La "Filastrocca della gentilezza" di Mimmo Mòllica, è una filastrocca sulla gentilezza, intesa tale non soltanto in relazione ai modi, ma anche al modo d'essere al mondo.
La gentilezza fa parte della comunicazione e non vuol dire solamente mancanza di maleducazione, ma anche mancanza di indifferenza, e, al tempo stesso, presenza di accoglienza, di cordialità, di buone intenzioni. L'accoglienza comporta assenza di pregiudizio, empatia, umanità, compassione, implica il farsi carico degli altrui sentimenti. Come diceva Platone «ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre» (cit. Platone).
Mimmo Mollica sostiene che «la gentilezza è "attenta e solidale", ci fa cogliere i timori e i dolori altrui. La forza di chi è gentile è "contagiosa" e si trasmette all'interlocutore, a chi ci sta vicino. È una forma di amore».
Ricordiamo due frasi sulla gentilezza di personaggi celebri:
«Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell'uomo che quello di essere gentile»· (Ludwig van Beethoven)
«Tanto gentile e tanto onesta pare | la donna mia quand'ella altrui saluta…». (Dante)
«Filastrocca della gentilezza»
La gentilezza
è una dolce carezza
ed ognuno l'apprezza,
come un fiore in un'aiuola,
come una dolce parola.
La gentilezza
è assai più di un dovere,
è il più dolce piacere,
segno di intelligenza,
di finezza e accoglienza.
La gentilezza
linguaggio naturale,
la sente il non udente,
la vede il non vedente,
perché c'è tanta gente
che sta già combattendo
contro un nemico orrendo
e noi non lo sappiamo,
neanche lo immaginiamo!
Siamo sempre gentili,
riponiamo i fucili,
la buona convivenza,
come fosse una scienza
vale più d'un tesoro
sul posto di lavoro,
col compagno di banco,
con chi ci vive al fianco.
La gentilezza
in fondo è una carezza
che facciamo alla gente,
a un amico, a un parente,
e non ci costa niente!
Mimmo Mòllica ©