8 marzo. La «Filastrocca per le donne ucraine» di Mimmo Mòllica
La «Filastrocca per le donne ucraine» di Mimmo Mòllica è quella che non avremmo voluto mai leggere né scrivere, né pubblicare. Racconta delle donne ucraine che fuggono dalla guerra disperate, con bimbi e passeggini, caricate, costrette ad abbandonare le loro case e la loro terra.
Donne che l'8 marzo continuano a fuggire, a piedi o con mezzi di fortuna, sotto la pioggia e la neve, stanche e affamate, per andare verso un destino ostile e sconosciuto.
Avremmo voluto festeggiare la «Giornata internazionale della donna» parlando di vivaci fiori gialli e di allegria, di mimose, simbolo di forza, gentilezza e femminilità. In questa Giornata saremmo voluti tornare sulle conquiste sociali ottenute dalle donne sin dalla fine della guerra, l'8 marzo 1946, quando la «Giornata della donna» fu celebrata in tutta l'Italia e la mimosa fece la sua prima comparsa come simbolo.
Ma ecco un'altra guerra
Ma ecco un'altra guerra cominciare. Ecco altre donne vittime di violenza e crudeltà scrivere sul libro dell'abnegazione e dell'orrore le loro prime parole, tristi, dolorose, coraggiose. Parole e fatti da consegnare alla storia, per quanto sta accadendo in Ucraina, a pochi passi da noi e da quella Europa nata per assicurare una pace duratura, per ripudiare ogni guerra e viaggiare verso il nuovo mondo: quello della prosperità e della pace.
È l'8 marzo delle «donne ucraine», l'8 marzo cui le donne dell'Ucraina non avrebbero mai creduto, donne cresciute in una realtà ormai lontana da dittature e angosciosi scenari bellici. Donne che hanno appreso sin dalla scuola dell'infanzia il valore insostituibile della pace.
«8 marzo. Filastrocca per le donne ucraine»
Ogni anno l'8 marzo festeggiamo
la 'storia' della costola di Adamo,
fatto di polvere, di fango e di terra,
fatto per ripudiar violenza e guerra,
e perché non ci fosse lui soltanto
Dio gli donò la donna, messa accanto.
Le donne sono forti per natura
sanno sognare, sono grazia pura,
sono discrete ed amano davvero,
ridono e piangono con cuore sincero.
Senza le donne non avremmo i fiori,
né il sorriso dei bimbi e né i colori,
non avremmo le madri e le stagioni,
non avremmo l'amore e le passioni.
Con bimbi e passeggini, caricate,
fuggono dalla guerra disperate,
sono le donne ucraine che la guerra
ha messo in fuga dalla loro terra.
Con gli occhi affranti, tristi e rassegnate,
fuggono a piedi, stanche ed affamate
piangono sottovoce, con pudore,
sotto la pioggia vanno anche per ore.
E dove vanno? Vanno alla ventura,
di salvare i bambini hanno premura,
sembrano non sentire la fatica,
vittime di una sorte assai nemica.
È questo l'8 marzo delle donne,
mamme e bambine con anziane nonne,
vittime di un tiranno dissoluto
vanno verso un destino sconosciuto.
Donne senza diritti in assoluto
donne che nella pace hanno creduto
sin dalla scuola, dall'adolescenza,
donne che han ripudiato la violenza.
Mai avremmo creduto in questa Terra
che fosse ancora possibile la guerra,
e l'8 marzo più che di un giallo fiore
è giorno di violenza e di dolore.
Mimmo Mòllica