strano personaggio che l’ha rapita, in realtà è ‘solo’ un gigante buono. Il finale è molto rassicurante (Sofia diventa alleata di GGG contro i giganti cattivi) e dà ai bambini la sensazione di poter ‘controllare’ anche il difficile momento della notte e del buio. (Leggi anche: superare la paura del buio)


9 - "Mamma, che cosa vuol dire morire?" Affrontare l'argomento della morte


Il barone Lamberto di Gianni Rodari (è uno dei classici Einaudi per ragazzi)


Perché: questo romanzo breve di Rodari può essere utile ad affrontare l’argomento della morte. Può essere letto al bambino dai 5/6 anni o fatto leggere da soli dai bambini delle medie.


Spiegazione: Lamberto è un vecchissimo barone che vive con il suo maggiordomo: è la sua numerosa servitù a tenerlo in vita, ripetendo ogni ora ad alta voce a turno il proprio nome. Lamberto, grazie ad altoparlanti, sente le voci in qualsiasi posto del castello e da loro trae la forza per contrastare le 24 malattie di cui soffre. Ma un giorno questa catena s’interrompe e il Barone muore. Salvo risvegliarsi al cimitero, perché le persone giunte al suo funerale pronunciavano di continuo il suo nome! E’ uno dei pochi libri per bambini che parla in maniera diretta della morte, della difficoltà di rimanere in vita, della possibilità che il ricordo degli altri ci faccia vivere anche ‘dopo’: da leggere solo a bambini che manifestano viva curiosità sul tema. (Leggi anche: come spiegare la morte ai bambini)

10 - "Papà, mamma, non lasciatemi sempre solo!" Se il bambino si sente trascurato


Coraline di Neil Gaiman (Oscar Mondadori editore)


Perché: è uno dei classici moderni delle letteratura per bambini. Parla con un linguaggio moderno delle famiglie di oggi, dove entrambi i genitori lavorano e i bambini talvolta si sentono trascurati. Affronta anche il tema della noia e quello della paura del mondo esterno che non si conosce.


Spiegazione: Coraline è una ragazzina sveglia ma non ne può più di stare sempre da sola o con la baby-sitter: perché i suoi genitori non trovano mai tempo per lei? Perché lavorano tutto il giorno e non le prestano attenzione? Coraline non sa mai come passare il tempo a casa e non sopporta la noia. Un giorno scopre in salotto una porta magica che la porta in un altro mondo: è in tutto e per tutto uguale al posto in cui vive, ma i suoi genitori sono scomparsi. Al loro posto c’è invece l’Altra Madre, che si nutre delle anime dei bambini per rimanere in vita. La storia è complessa e adatta solo ai bambini al di sopra dei 7 anni: è utile per sviscerare le paure tipiche di quel periodo (e se i miei genitori si lasciano? e se muoiono? e se mi rapiscono?) e anche per affrontare il tema del mondo fuori casa e dei rischi che si possono correre. Il finale, in cui Coraline riesce a trovare la via del ritorno, è comunque rassicurante.

Come leggere BENE le storie ai bambini?

Tre trucchi pratici di Elisabetta Maùti per leggere bene le storie ai nostri figli:


1. Divertiti: tuo figlio trae piacere dalla lettura se anche tu ti diverti.
2. Interrompiti: non leggere sempre tutto d’un fiato, ma ogni tanto fai qualche domanda che ‘personalizza’ il racconto. E’ un modo utile per far capire a tuo figlio che ciò che state leggendo vi riguarda da vicino: questo favorisce nel bambino l’abitudine a raccontarsi e a raccontare ciò che gli capita.
3. Crea una routine: i bambini amano le sicurezze e la lettura può rientrare tra queste. Trova un momento fisso durante la giornata in cui raccontare una favola. Può essere la sera, prima di andare a letto, o prima di cena o durante il bagnetto.

Ps: Leggere ti annoia? Le favole non ti piacciono? Prendere in mano un libro con tuo figlio ti fa fatica? Allora non farlo. Meglio trovare un altro modo “per generare storie”: ad esempio, raccontando vicende significative o fatti divertenti della tua vita, recente e passata.

Aggiornato il 23.10.2017

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