L’estate è la stagione dell’amore
Non tutte le cicale cantano, solo gli esemplari maschi emettono quel suono stridulo, per richiamare l'attenzione della femmina: per procreare. Nelle calde giornate estive il maschio della cicala, dotato di particolari organi detti 'timballi', è tanto impegnato a 'cantare' da non avere altro tempo da dedicare alla ricerca delle provviste per l'inverno. Ma per questi insetti l'estate è la stagione dell'amore…
Esopo fa ricorso a questa metafora, descrivendo la cicala oziosa e le formiche laboriose e previdenti, capaci di accumulare il cibo per l'inverno. La cicala perciò sarà costretta dalla fame a chiedere qualcosa da mangiare alle laboriose formichine.
Morale della favola: essere previdenti pensando al domani. L'ozio e la negligenza non danno frutti, ma fanno rimanere a mani vuote.
Filastrocca della cicala e le formiche
di Mimmo Mòllica
Era un giorno d'inverno e le formiche
il loro grano stavano a seccare,
assieme ad altri semi e alle molliche
che bisogna con cura conservare.
In preda a una gran fame una cicala
venne a chieder qualcosa da mangiare,
ma la formica il cibo non regala
e alla cicala prese a domandare:
«Perché durante le belle giornate
non hai messo da parte le provviste?».
La cicala rispose: «Beh, guardate,
se io non canto poi divento triste».
E le formiche in coro, divertite:
«Hai trascorso l'estate là a cantare
e tutte le tue scorte son finite,
adesso a pancia vuota puoi ballare».
Questa lezione è per tutta la gente:
ciascuno pensi ad esser previdente.
È giusto coltivare i propri sogni,
ma provveder per tempo anche ai bisogni.