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Filastrocca dell’acqua

di Mimmo Mollica - 18.03.2021 - Scrivici

acqua
Fonte: Shutterstock
La «Filastrocca dell'acqua» di Mimmo Mòllica è stata scritta per la «Giornata Mondiale dell'Acqua», sinonimo di vita. Lo scopo è sensibilizzare al rispetto dell'acqua, all'accesso all'acqua dolce e potabile, tanto preziosa eppure 'negata' in molte regioni del mondo, specie le più povere e meno sviluppate.

In questo articolo

Filastrocca dell’acqua: io sono l’oasi e non il miraggio

L'acqua è sinonimo di vita. Per sensibilizzare al rispetto dell'acqua, nel 1992, è stata istituita dalle Nazioni Unite la «Giornata Mondiale dell'Acqua», con l'obiettivo di sostenerne la 'cultura': rispetto dell'acqua, accesso all'acqua dolce e potabile, tanto preziosa eppure 'negata' in molte regioni del mondo, specie le più povere e meno sviluppate.

Sappiamo che l'acqua è alla base di tutte le forme di vita, tra i principali costituenti degli ecosistemi e dell'essere umano. È uno dei principali elementi costitutivi dell'Universo. All'acqua è dovuta la stessa origine della vita sul nostro Pianeta: copre il 71% della superficie terrestre ed è il principale costituente del nostro organismo. L'acqua è una delle materie primordiali per eccellenza.

Filastrocca dell’acqua

di Mimmo Mòllica

Io sono l'acqua

che lava e risciacqua,

che innaffia e disseta,

trasparente e discreta.

Essenziale d'inverno e d'estate,

vivo in mare tutte le mie giornate,

ma son pure mandata da Giove

quelle volte che grandina e piove.

So viaggiare, cascare e nuotare,

sono l'acqua che va verso il mare.

Son preziosa, sono libera e chiara,

nel deserto però sono rara,

ma son sempre compagna di viaggio,

sono l'oasi e non il miraggio.

Sto a "fior d'acqua", pacata e discreta

sotto i ponti io son "l'acqua cheta",

ma attenzione a far bene i tuoi conti,

"l'acqua cheta, sai, logora i ponti".  

E perciò "acqua in bocca" serrata,

non puoi dire ch'è "acqua passata", 

un segreto non ama il baccano, 

"acqua andata non macina il grano".

Son tantissimi i modi di dire,

frasi fatte per farsi capire:

"in un rivolo d'acqua annegare",

non vuol dir non sapere nuotare.

Far le cose "all'acqua di rose",

vuole dire far male le cose.

E poi c'è il tipo "all'acqua e sapone",

naturale, senza orpelli e cerone.

O "trovarsi con l'acqua alla gola",

senza chi poi ti salva e consola…

e chi sa "intorbidare le acque": 

questo è chi mestatore 'lo nacque'.

"Fare acqua da tutte le parti",

tanto dopo verranno a salvarti; 

"non sapere che acqua bere", 

"annegare anche in mezzo bicchiere".

"Pestar l'acqua dentro il mortaio", 

"svuotare il mare con un cucchiaio".

Altrimenti "scoprir l'acqua calda",

cosa inutile, piuttosto spavalda:

c'era già chi l'aveva inventata,

sfondi una porta già spalancata.

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